F1 | Dati: Red Bull vola nello snake, Ferrari ok alle medie velocità
Anche in Arabia Suadita le libere hanno visto un gruppo compatto con una griglia ancora da decidere. Red Bull vola nella sequenza rapida ma deve sistamare le basse percorrenze e i cambi di direzione secchi a media velocità, dove invece emerge al Ferrari. Mercedes bene sugli allunghi, ma l'assetto scarico si fa sentire nel veloce.
Raffiche di vento, muretti a pochi centimetri, tante curve veloci e necessità di usare i cordoli e una pista con tanto grip che limita il degrado. Jeddah si pone come una sfida completamente differente da Sakhir, tracciato che impone un grande stress sull’asse posteriore con tante ripartenze da basse velocità e un mix di curve da meda percorrenza.
In cima alla classifica dei tempi non c’è Max Verstappen ma, esattamente come in Bahrain, l’olandese predica calma, consapevole che, da una parte, la qualifica realisticamente potrebbe vedere un gruppo compatto, ma anche che determinati rivali hanno già sfruttato mappature più aggressive. Un tema che si era proposto una settimana fa e, seppur non abbia fatto riferimenti specifici, è chiaro che il pensiero va ai motorizzati Mercedes, che occupano le prime due posizioni del venerdì.
Davanti a tutti, infatti, c’è l’Aston Martin di Fernando Alonso, il quale ha chiuso la giornata precedendo di circa due decimi George Russell, a cui segue proprio la Red Bull di Verstappen. Più staccata la prima Ferrari, quella di Charles Leclerc, ferma al quarto posto a poco più di tre decimi: tuttavia, il monegasco nelle interviste ha mostrato grande fiducia in vista delle qualifiche, rimarcando come al momento non esiterebbe a scommettere su una pole tinta di rosso. Scopriamo cosa raccontano i dati sul primo giorno di libere in Arabia Saudita.
Fernando Alonso, Aston Martin Racing AMR24
Foto di: Shameem Fahath
Red Bull imperfetta sul giro, bene sul passo
Nonostante la pole, nei primi due giorni in Bahrain aveva mostrato qualche segnale di fatica nella ricerca del tempo sul giro singolo, soffrendo anche le raffiche di vento che sono poi scomparse nel giorno della gara. Anche a Jeddah il vento non è mancato, anche se non ha soffiato in maniera costante cambiando spesso direzione, aspetto che per alcune squadre ha inficiato negativamente soprattutto sulla gestone del posteriore.
Per Red Bull non è stata una prima giornata filata liscia come l’olio e rimangono degli aspetti ancora da migliorare, come la performance sul giro singolo. Verstappen non ha nascosto che, potenzialmente, ci potrebbero essere rivali più concreti e rapidi in qualifica, mentre sul passo gara la situazione si ribalta, perché la RB20 si pone ancora come assoluto riferimento. L’olandese è stato l’unico a girare anche con una certa costanza sotto il minuto e 34, confermandosi il più competitivo con la gomma media.
Sul giro secco, però, rimane ancora qualcosa da migliorare. L’olandese si è detto complessivamente soddisfatto del bilanciamento trovato, anche se, in realtà, per parte della giornata ha dovuto lottare contro un bottoming eccessivo nelle curve veloci, alla ricerca del giusto equilibrio tra il massimo carico aerodinamico e il limite utile a evitare che si presentassero quei fastidiosi fenomeni di saltellamento di cui oggi si sono lamentati diversi piloti. Un problema poi parzialmente risolto nella seconda sessione grazie a degli interventi mirati.
Confronto telemetria Alonso - Verstappen Arabia Saudita FP2
Foto di: Gianluca D'Alessandro
I tratti in cui ha invece sofferto maggiormente sono le curve lente, come la prima chicane e il tratto finale della pista. Per tutta la prima giornata Verstappen ha faticato a portare tanta velocità all’apice, come se evidenziasse una carenza di grip: ciò è però dovuto anche al suo stile particolare, perché il pilota della Red Bull è molto aggressivo in ingresso andando a tagliare con una fase di decelerazione posticipata rispetto ad altri rivali, per poi tentare di chiudere molto vicino all’apice. Non è un caso che Verstappen sia il pilota con la velocità minima di percorrenza più bassa, anche se in questo caso l’obiettivo è tentare di fare la differenza nella prima fase della curva ma senza sacrificare esageratamente l’uscita verso il lungo rettilineo conclusivo.
Un approccio molto simile lo si può notare anche nella prima chicane, dove tenta di portare maggiore velocità nella prima parte del cambio di direzione, per poi pagare qualcosa in curva due, dove ancora una volta registra parametri inferiori agli avversari più diretti. Tuttavia, questa tendenza a puntare forte sull’ingresso la si può apprezzare anche in altri tratti della pista, come nel cambio di direzione 22-23, in cui frena dopo gli altri portando però una velocità di percorrenza più bassa di chi, al contrario, anticipa la staccata per evitare il sottosterzo a centro curva.
Se nelle curve più lente si è notata una maggior difficoltà, al contrario nei tratti veloci la RB20 sembra aver ereditato i punti di forza della macchina che l’ha preceduta: un aspetto che si può apprezzare in particolare nella sequenza che va da curva 6 alla 10, dove non conta solo il carico aerodinamico totale, ma anche la consistenza mostrata in percorrenza. Da questo punto di vista, nei tratti più rapidi l’auto di Milton Keynes è sembrata, quantomeno al giovedì, ancora punto di riferimento.
Max Verstappen, Red Bull Racing RB20
Foto di: Glenn Dunbar / Motorsport Images
Una Ferrari ancora da scoprire
Aston, Mercedes, Red Bull e Ferrari: queste sono le prime quattro squadre del venerdì, ma attorno alla scuderia del Cavallino ci sono ancora diversi dubbi e curiosità, a partire dalla scelta dell’ala posteriore nella giornata delle qualifiche. Il team italiano ha optato per l’opzione più carica tra quelle a disposizione in Arabia Saudita, ma ai microfoni di Sky il Team Principal Fred Vasseur ha ipotizzato che le squadre si allineeranno. È possibile che gli ingegneri decidano di passare a una soluzione più scarica con la pista più gommata rispetto al primo giorno, ma sarebbe anche inusuale, dato che avrebbero a disposizione una sola sessione di libere, per altro in condizioni differenti dal resto del weekend, prima delle qualifiche su una pista dove la fiducia gioca un ruolo chiave.
Una scelta che, chiaramente, Ferrari paga sui rettilinei, soprattutto su quello di partenza e sull’allungo verso curva 13, mentre negli altri due allunghi i parametri sono sostanzialmente in linea con quelli della Red Bull, però leggermente più scarica. Una situazione da tenere sott’occhio, per capire quanto margine ha ancora il Cavallino sul piano motoristico, aspetto da tenere in considerazione soprattutto in gara, dove non ci sarà il DRS a compensare.
Così come si era visto in Bahrain, anche a Jeddah la Rossa sembra esprimersi al meglio nei tratti a media e alta velocità più che nelle curve molte lente, come la prima chicane, dove si nota qualche segnale di difficoltà nella fase di rotazione dove subentra. Questo aspetto potrebbe essere legato alla fase di preparazione non ottimale, tema già visto a Sakhir, ma anche a quel leggero sottosterzo nelle curve a bassa velocità di cui aveva parlato Leclerc alla vigilia del mondiale.
Confronto telemetria Alonso - Leclerc FP2 Arabia Saudita
Foto di: Gianluca D'Alessandro
Indubbiamente positiva è la performance nella sequenza veloce del primo settore, dove sembra essere seconda solamente alla Red Bull, che ha fatto di tratti come questo uno dei grandi punti di forza e chiave del successo della passata stagione. Ciò lo si nota soprattutto nell’ultima fase del “serpentone”, quella in uscita di curva dieci, dove la RB20 al giovedì ha mostrato qualcosa in più.
Parlando alla fine della giornata Charles Leclerc si è detto molto fiducioso delle sue possibilità in vista della qualifica, sottolineando come, se dovesse scommettere dopo le prove libere, punterebbe su una pole Rossa. Su questa pista la fiducia è fondamentale per estrarre gli ultimi centesimi: il monegasco si sente pronto a lottare per ciò che gli è sfuggito una settimana fa.
Una posizione di rilievo sulla griglia di partenza sarebbe poi vitale anche in ottica gara: il monegasco è stato uno dei pochi a provare il long run sulla soft usata per le simulazioni di giro secco, con riferimenti buoni, ma non in linea con quelli di Max Verstappen. Solo sul finale Leclerc ha abbassato in maniera interessante i tempi, a dimostrazione che vi era ancora del margine, ma chiaramente occorre maggiore linearità durante lo stint. A Jeddah l’asfalto fornisce molto grip limitando il degrado, ma negli ultimi anni la mescola più tenera non è mai stata la preferita da usare in gara, optando le per soluzioni più dure. Sarà interessante capire verso che direzione andrà la Ferrari.
Charles Leclerc, Ferrari SF-24
Foto di: Mark Sutton / Motorsport Images
Aston e Mercedes tra scia e mappature aggressive
Se Red Bull e Ferrari sono le grande indiziate di questo avvio di stagione, a segnare il miglior tempo del giovedì è stato un Fernando Alonso in palla sin dalla sessione del primo pomeriggio. La AMR24 sembra essere una vettura in grado di riservare qualche soddisfazione in più sul giro singolo rispetto all’auto della passata stagione. Nel complesso, lo spagnolo si è detto molto soddisfatto dell’andamento della prima giornata, anche se ci sono degli elementi che hanno giocato a favore nel giro veloce, come una scia sfruttata sul rettilineo di partenza, dove infatti arriva alla staccata di curva uno con un piccolo - ma utile - vantaggio.
La vera sorpresa, però, la si è vista nel tratto più veloce, la sequenza rapida del primo settore. Nel 2023 la AMR23 aveva mostrato segnali di debolezza in tratti così rapidi, soprattutto nella seconda metà della stagione, quando non era più in grado di compensare i punti deboli rispetto ai propri avversari. Alonso aveva spiegato in Bahrain come in Aston Martin avessero sacrificato qualcosa in termini di passo nel lento per migliorare le prestazioni nelle zone più veloci: qualche segnale si era già visto in Bahrain, ma Jeddah restituisce un’immagine più concreta.
Chiaramente è presto per dare una risposta definitiva ai miglioramenti della AMR24, che comunque mostra qualcosina in meno di Red Bull e Ferrari, ma è interessante notare come la “verdona” abbia una buona accelerazione in uscita dal tratto veloce, segnale o di un buon bilanciamento, specie nella gestione del posteriore, o di mappature più spinte come si era visto in Bahrain. Un ultimo aspetto che è interessante menzionare è il fatto che nella simulazione gare di FP2, non proprio eccezionale, i tecnici abbaino diviso il lavoro in due tronconi: una parte in aria pulita, un’altra di proposito nel traffico, in modo da valutare il comportamento della vettura anche in scia.
In Mercedes hanno puntato su un'ala piuttosto scarica
Foto di: Shameem Fahath
Se in casa Aston Martin guardano con maggior fiducia al giorno delle qualifiche, per la Mercedes è stato un giovedì a due facce. Da una parte Russell è sembrato maggiormente a suo agio, nonostante le difficoltà nel gestire la vettura nelle zone ad alta velocità, figlie anche della mancanza di carico della W15 che si era già notata a Sakhir, dall’altra Lewis Hamilton si è scontrato con un posteriore decisamente ballerino che lo ha portato più veloce all’errore. È interessante sottolineare come Russell abbia fatto un doppio giro di preparazione, invece di una singola tornata come altre scuderie.
Il team anglo-tedesco si è presentato a Jeddah con un’ala posteriore molto scarica e, in effetti, i dati mostrano una monoposto particolarmente competitiva sui rettilinei, forse anche per una mappatura leggermente più aggressiva di altre scuderie. Ciò lo si può apprezzare soprattutto nell’allungo verso curva 13 e verso l’ultima staccata, dove si può notare una differenza non solo in termini di velocità di punta, ma anche di progressione.
Tuttavia, la mancanza di carico aerodinamico, che parzialmente si era vista già in Bahrain nei cambi di direzione molto veloci, fa capolino anche in Arabia Saudita, in particolare nel primo settore. Rispetto ad Aston Martin, Ferrari e Red Bull, Mercedes non è in grado di portare le stesse velocità di percorrenza nella sequenza rapida, con i piloti costretti non solo a combattere con una vettura più instabile, ma anche a dover parzializzare più a lungo giocando anche con il freno.
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