F1 | Caso Perez: il perché di una reprimenda e di una sanzione
Il collegio dei commissari sportivi ha adottato due diversi atteggiamenti per la stessa violazione dell'articolo 55.10 del regolamento Sportivo di Formula 1: il vincitore del GP di Singapore se l'è cavata con un richiamo per quanto accaduto al giro 10 perché la pista era molto scivolosa e bagnata in alcuni punti, mentre è scattata la penalità di 5 secondi per quanto è successo al giro 36 quando non c'erono attenuanti vista la recidività.
Foto di: Steven Tee / Motorsport Images
La decisione del Collegio dei Commissari Sportivi in servizio nel Gran Premio di Singapore, in merito al ‘caso Perez’, ha scatenato molte polemiche soprattutto tra gli appassionati. A far sorgere dubbi è una considerazione legittima: per quale motivo il pilota della Red Bull è stato punito solo per una delle due infrazioni commesse durante il Gran Premio di Singapore?
L’analisi della gara ha confermato che Perez ha ignorato in due occasioni l’articolo 55.10 del regolamento Sportivo Formula 1, che impone al leader della gara (in caso di regime di safety car) di mantenersi entro, e non oltre, dieci lunghezze dalla vettura di servizio (dove la ‘lunghezza’ è riferita alla dimensione di una monoposto).
Perez non ha rispettato questo articolo del regolamento per la prima volta al decimo giro, ma i Commissari Sportivi hanno sanzionato questa infrazione con una reprimenda, un passaggio cruciale per l’assegnazione della vittoria del Gran Premio di Singapore. Il motivo è stato chiarito dagli stessi uomini FIA. “Nel colloquio avvenuto dopo la gara – recita il comunicato – Perez ha dichiarato che le condizioni della pista erano molto scivolose, e questo comportava delle difficoltà, in alcuni punti della pista, nel restare a distanza regolamentare dalla safety car”.
Sergio Perez, Red Bull Racing, scende vittorioso dalla sua monoposto
Photo by: Steven Tee / Motorsport Images
Gli stessi Commissari hanno evidenziato che il tracciato era in realtà bagnato solo in alcune parti, e non in tutto il suo perimetro. “Tuttavia – ha spiegato la FIA - abbiamo preso in considerazione le condizioni rese difficili dalla pioggia e le difficoltà evidenziate da Perez come circostanze attenuanti e, di conseguenza, è stato deciso di punire il pilota con una reprimenda”.
L’episodio si è successivamente ripetuto al giro 36, in circostanze identiche, sempre nel tratto rettilineo tra la curva 13 e 14. Il Collegio dei Commissari Sportivi in questo caso ha valutato diversamente l’infrazione, poiché Perez è stato ritenuto recidivo. “Il Direttore di Gara ha inviato un primo avvertimento alla squadra in merito all’infrazione commessa da Perez – recita la relazione FIA – e il team ha inoltrato l’avvertimento al pilota (l’episodio menzionato è quello precedentemente punito con una reprimenda). Avendo Perez violato una seconda volta l’articolo 55.10 nonostante il precedente avvertimento, è stato deciso di imporre al pilota una penalità di 5 secondi”.
La Safety Car precede Sergio Perez, Red Bull RB18, ma il messicano è molto distanziato
Photo by: Lionel Ng / Motorsport Images
Le circostanze particolari hanno avuto un peso nel giudizio emesso dal Collegio, ma complessivamente le procedure di valutazione si sono basate sul regolamento Sportivo. La decisione finale, ovvero i cinque secondi di penalità, è stata in realtà ritenuta la più probabile sia da Ferrari che dalla stessa Red Bull a gara ancora in corso, come confermato dai team-radio in cui hanno chiesto ai rispettivi piloti di spingere il più possibile nel tentativo di creare un gap superiore (nel caso di Perez) o di mantenere sotto la soglia, nel caso di Leclerc.
Qualche polemica è sorta anche sulle tempistiche impiegate per rendere ufficiale la classifica finale, pubblicata tre ore dopo la bandiera a scacchi. Anche in questo caso tutto rientra nelle procedure, poiché il Direttore di Gara ed il Collegio dei Commissari hanno preferito convocare ed ascoltare il pilota in questione, ovvero Perez, prima di esprimersi sulla vicenda.
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