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Formula 1 GP del Giappone

F1 | Dati: Red Bull domina il primo settore, Ferrari punta sui cavalli

Su una delle piste più belle del mondiale che esalta le differenze a livello di guida tra i piloti, al termine delle prime libere a Suzuka emerge Max Verstappen con una RB19 che fa del primo settore il suo terreno di caccia, grazie a un'ottima stabilità e tanta precisione in percorrenza. Al contrario, Ferrari sembra aver puntato sulla propria PU, cercando di caricare le ali ma senza sacrificare le velocità di punta. Terzo attore protagonista la McLaren, capace di ben figurare nella prima parte del giro, per poi patire nelle zone più lente.

Max Verstappen, Red Bull Racing RB19

I dati e i tempi emersi dalla prima giornata di prove libere a Suzuka vedono ancora una volta Max Verstappen imporsi davanti a tutti. Dopo il passaggio a vuoto a Singapore, nato da particolari motivazioni tecniche, la Red Bull sembra aver cominciato il weekend giapponese con il piede giusto sin dalla sessione mattutina, dove ha immediatamente mostrato uno dei punti di forza della RB19 nel corso di questo fine settimana.

Un aspetto che potrebbe rivelarsi cruciale in particolar modo in qualifica, perché tutti i piloti si sono dimostrati concordi nel sottolineare l'importanza di partire quanto più avanti possibile sulla griglia, in particolar modo tenendo a mente le condizioni del tracciato riscontrate al venerdì. Infatti, contrariamente alle attese, i team hanno riscontrato una situazione di scarso grip che ha influito negativamente sui set-up preparati prima di arrivare nel Paese del Sol Levante, costringendo i piloti a intervenire sul bilanciamento.

Per quanto si tratti di un tracciato che fa della sensibilità dell’anteriore e della stabilità aerodinamica i suoi elemento chiave, diversi piloti si sono in realtà lamentati di un eccessivo scivolamento del posteriore, tanto che Yuki Tsunoda è arrivato a suggerire la possibilità che AlphaTauri abbia sbagliato la configurazione a livello di carico per il fine settimana. Aspetti che hanno portato a un degrado generalizzato, soprattutto dal punto di vista termico.

Max Verstappen, Red Bull Racing RB19

Max Verstappen, Red Bull Racing RB19

Photo by: Zak Mauger / Motorsport Images

Il lavoro in nottata sarà quindi fondamentale. Ci sono squadre come Red Bull che sembrano avere le idee chiare su quale sia la direzione da seguire nonostante gli esperimenti in FP1, dove è stato testato un nuovo fondo, poi approvato su entrambe le vetture. È interessante osservare come il team di Milton Keynes abbia deciso di conservare due set di pneumatici a mescola media, a dimostrazione che probabilmente si attende una gara verso le due soste ma con un ritmo più sostenuto. Una situazione simile a quella vista in casa Ferrari, che ha approfittato della sessione del mattino per provare un fondo rivisto, poi installato su tutte e due le monoposto con la speranza che possa garantire un comportamento più prevedibile e coerente, oltre a effettuare alcuni test a livello meccanico. 

A Suzuka, il Cavallino sembra aver deciso di puntare soprattutto sulla potenza della Power Unit, sacrificando qualcosa in termini di velocità massima, quantomeno in attesa di salire di mappature, per poter disporre di un assetto più carico che dovrebbe aiutare a ridurre il degrado e dare maggior fiducia ai piloti in curva. Globalmente, gli alfieri si sono detti soddisfatti del comportamento della vettura, in particolare Charles Leclerc. Per la Rossa, più che il giro singolo sarà cruciale la gestione gomma sulla lunga distanza, classico "tallone d'Achille" della SF-23. Scenario opposto a quello dei due portacolori McLaren che, pur sottolineando il buon livello di competitività della MCL60, hanno menzionato come la vettura si sia rivelata ostica da guidare.

Più staccata la Mercedes, i cui piloti rientrano tra quelli che hanno riportato un eccessivo scivolamento del posteriore: osservando i set rimasti, la Stella si è cautelata con due set di gomme hard, quindi si può ipotizzare che il team di Brackley si attenda una gara più critica sul lato del degrado. Ci sarà da lavorare in nottate, specie per Lewis Hamilton, il quale non ha nascosto la sua delusione al termine di una giornata che lo ha visto lontano dai primi dovendo lottare con il surriscaldamento delle coperture.

Carlos Sainz, Ferrari SF-23

Carlos Sainz, Ferrari SF-23

Photo by: Zak Mauger / Motorsport Images

La forza di Verstappen nel primo settore

Al primo tentativo utile sulla soft, in mattinata Verstappen ha subito piazzato un tempo di 32,030 secondi nel primo settore, rifilando almeno tre decimi alla concorrenza. Inoltre, per quanto i team non fossero alla ricerca della prestazione massima in FP1, anche il crono ottenuto precedentemente con la media prototipo sarebbe stato sufficiente per battere numerosi rivali. Tutto ciò a dimostrazione di quanto, quantomeno nelle mani del campione del mondo, la vettura si sia dimostrata rapida nel districarsi nella sequenza veloce che caratterizza la prima parte del giro.

Una supremazia poi confermata al pomeriggio, quando l’olandese ha abbassato il riferimento in quello stesso tratto a 31,505 secondi, staccando Lando Norris di circa due decimi e mezzo e Charles Leclerc di oltre mezzo secondo. È proprio in quel punto che il portacolori della Red Bull costruisce quel vantaggio utile a compensare quanto perso in altre zone della pista: è interessante notare come Red Bull abbia puntato su un assetto più scarico a livello alare rispetto ai rivali, a conferma di quanto lavori bene il fondo in una zona così complessa del tracciato, fornendo grande stabilità e un comportamento prevedibile, uno dei punti deboli della Rossa.

Nella sfida tra Ferrari e McLaren, buona parte del distacco tra Leclerc e Norris si compone in due fasi. La prima è quella di curva 1-2, un tratto dove il Ferrarista ha faticato per tutta la giornata, come testimoniato dai numerosi team radio a riguardo, mentre la seconda riguarda la sequenza veloce, dove si notano anche approcci molto differenti. Osservando i dati emerge come il monegasco cerchi di anticipare il rilascio dell’acceleratore in ingresso per poi ritornare rapidamente sul gas durante la curva, con l’obiettivo di aiutare la fase di rotazione come da suo stile. Un approccio differente da quello del compagno di squadra, il quale sembra molto più “lineare” nella sequenza, riuscendo a ritardare la fase di frenata portando maggior velocità tra curva uno e curva due.

Confronto telemetrico della FP2 tra Verstappen e Leclerc

Confronto telemetrico della FP2 tra Verstappen e Leclerc

Photo by: Gianluca D'Alessandro

Altro tema degno di nota è l’uscita da curva sette: per ora nessuno ha ancora cercato di affrontarla in pieno, mentre nella passata stagione in qualifica i piloti riuscirono ad affrontare quella zona senza la necessità di alzare il piede dall’acceleratore. Chi ha evidenziato un lift minore, come Verstappen, ne ha indubbiamente tratto vantaggio portando maggior velocità verso curva otto: un gap di circa 6 km/h su Leclerc, che si estende fino ai 16 km/h su Russell.

Ferrari punta sulla Power Unit

Anche il secondo intertempo si apre nel segno di Max Verstappen, colui che è riuscito ad affrontare la Degner Curve a una velocità superiore. Al contrario, la situazione si inverte per curva nove, dove gli avversari iniziano a recuperare inserimento e percorrenza, soprattutto Lando Norris.

Al tornantino si notano approcci totalmente differenti: mentre il britannico della McLaren cerca di rimanere più interno vicino al cordolo e il monegasco della Ferrari segue all’approccio opposto, cercando di frenare quanto più tardi possibile a ruote dritte per incrociare e tornare rapidamente sull’acceleratore, Verstappen si inserisce tra i due. In questo caso Ferrari guadagna in trazione, mentre la squadra di Woking sembra più attardata, pagando in una di quelle zone temute prima dell’arrivo a Suzuka.

Anche nell’allungo che porta alla Spoon, tratto dove non è possibile utilizzare il DRS, emergono le doti della Power Unit Ferrari, che tra i top team cerca di porsi come riferimento. Sorprende la McLaren, vicina alle altre squadre rivali, inclusa la Mercedes che ha optato per un assetto più scarico: non è la prima volta che al venerdì il gap velocistico risulta ridotto per poi ampliarsi al sabato, quindi sarà interessante osservare come varieranno i valori con mappature più aggressive. Un tema che vale anche per il lungo rettilineo del terzo settore prima della 130R, curva dove il Cavallino ha ben figurato soprattutto con Sainz, come si era già visto in curva Copse a Silverstone.

Confronto telemetrico della FP2 tra Norris e Leclerc

Confronto telemetrico della FP2 tra Norris e Leclerc

Photo by: Gianluca D'Alessandro

Generalmente sul giro secco Ferrari ha spesso ben figurato, riuscendo a compensare con la gomma il grip che poi manca sulla lunga distanza. Alla Spoon Curve si è visto un comportamento simile: nonostante Max Verstappen riesce a entrare in curva con velocità superiori, ben sfruttando la stabilità della RB19, ciò che sorprende è il comportamento della SF-23 nella seconda parte del curvone, quello in cui si soffre in modo più marcato il sottosterzo per la necessità di dover chiudere la curva in una zona che presenta un camber che spinge la vettura verso l’esterno. Sul giro singolo, nonostante qualche instabilità, soprattutto in uscita, l’auto di Maranello si è ben difesa, in particolare nelle mani di Charles Leclerc, che nel corso degli anni ha sempre mostrato un ottimo inserimento in questa tratto della pista, guadagnando anche su Norris.

Il giro si conclude con la chicane del triangolo dove, ancora una volta, emergono differenti approcci: Norris e Leclerc più aggressivi in frenata, portando così maggior velocità in ingresso, mentre Verstappen anticipa la fase di decelerazione e il punto di staccata per preparare al meglio la seconda fase del cambio di direzione che lancia verso il traguardo.

 

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