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Dallara: "L'Halo ha salvato la vita di Grosjean"

Giampaolo Dallara stava guardando il GP del Bahrain alla televisione quando Grosjean si è schiantato contro le barriere della Curva 3 finendo in una palla di fuoco: "Ho avuto una grande paura. Poi quando ho visto Romain uscire dalle fiamme ho pensato cosa avrei potuto fare di meglio, ma ci è andata bene. Possiamo ringraziare Jean Todt se Grosjean è vivo: senza l'Halo non si sarebbe salvato nelle lamiere".

La cellula di sopravvivenza della Haas VF-20 di Romain Grosjean incastrata nel guard rail

LAT Images

Giampaolo Dallara è rimasto pietrificato dalle immagini del rogo di Romain Grosjean nella Haas che si è schiantata contro il rail durante il promo giro del GP del Bahrain.

Abbiamo sentito l'ingegnere parmense al cellulare mentre ancora scorrevano le immagini del terribile incidente del pilota francese: "Sono rimasto sconvolto dalle immagini - ci ha detto Dallara - ho avuto una grande paura, ma che sollievo vedere Romain uscire da quel rogo!".

La Haas VF-20 è costruita nella factory di Varano de Melegari nella sede della Dallara Automobili: la vettura dopo la toccata di Daniil Kvyat si è schiantata come un proiettile contro la tripla fila di rail. L'impatto è stato quasi frontale e la monoposto si è infilata nelle protezioni dopo essersi spezzata dietro alla cellula di sovravvivenza che ha funzionato perfettamente.

"Grosjean è vivo perché c'è l'Halo, altrimenti non avrebbe avuto scampo. Oggi possiamo ringraziare San Todt se le monoposto dispongono di questa protezione della testa. Il presidente della FIA è stato colui che più ha spinto per l'introduzione di questa soluzione e ha avuto ragione!".

Ingegnere qual è stato il primo pensiero?

"Ho avuto paura. Molta paura. Poi quando ho visto Romain saltare dal rail fuori dalle fiamme ho subito pensato a cosa potevo fare di meglio. Credo che questo incidente drammatico verrà analizzato in ogni aspetto e permetterà di migliorare ancora la sicurezza. Ogni due anni ci sono interventi per migliorare ogni dettaglio e bene è stato non abbassare mai la guardia".

Possiamo essere orgogliosi che un'azienda italiana abbia realizzato il telaio che ha retto a un impatto terribile...

"Si può fare sempre di più - conclude Dallara - ma ci è andata bene perché tutte le strutture di sicurezza hanno funzionato a dovere".

Il fuoco in F1 con un rogo così pauroso non si vedeva più dal crash di Pedro Diniz nel 1996: l'esplosione secondo le prime indiscrezioni sarebbe stata dovuta alla batteria dell'ERS che avrebbe scatenato le violente fiamme.

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