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Analisi

F1 | Caso Steiner: cosa si nasconde dietro alla rottura con Haas?

Per otto anni il bolzanino è stato il volto della squadra americana: è stato Gunther a proporre a Gene l'ingresso in F1 con un progetto innovativo che permetteva di sfruttare le sinergie con la Ferrari per entrare nel Circus sensa grandi strutture. L'ex team principal pare volesse sfruttare il "Capex" per fare degli investimenti, magari cedendo una quota minoritaria, ma il titolare non ha voluto. E sullo sfondo della separazione emerge anche una certa gelosia per l'italiano che è diventato un personaggio.

Guenther Steiner, Team Principal, Haas F1 Team

La notizia dell’uscita di Gunther Steiner dal team Haas ha colto di sorpresa l’intera Formula 1. In altri casi simili c’erano sempre state avvisaglie (come tra l’Alpine ed Otmar Szafnauer) ma in merito al rapporto tra il cinquantottenne altoatesino e la Haas non si era mai intravista alcuna crepa.

Il ruolo avuto da Steiner nella storia della Haas in Formula 1 va molto oltre quello di team principal che ha ufficialmente ricoperto da quando la squadra ha esordito nel Gran Premio d’Australia 2016. Il programma era partito due anni prima proprio da un’idea che Steiner portò all’attenzione di Gene Haas, un progetto mirato a sfruttare al massimo quanto concesso dai regolamenti dell’epoca per limitare al minimo gli investimenti di partenza.

La squadra aveva preso forma con un organico ridotto grazie alla partnership con Ferrari, una collaborazione che ha permesso alla Haas di poter acquistare da Maranello la power unit e tutti i pezzi concessi dal regolamento, delegando poi alla Dallara la realizzazione della scocca e tutte le altre componenti realizzate da un proprio dipartimento tecnico. L’idea ha funzionato così bene da costringere in seguito la FIA (sotto la spinta di molte squadre) a fissare dei limiti più rigidi per garantire la proprietà intellettuale dei progetti.

La Haas ultima nel mondiale Costruttori 2023: Steiner paga il pessimo risultato?

Photo by: Simon Galloway / Motorsport Images

La Haas ultima nel mondiale Costruttori 2023: Steiner paga il pessimo risultato?

Oltre all’idea di base, Steiner nella gestione ordinaria del team ha assunto un ruolo di riferimento. Il proprietario Gene Haas non è mai stato un assiduo frequentatore del paddock, limitando a poche occasioni la sua presenza in pista e lasciando così il timone al team principal. Anno dopo anno Gunther (ormai chiamato per nome da tutti gli addetti ai lavori) è diventato il volto del team Haas, e con l’avvio della serie Netflix “Drive to Survive” la sua personalità schietta e decisamente ‘racing’ ha fatto breccia nel grande pubblico.

Niente di voluto o costruito, ma semplicemente Gunther, capace di ammettere davanti ai microfoni di aver avuto un weekend di “m..”, o di criticare senza giri di parole un suo pilota dopo un errore. Un atteggiamento che ha rotto gli schemi di una Formula 1 molto politically correct facendo breccia nel pubblico.

La popolarità ha portato Steiner ad essere per tutti la Haas, e probabilmente questo aspetto non è estraneo alla decisione da parte della proprietà di non rinnovare il contratto con il suo team principal. Dopo aver ufficializzato la separazione, i commenti del pubblico sui profili social sono stati a senso unico in difesa di Steiner, al punto da costringere il team a cancellare i più schietti.

Oltre ad una possibile gelosia tra il proprietario del team e il suo dipendente di punta, alla base della separazione c’è però probabilmente di più. Lo scenario non è ancora del tutto chiaro, ma è difficile pensare che il bilancio sportivo di un 2023 deludente non abbia avuto un peso.

Vista dall’esterno la storia della Haas si basa su un’idea vincente di partenza che però negli ultimi anni non è stata supportata dai necessari investimenti. La Formula 1 è entrata nell’era ‘Cost Cap’ calmierando i costi di gestioni delle squadre, ma i team hanno comunque proseguito ad investire sfruttando quanto concesso dalla voce ‘CapEx’, ovvero una parte di budget extra a disposizione di ogni squadra (esclusa dal Budget Cap) destinato a spese mirate al miglioramento delle strutture.

Un fronte, quello del ‘CapEx’, che ha visto molto attive squadre come Williams, AlphaTauri, Aston Martin, mentre la Haas ha proseguito la sua attività senza puntare su investimenti extra. La pista ha dato delle indicazioni precise, ma dalle dichiarazioni rilasciate da Gene Haas dopo la notizia del cambio di team principal, emerge che il proprietario della squadra non reputi prioritario il potenziamento della struttura tecnica.

Gene Haas, proprietario del team Haas F1

Photo by: Sam Bloxham / Motorsport Images

Gene Haas, proprietario del team Haas F1

“Non sono qui seduto a dire che sia colpa di Gunther – ha dichiarato Haas - ma semplicemente credo che questo fosse il momento opportuno per fare un cambiamento e provare una direzione diversa, perché ciò che abbiamo fatto ultimamente non ha funzionato. Abbiamo avuto un finale di stagione difficile, e non so il perché, queste sono domande da porre a Gunther. Alla fine, è una questione di prestazioni. Non ho più alcun interesse ad essere in ultima posizione”.

Non è difficile ipotizzare una visione diversa in merito alle carenze di risultati, e in parte traspare dalle parole di Haas. Il proprietario della squadra ritiene il modello attuale sufficiente a poter ambire a risultati migliori, e non è da escludere che la visione di Steiner fosse differente.

Ha colpito anche la differente strategia finanziaria della squadra statunitense rispetto ad alcuni team rivali. Nel corso del 2023 Alpine ed Aston Martin hanno ceduto una parte delle quote azionarie al fine di assicurarsi fondi per affrontare serenamente gli investimenti richiesti dal ‘CapEx’.

L’ottimo stato di salute che attualmente sta vivendo la Formula 1 ha portato il valore delle squadre a cifre inimmaginabili solo tre anni fa, con un entry-level (per chi intende provare ad acquistare una squadra) che parte da un miliardo di dollari. Cedere una quota del venti per cento (come fatto da Alpine e Aston Martin) assicura cifre ingenti con cui poter pianificare investimenti senza affanni, ma su questo fronte la Haas non si è mai messa sul mercato.

Un’immobilità che spicca rispetto alla concorrenza, e che potrebbe non essere estranea alla rottura del rapporto tra Haas e Steiner, probabilmente proiettato su una visione diversa nel lungo periodo.

Ora per la Haas inizia un’era nuova. La sfida di Gene è quella di dimostrare in pista di avere ragione, ma voltare pagina non sarà semplice. Per quanto alla fine la squadra si sia privata di un dipendente, ha perso la persona che l’ha rappresentata maggiormente nell’arco di otto stagioni.

Il nuovo team principal, Ayao Komatsu ha il vantaggio di conoscere bene la squadra al suo interno, ma dovrà calarsi in un ruolo nuovo che richiederà un doveroso periodo di rodaggio. Non sarà semplice, ma come sempre in Formula 1, alla fine tutto sarà giudicato sulla base delle classifiche di gara.

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