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Formula 1 GP d'Australia

F1 | Disastro Ferrari: anche i piloti contribuiscono allo zero

Leclerc e Sainz in Australia hanno incrociato i guantoni con le Aston Martin: Charles dopo una toccata con Stroll è finito nella sabbia al primo giro, mentre Carlos ha mandato in testacoda Alonso alla terza ripartenza, vedendosi penalizzato di 5 secondi. Gli errori dei piloti a Melbourne sono costati molto cari alla Scuderia. Oltre a una macchina poco competitiva a Maranello devono fare i conti con l'eccessiva foga dei due conduttori che esagerano per sopperire alla frustazione di una SF-23 lenta...

I commissari rimuovono la Ferrari SF-23 di Charles Leclerc dal circuito

Zero punti. La Ferrari torna a casa da Melbourne con un bottino pessimo. Tecnicamente è quarta forza in pista dietro a Red Bull, Aston Martin e Mercedes. La fotografia, purtroppo, è nitida, ma il GP d’Australia ha messo in evidenza altre carenze all’interno della Scuderia e queste crepe devono allarmare quanto quelle legate alla mancanza di competitività della SF-23.

Nella gara pazza agli antipodi, sono mancati anche i due piloti nei momenti risolutivi, segno che il clima all’interno del Reparto Corse è meno rilassato di quanto ci vogliano far credere. La squadra di Maranello può benedire le tre settimane di sosta che il calendario della F1 concede, perché lo stop sarà utile a rimettere ogni tessera del puzzle a suo posto, dopo un avvio di stagione molto diverso da quelle che erano le ambizioni di chi sperava di lottare con la Red Bull e Max Verstappen per il mondiale.

Carlos Sainz, Ferrari SF-23

Carlos Sainz, Ferrari SF-23

Photo by: Lionel Ng / Motorsport Images

La squadra si è presentata a Melbourne dopo aver analizzato una montagna di dati e ha deliberato una rossa che di fatto era al punto zero della sua stagione. Come se i test pre-stagionali e le due gare in Bahrain e Arabia Saudita non ci siano state. I tecnici diretti da Enrico Cardile sembrano aver trovato una linea di sviluppo, consapevoli che alla SF-23 oggi manca di competitività.

In attesa che arrivino le novità che saranno diluite fra Baku, Imola e Barcellona (dove il pacchetto evolutivo dovrebbe essere completato), in Australia si è puntato a cercare qual è l’effettivo potenziale della rossa attuale. E così il fondo bocciato a Jeddah è stato messo in macchina per tutto il weekend e per la prima volta la SF-23 è sembrata meno sensibile alle variazioni di altezza, potendosi permettere un assetto più radente l’asfalto, andando incontro alle scelte di progetto che avevano alimentato tante speranze poi andate in fumo.  

C’è poco da gioire, sia ben chiaro, perché Charles Leclerc a Sakhir era stabilmente terzo quando è stato costretto al ritiro per il black out della centralina, per cui la Ferrari in Australia non ha fatto un salto di qualità, ma ha trovato una base di lavoro e una certa consistenza.

La gara fra i canguri, quindi, ci ha offerto una rossa che ha cominciato a non accusare il solito degrado della gomma hard che è stato l’incubo dei primi due GP. La corsa si è svolta ad andatura bassa dopo la prima bandiera rossa: l’obiettivo era di arrivare alla bandiera a scacchi con un solo pit stop e il treno di bianche, per cui il passo gara è stato adeguato per evitare la seconda teorica sosta. In questo scenario Carlos Sainz è stato in grado di reggere il passo di Hamilton e Alonso, considerando Verstappen fuori concorso.

In questo quadro tecnico, nel quale si potevano portare a casa punti importanti (la Ferrari è quarta nel Costruttori con 26 punti, meno della metà di quelli della Mercedes che è terza!), sono mancati clamorosamente i piloti. Charles Leclerc non è sereno: è consapevole che il 2023 è un altro anno da buttare e, invitabilmente, si agita.

Charles Leclerc, Scuderia Ferrari, torna ai box dopo il ritiro di Melbourne

Charles Leclerc, Scuderia Ferrari, torna ai box dopo il ritiro di Melbourne

Photo by: Lionel Ng / Motorsport Images

Il monegasco non è mai stato in palla per tutto il weekend e ha toppato il momento risolutivo delle qualifiche su un’informazione sbagliata del “muretto” del Cavallino: Charles era perfettamente consapevole che la rossa aveva bisogno di due giri di lancio per mettere le gomme in temperatura. Gli hanno detto che per fare il secondo run della Q3 avrebbe dovuto accontentarsi di una sola tornata di preparazione, perché temevano l’arrivo di uno scroscio di pioggia. Il “principe” ha ascoltato il team, mentre Carlos Sainz ha ragionato di testa sua, prendendosi il rischio di concedersi il secondo giro di lancio.

Il risultato è stato che Leclerc, quando si è trovato fra i piedi la rossa del compagno di squadra, ha pensato che qualcosa non avesse funzionato nella gestione del team e non ne ha fatto mistero, lamentandosi in chiaro. Chi ha raccontato che Carlos dovesse dare la scia al monegasco ha visto cose che non erano state programmate. Era meglio che cercasse di fare il suo meglio, anziché inseguire i fantasmi che lo hanno portato a commettere un’ingenuità al primo giro di gara.

Leclerc in staccata alla curva 3 ha chiuso troppo presto su Lance Stroll ed è finito sparato nella sabbia, rovinando il suo GP. La gara è finita prima di iniziare, collezionando il secondo zero in tre GP. La frustrazione del momento rischia di mostrare a Charles una realtà più nera di quella che è, ma la Ferrari nell’ansia di trovare una messa a punto decente della SF-23 è ormai solita rinunciare a preparare il giro da qualifica, come se i piloti fossero solo il chip terminale della macchina e non esseri umani che hanno bisogno di trovare la fiducia per tentare il giro della morte fra i muretti.

Non deve sorprendere, quindi, se poi non vengono fuori quei due decimi che il monegasco è capace di metterci di suo su piste insidiose come Melbourne e anche il bilancio della corsa è negativo per il ritiro prematuro.

Carlos Sainz, Ferrari SF-23

Carlos Sainz, Ferrari SF-23

Photo by: Jake Grant / Motorsport Images

Anche Carlos Sainz ci ha messo del suo a rovinare il weekend della Ferrari. Il madrileno ha disputato una gara consistente restando al gancio di Fernando Alonso. Al via della terza partenza ha dato una ruotata al connazionale: sperava di essersi aperto la strada verso il primo podio della SF-23 e, invece, è stato condannato a una penalità di 5 secondi che lo ha fatto precipitare al 12esimo posto in quel finale folle.

L’errore è stato indiscutibile, mentre la sanzione ha avuto un effetto esagerato, ma Carlos deve solo fare mea culpa, perché ha puntato a un podio che al momento la Ferrari non merita. Lo spagnolo, pur consapevole dello sbaglio, ha cercato di scaricare la sua responsabilità prendendo una posizione mediatica molto dura (“…mi sento derubato”), mentre era meglio che capitalizzasse un piazzamento importantissimo per la Scuderia.

Sainz ha voluto andare in direzione gara per dire la sua al collegio dei commissari sportivi, ma è stato “rimbalzato” senza ottenere niente. La Ferrari deve stare molto attenta perché quello dei piloti è un capitale da preservare. E se entrambi a Melbourne hanno rovinato la loro gara per un errore, è segno che il clima è troppo agitato e la pressione molto forte. La frustrazione della squadra di cui ha parlato Fred Vasseur dopo Melbourne non deve minare il morale dei piloti…

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