F1 | Con il "vetro liquido" arriva la giacca in fibra di carbonio
Gian Luca Falleti ha lanciato nel paddock di Sakhir un nuovo capo di abbigliamento realizzato con fibra di carbonio: "Grazie al vetro liquido - speiga il titolare della Nanoprom - siamo riusciti a trattare il tessuto che pesa meno di qualsiasi altro, può essere indossato anche con il caldo ed è impermeabile per cui non si bagna con l'acqua e non si macchia con l'olio". Interessa alcune Case automobilistiche incuriosite di poter offrire una linea di abbigliamento esclusiva.
Non è affatto un volto nuovo nel mondo della Formula 1. Gian Luca Falleti è un personaggio molto creativo che ha saputo proporre nel Circus alcune soluzioni tecniche molto innovative: con il Polysil nel 2013 aveva introdotto la pellicola in silicio formata da nanotecnologie utili a mantenere il calore del cerchio.
Grazie al "vetro liquido" verniciato nella parte interna della ruota, il calore generato dai freni non veniva disperso, ma trasferito attraverso il cerchio alla gomma. E grazie a una maggiore trasmittanza termica, vale a dire la capacità di non vedere variare nel tempo il flusso di calore, era possibile controllare le temperature degli pneumatici.
L’azienda di Casalgrande ha fatto importanti investimenti in campo della chimica e, soprattutto, nelle nanotecnologie, tanto che ora dispone di un catalogo di prodotti derivati dal Polysil, che potrebbero avere un fortissimo impatto sulle F1, dopo che sono stati sperimentati in ambiti aeronautici e aerospaziali.
La Nanoprom Chemicals S.r.l. poi ha sviluppato le sostanze nanotecnologiche grazie alle quali è possibile verniciare un’intera carrozzeria di F1 con un prodotto di appena 400 grammi, togliendo oltre 1 kg dal valore standard.
E la presenza di Gian Luca Falleti nel box della Haas ai test in Bahrain lascia intendere che la VF-23 potrebbe aver ricevuto la “cura” della Nanoprom nel risparmio di peso. In realtà il vulcanico manager sassuolese era a Sakhir per lanciare l’ultima trovata con una tecnologia derivata dalla F1: parliamo di una giacca al 100% in carbonio.
Di che si tratta? Di uno straordinario capo di abbigliamento indossato dallo stesso ideatore che attraverso il rivestimento cambia tonalità di colore avendo la capacità di riflettere i raggi infrarossi.
“Grazie al nostro brevetto del vetro liquido – spiega Falleti -, siamo riusciti a sviluppare applicazioni del tutto inedite per la fibra di carbonio”.
Ma perché mai ci sarebbe bisogno di una giacca in fibra di carbonio? “I vantaggi sono molteplici: è leggerissima (pesa meno di 500 grammi anche con il rivestimento interno), è anti-calore per cui può essere indossata senza problemi anche in piena estate ed è impermeabile per cui non si bagna con l’acqua e non si macchia nemmeno con l’olio”.
Come avete fatto a rendere il carbonio indossabili, tenuto conto che normalmente le fibre danno fastidio al contatto con la pelle?
“Grazie all’impiego del vetro liquido, un nostro brevetto del 2010, che ci ha permesso di ampliare ulteriormente le applicazioni del carbonio”.
“Non è nostra intenzione entrare nel settore dell’abbigliamento, quindi non produrremo giacche o altri capi. Tuttavia, potremo mettere a disposizione il nostro know-how: l’idea della giacca è nata da una ricerca nel settore automotive. Abbiamo studiato soluzioni per arrivare a interni di auto completamente in carbonio con tutti i vantaggi che ho descritto prima”.
A chi interessa la vostra giacca?
“Stiamo ricevendo richieste di informazioni da parte di alcuni Costruttori: chi produce vetture da sogno in carbonio potrebbe voler offrire ai suoi clienti anche una linea di abbigliamento speciale…”.
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