F1 | Dati: McLaren brilla nelle Lesmo, in Ferrari serve più stabilità
La prima giornata ha visto tante vetture racchiuse nello spazio di pochi centesimi. La McLaren si è confermata competitiva in curva come ci si attendeva fornendo un buon mix, mentre la Mercedes ha tirato fuori i cavalli già al venerdì. In Ferrari sono felici delle prestazioni, ma serve maggior stabilità e bilanciamento nelle Lesmo e alla Parabolica
La prima giornata di prove libere a Monza parte non tanto da cosa ha raccontato la pista, ma da come è cambiata. Dopo tanti anni in cui il tracciato brianzolo non aveva subito modifiche, l’Autodromo è stato rinnovato con un nuovo asfalto e cordoli modificati, che hanno cambiato anche il carattere di un circuito che i piloti devono in parte riscoprire. Certo, la base di partenza è sempre la medesima, ma è chiaro che con cordoli più bassi su cui è semplice tagliare la traiettoria e un asfalto totalmente rinnovato, e ancora piuttosto sporco a inizio giornata, Monza ora offra quale sfida da riscoprire.
L’asfalto realisticamente vedrà una grande evoluzione nel corso del weekend, anche grazie alle serie di supporto che lasceranno gomma aumentando il grip, ma all’inizio si è rivelato molto scivoloso, creando stress ulteriore sulle coperture che hanno sofferto di graining. A ciò si aggiunge il fatto che le vetture qui girano con ali piuttosto scariche, accentuando maggiormente questo fenomeno. Non è un caso che si sia palesato per più team durante i long run, inclusi Red Bull e Ferrari, con quest’ultima che lo ha visto anche sulla media.
Tuttavia, già domani la situazione dovrebbe evolvere, con la pista che migliorerà ulteriormente, anche se al momento rimane un punto di domanda sulle strategie. Oggi solo Yuki Tsunoda ha provato la hard, mentre gli altri hanno conservato il secondo set. Considerando che a Monza il tempo perso per la sosta è piuttosto consistente, è possibile immaginare che i team punteranno comunque su una sosta, con il secondo set di hard come piano B nel caso fosse necessaria un’ulteriore sosta.
Oscar Piastri, McLaren MCL38
Foto di: Simon Galloway / Motorsport Images
McLaren: la più consistente in curva
Spostandoci su quanto ha detto invece la pista, i tempi riscontrati al venerdì sono di difficile lettura, anche perché ci sono diverse considerazioni da fare, ma regalano diversi spunti. Lewis Hamilton è il pilota che ha registrato il miglior crono del venerdì in una giornata dedicata ancora una volta agli esperimenti, con un lavoro di comparazione del fondo che nelle FP2 ha portato l’inglese a confermare le ultime novità. Secondo i piloti, la W15 si è dimostrata ben bilanciata fin da inizio sessione, ma la W15 ha fatto delle velocità di punta il suo punto di forza al venerdì, con massime anche più alte di 4 km/h nei confronti della McLaren, soffrendo di più le curve di Lesmo dove serve grande appoggio e dove la MCL38, con il suo carico complessivo, è in grado di esprimersi meglio garantendo più fiducia al pilota. Qualche difficoltà in più nella prima chicane per Hamilton nei confronti di tutti i principali rivali, anche se diversi piloti sono arrivati all’errore quest’oggi.
Tuttavia, i giri della McLaren sono forse proprio quelli da prendere maggiormente con le pinze. Il miglior tempo di Norris è arrivato in una tornata che McLaren aveva chiesto di abortire: non sarebbe la prima volta in cui il britannico non svela tutte le proprie carte nelle libere, per poi trovare qualcosina in più nel momento decisivo in qualifica. Ancor più interessante, tuttavia, è il crono di Oscar Piastri, in quanto avrebbe potuto essere decisamente più rapido di quello poi effettivamente registrato, il che lo avrebbe portato in testa alla classifica.
In uscita dall’Ascari, infatti, l’australiano ha perso il posteriore dovendo controllare un sovrasterzo, il che lo ha spinto a mollare l’acceleratore: ciò ha pesato sull’intero tratto che porta alla Parabolica, dove in effetti Piastri è stato a lungo 10 km/h più lento del compagno di squadra. Una sbavatura che è costata oltre due decimi, a dimostrazione che il portacolori della McLaren avrebbe potuto essere ben più veloce di quanto non sia stato effettivamente. Nel complesso, la MCL38 si è dimostrata estremamente rapida in curva, soprattutto nelle due curve di Lesmo rispetto a Mercedes e Ferrari, che hanno invece pagato qualcosa in più come deficit.
Confronto telemetrico Hamilton - Norris FP2 Italia
Foto di: Gianluca D'Alessandro
Rimane da vedere quanto il team di Woking si sia trattenuto sui rettilinei e quanto, al contrario, sia un passivo dovuto più ancora a carenze aerodinamiche: lo scorso anno, infatti, su queste configurazioni la MCL60 non eccelleva. Rispetto alla Mercedes, che condivide la medesima Power Unit, il gap è piuttosto marcato su tutti i rettilinei, mentre nei confronti della Ferrari rimane presente su tutti gli allunghi tranne che su quello dove si trova la griglia di partenza.
Ferrari sorride, ma serve un miglior bilanciamento
Chi ha chiuso la giornata con il sorriso è la Ferrari, soprattutto per quanto riguarda Charles Leclerc, che si è detto soddisfatto non solo delle performance, ma anche delle novità portate per il GP di casa. La Rossa ha fatto debuttare a Monza un pacchetto non solo di adattamento al tracciato, ma anche volto a risolvere alcuni problemi incontrati recentemente pur aggiungendo del carico aerodinamico. Per ora il tanto temuto bouncing non si è presentato in maniera fastidiosa, al contrario di altre squadre, tra cui ad esempio l’Alpine, che soprattutto a centro curva ha dovuto lottare contro questo fastidioso fenomeno.
Dal punto di vista delle performance, la SF-24 non sembra essere distante dai rivali con il suo assetto molto scarico che, in effetti, l’ha resa tra le più veloci sui rettilinei nel confronto tra le quattro scuderie di vertice, in linea con i riferimenti della Mercedes per dare un’idea. Dove la monoposto di Maranello ha mostrato qualche segnale di difficoltà in più sono nelle due Lesmo del settore centrale, dove tra l’altro lo stesso Leclerc era stato autore di un grosso sovrasterzo in precedenza, segnale che nelle zone in cui serve grande stabilità e appoggio vi è ancora qualcosa da migliorare. Da questo punto di vista sarà molto interessante capire se il miglioramento della pista nei prossimi giorni andrà a favorire il team italiano, anche perché ci sono altri tratti su cui sarà fondamentale lavorare, come la Parabolica, dove i due Rossi non riesco ad essere altrettanto efficaci in ingresso come gli avversari, faticando a portare velocità nella fase di inserimento.
Confronto telemetrico Hamilton - Sainz FP2 Italia
Foto di: Gianluca D'Alessandro
Leclerc ha sottolineato quanto la prima giornata lo abbia soddisfatto sul piano delle performance, con una base di partenza molto più convincente di quella di Zandvoort, ma altrettanto fondamentale sarà lavorare per migliorare il bilanciamento. Sin dalla prima sessione il monegasco si è lamentato di un’auto difficile da guidare, aspetto che in realtà aveva già menzionato anche in altri Gran Premi. In effetti, anche da parte dei box il monegasco ha ricevuto molti consigli di guida, in particolare su come gestire la fase di decelerazione e i picchi del pedale in frenata.
Il capitolo Red Bull è ancor di più di difficile lettura essenzialmente per due motivi: da una parte perché Verstappen non ha completato il giro con la soft a causa di un errore alla Parabolica, dall’altra perché al venerdì la squadra di Milton Keynes è sempre molto conservativa con le mappature motore. Inoltre, la RB20 non dispone di un’ala a bassissimo carico, ma semplicemente di un’ala standard con un flap del DRS tagliato in più sezioni. In effetti, il gap sui rettilinei si è visto, anche se non tanto in termini di velocità di punta, ma anche sulla progressione in allungo, specialmente verso l’Ascari.
Prima di abortire il giro per l’errore all’ultima curva, i dati mostrano come il giro di Verstappen sul paino della velocità in curva fosse comunque buono, soprattutto all’Ascari, dove evidentemente i cordoli più bassi di quest’anno hanno aiutato anche ad affrontare il tratto con maggior semplicità. Anche nella zona delle Lesmo l’olandese sembra l’unico in grado di poter reggere il ritmo delle McLaren. Il tre volte iridato è conscio che la situazione sia più delicata sul giro secco, mentre ha sentito maggior fiducia, così come Sergio Perez, nelle simulazioni gara, dove solo sul finale la gomma ha iniziato a soffrite tanto di graining, con un innalzamento dei tempi più marcato.
Anche per questo riuscire ad analizzare i long run a Monza è estremamente complesso: oltre al possibile traffico, che in realtà diversi piloti hanno incontrato con l’uso del DRS per compiere sorpassi che pesa sui tempi, l’effetto del graining oggi ha colpito tanti team. Prima che si innescasse questo fenomeno, nonostante Verstappen avesse effettuato un’introduzione lenta proprio per tentare di prevenirlo, i tempi della Red Bull sono stati competitivi con la media. McLaren è forse la squadra che si è rivelata più equilibrata nel complessivo, ma a fare la differenza sarà soprattutto il lavoro notturno, dove sarà molto importante riuscire a comprendere quanto evolverà la pista per non rimanere scottati.
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