F1 | Dati: Ferrari domina sui rettilinei, Red Bull cerca compromesso
La prima giornata di azione in pista a Monza è andata in archivio con una Ferrari che si conferma riferimento sui rettilinei grazie a velocità di punta superiori a quelle dei rivali più diretti. Red Bull è alla ricerca di un compromesso avendo provato tre diverse configurazioni alari, con un netto dominio nella zona della Parabolica. McLaren si è dedicata a prove comparative tra due differenti opzioni, ma emerge la sua competitività in curva.
Per la prima volta dopo mesi, la Formula 1 sembra pronta ad affrontare un intero weekend sull’asciutto, senza elementi che possano in qualche modo disturbare il proseguimento del fine settimana impattando sull’ordine dei valori in campo. Tuttavia, non è mancata qualche piccola disavventura, soprattutto nella seconda sessione di prove libere, interrotta prima per il problema al sistema di alimentazione sulla vettura di Lance Stroll e poi per l’incidente di Sergio Perez negli ultimi minuti della giornata, fermando le simulazioni sulla lunga distanza.
In quel di Monza, il venerdì è soprattutto giorno di scelte a livello aerodinamico, con un approccio che ha visto diverse squadre seguire la medesima direzione. Da una FP1 con configurazioni più cariche, in modo da analizzare il grip della pista e disporre dei primi riferimenti, si è poi passati alle soluzioni più scariche, in linea con le richieste di un tracciato atipico come quello brianzolo. Una decisione tanto importante quanto intrigante, da prendere non solo in base a quale sessione si vuole privilegiare tra il sabato e la domenica, ma anche tenendo a mente le caratteristiche di ogni singola auto.
Al venerdì si sono viste tante soluzioni differenti, in parte riciclate su idee degli anni passati, in parte con un approccio completamente differente rispetto a quanto visto in altri appuntamenti della stagione. Ad esempio, Ferrari si è presentata con una configurazione particolarmente scarica che l’ha vista trarre il meglio in assoluto sui rettilinei, arrivando a toccare pure nettamente superiori agli avversari più diretti quali Red Bull e McLaren, specie sull’allungo che porta all’Ascari. In FP1, la Rossa ha girato con una configurazione provvista di due beam wing, mentre nel tardo pomeriggio si è passati al singolo profilo, migliorando ulteriormente le velocità di punta. L’aspetto convincente è che questa superiorità non è dovuta a qualche scia, seppur nell’ultimo tentativo di Carlos Sainz un leggero effetto benevolo si sia visto sul rettilineo d’arrivo, ma solo alle performance delle vettura, tanto che si è ripetuta in diversi tentativi.
Più complesso l’approccio di Red Bull e McLaren. Per quanto riguarda la squadra di Milton Keynes, in FP1 Max Verstappen aveva testato l’ala più carica tra quelle a disposizione, mentre Sergio Perez aveva optato per una più scarica, in modo da fornire una comparazione diretta. Il punto interessante è che, in realtà, Red Bull si è presentata con tre configurazioni diverse, perché in FP2 l’olandese ha girato con un flap mobile ancor più scarico di quello testato dal compagno di casacca, come si può anche notare dall’attacco del DRS, registrando quindi velocità di punta leggermente superiori al messicano.
Il due volte campione del mondo ha mostrato buoni parziali nel primo e nel terzo settore, ma in quello centrale è stato ostacolato dal traffico, perdendo così qualche decimo che avrebbe potuto rivelarsi utile per scalare delle posizioni in classifica. Al netto di ciò, per la scuderia britannica, la giornata del venerdì ha rappresentato quasi una sorta di test ed è lecito supporre che, dopo aver visto i riferimenti della Ferrari, il team sentisse di essere fin troppo vulnerabile nel caso avesse confermato l’opzione più carica in assoluto tra quelle a disposizione. La sensazione, come confermato anche dallo stesso Verstappen, è che il team stia ancora rifinendo il set-up, cercando di capire quale possa essere la configurazione più adatta per bilanciare al meglio la RB19 tra le curve lente e quelle più rapide.
Differente la scelta in casa McLaren, che tra FP1 e FP2 ha alternato le due ali a disposizione tra i due piloti: nel tardo pomeriggio è toccato a Oscar Piastri girare con l’opzione più carica, simile a quella già usata a Spa ma con il flap DRS tagliato, tanto che ha mostrato velocità di percorrenza in curva estremamente convincenti, anche se ne ha pagato il dazio sui rettilinei. Al contrario, nella seconda sessione Lando Norris ha testato quella più scarica tra le due ma, ciononostante, anche il britannico ha ben impressionato nelle curve, specie quelle del secondo settore se messe a confronto con quelle sia della Ferrari che della Red Bull.
Confronto telemetrico FP2 tra Sainz e Norris: si nota la velocità in rettilineo della SF-23, così come quella in curva della MCL60
Photo by: Gianluca D'Alessandro
Osservando i riferimenti telemetrici, è interessante notare come Sainz sia il pilota più cinico in staccata di curva uno, una caratteristica del suo stile di guida, con frenate ritardate e un approccio aggressivo in scalata. Infatti, le sue linee telemetriche sono quelle più decise mentre, ad esempio, Norris lascia scorrere la vettura nella prima parte della chicane, dovendo però togliere completamente il piede dall’acceleratore nel cambio di direzione, segnale di un’interpretazione totalmente differente dai rivali.
I limiti di una SF-23 scarica improntata al raggiungimento di alte velocità di punta emergono soprattutto nelle curve del secondo settore. Alle due Lesmo si può apprezzare come, ancora una volta, Norris sia il punto di riferimento, non solo per la configurazione scelta, ma anche perché si tratta di una tipologia di curve che la MCL60 ha sempre ben digerito durante l’arco dell’intero mondiale. In questo caso è però interessante sottolineare come sia Sainz che Verstappen tornino prima sull’acceleratore, con la Ferrari che fa immediatamente valere le proprie qualità sugli allunghi, tanto da arrivare a toccare quota +10 km/h sulla McLaren prima della sequenza 8-9-10.
L’Ascari rappresenta uno dei punti più complessi del tracciato, specie in entrata, dove spesso i piloti adottano approcci differenti. C’è chi, anche a costo di perdere qualcosa in termini di grip, cerca di sfruttare quanto più possibile il cordolo in entrata in modo da posizionare al meglio la monoposto per il cambio di direzione come Charles Leclerc, mentre chi, come Max Verstappen, nelle libere non ha cercato il limite, tenendosi più largo. Ciò che è chiaro, tuttavia, è anche all’Ascari la McLaren al venerdì l’ha fatta da padrone, imponendo la sua superiorità. Al contrario, chi ha sofferto, come ci si aspetterebbe, è la Ferrari, che ha patito il rapido cambio di direzione, dovendo effettuare anche un vistoso lift.
Confronto telemetrico FP2 tra Sainz e Verstappen: da segnalare la grande competitività della RB19 alla Parabolica.
Photo by: Gianluca D'Alessandro
Inoltre, durante tutta la giornata si è visto la SF-23 toccare l’asfalto in uscita da curva dieci, mostrando un vistoso bottoming. In qualifica si andrà più vicini al limite, per cui sarà interessante comprendere quanto margine avranno i due portacolori del Cavallino da sfruttare quanto conterà davvero per il cronometro.
Tuttavia, il vero punto in cui la RB19 è capace di fare la differenza è la Parabolica, il tratto in cui la monoposto di Milton Keynes sembra esprimere al meglio le sue doti. Verstappen, infatti, è stato capace di infliggere un gap di circa 10 km/h a Norris e 18 a Sainz: osservando i riferimenti telemetrici, è interessante individuare come i piloti della Red Bull siano in grado di frenare più tardi portando tanta velocità in ingresso, riuscendo comunque a gestire il sottosterzo a centro curva, aspetto che ha invece tratto in inganno Perez durante la simulazione gara con più benzina a bordo.
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