F1 | Caso Alonso: Aston non fa appello per mancanza di nuove prove
Mike Krack, team principal di Aston Martin, difende la manovra di Alonso tramite un comunicato, ma annuncia che la squadra non farà appello alla sanzione per mancanza di nuove prove: questo rende inammissibile la revisione della decisione dei commissari.
Aston Martin ha deciso di non fare appello riguardo la penalità comminata dai commissari di gara del Gran Premio d'Australia a Fernando Alonso, reo di aver infranto una regola del codice sportivo FIA dedicato alla F1 all'ultimo giro del terzo evento della stagione 2024 di Formula 1 contribuendo a innescare l'incidente che ha portato al ritiro George Russell.
La decisione è stata prima presa e poi spiegata dal team principal Mike Krack tramite un comunicato stampa diramato nella serata di ieri. Krack ha sottolineato come il team non abbia potuto raccogliere nuove prove, per questo il ricorso diviene automaticamente inammissibile.
"Fernando ha ricevuto 20 secondi di penalità quando non c'è stato alcun tipo di contatto tra lui e la vettura che lo seguiva, e questa è una pillola particolarmente amara da ingoiare. Ma abbiamo accettato la decisione", si legge nel comunicato.
L'incidente di George Russell, Mercedes W15
"Abbiamo fatto del nostro meglio, ma senza nuove prove non siamo in grado di ottenere il diritto di revisione della penalità inflitta a Fernando".
Krack, come già hanno fatto diversi membri di Aston Martin Racing nel corso degli ultimi giorni, ha voluto difendere fortemente Alonso dalle critiche che giustamente gli sono piovute addosso per la manovra che ha provocato l'incidente di Russell.
"Siamo tutti contenti e sollevati dal fatto che George non abbia subito danni nell'incidente. Voglio farvi sapere che supportiamo pienamente Fernando. E' il pilota con più esperienza in Formula 1, ha completato più gran premi di chiunque altro e ha più di 20 anni d'esperienza. E' pluri campione del mondo in diverse categorie".
"Fernando è un pilota fenomenale e stava usando ogni mezzo per finire la gara davanti a Russell, proprio come abbiamo visto lo scorso anno contro Perez in Brasile. Questa è l'arte del motorsport ai livelli più alti".
La difesa nei confronti di Fernando è comprensibile da parte del suo team, questo non deve affatto stupire anche perché il nativo di Oviedo è in scadenza con il team che vuole a tutti i costi trattenerlo. Ma è altrettanto chiaro come i commissari di gara abbiano avuto tutti gli elementi necessari - telemetrie, immagini, team radio e le parole dei piloti - per prendere una decisione riguardo la manovra di Alonso.
Ricordiamo che Alonso, giunto in curva 6, ha alzato il piede dall'acceleratore più di 100 metri prima rispetto a quanto fatto fino al giro precedente con l'intento - così ha dichiarato lui - di uscire meglio dalla curva. Fernando ha poi frenato, scalato una marcia in un punto inusuale.
Confronto telemetrico tra il giro 56 e 57 di Alonso nel GP d'Australia
Foto di: Gianluca D'Alessandro
Questo ha portato i commissari a ritenere che la manovra di Alonso andasse a infrangere la regola 33.4 del regolamento sportivo, che recita: "In nessun momento una monoposto può essere guidata lentamente in maniera non necessaria, sbagliata, o in qualche maniera potenzialmente pericolosa per gli altri piloti o qualsiasi altra persona".
E' vero che Alonso ha alzato il piede dall'acceleratore anche per ricaricare le batterie e avere più energia a disposizione nel resto del giro, ma la riduzione di 35 chilometri orari rispetto al giro precedente in quel tratto va proprio a infrangere la regola 33.4, perché la AMR24 numero 14 è stata guidata lentamente in maniera potenzialmente pericolosa per gli altri piloti. Difendere la propria posizione in pista è sacrosanto, ma è altrettanto necessario restare nei limiti imposti dal regolamento.
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