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F1: budget cap ridotto, si può andare avanti senza l'unanimità

Per ridurre il budget cap fino a 135 milioni di dollari nel 2024 sono sufficienti 6 voti a favore su 10 dei tem, poi la palla passerà in mano al Consiglio Mondiale FIA. Ferrari, Mercedes e Red Bull storcono il naso.

Antonio Giovinazzi, Alfa Romeo Racing C38, precede Alex Albon, Red Bull RB15, Kevin Magnussen, Haas F1 Team VF-19, Daniil Kvyat, Toro Rosso STR14, Robert Kubica, Williams FW42, Pierre Gasly, Toro Rosso STR14, e il resto delle auto all'inizio della gara

Foto di: Glenn Dunbar / Motorsport Images

I 10 team di Formula 1 sono pronti a votare una durata di 5 anni per il nuovo budget cap, che dalla prossima stagione entrerà in vigore venendo abbassato.

Una mossa un po' a sorpresa, dunque, in questo periodo di crisi legata al Coronavirus che è servito alle squadre per discutere della questione di ridurre le spese proprio per le conseguenze che avrà la situazione attuale sull'economia mondiale.

Dopo una serie di incontri video fra i vari capi dei team, F1 e FIA, la prima stesura delle norme vista ad ottobre scorso è stata rivista e le compagini hanno ricevuto un nuovo documento che verrà analizzato in settimana.

Il budget cap originale è fissato a 175 milioni di dollari sulla base di 21 gare, ma per il 2021 si parla di farlo scendere a 145 milioni, per poi arrivare a 140 milioni nel 2022 e 135 milioni per il 2023.

Quest'ultima cifra dovrebbe rimanere la stessa anche per 2024 e 2025, anche se sono considerati margini di correzione in base all'inflazione, come previsto dai regolamenti originali riguardanti la quarta e quinta stagione con il limite di 175 milioni. Dopo il 2024 verranno quindi rivisti i numeri.

In base alle modifiche concordate con il Consiglio Mondiale FIA, nel progetto di semplificazione del processo decisionale su questa cosa, con 6 squadre su 10 che voteranno a favore si potrà andare avanti, passando poi la palla nelle mani del Consiglio. Ciò significa che le tre squadre più colpite da questo cambiamento - Ferrari, Mercedes e Red Bull Racing – seppur votino no, vedranno portare avanti i cambiamenti ugualmente.

Resta da capire che tipo di influenza questi team possono esercitare sugli altri, loro collaboratori, i quali anche se vogliono un budget cap inferiore potrebbero essere obbligati a votare contro l'attuale pacchetto.

La preoccupazione principale per le squadre più grandi è che il drastico cambiamento rispetto a quanto previsto (cioè 40 milioni in meno entro il 2023) porterebbe a tagli di personale e ridistribuzione delle risorse al di fuori della F1.

Christian Horner, ad esempio, si era chiaramente opposto: "Riguardo al budget cap, il problema è che si parla talmente tanto della cifra massima che abbiamo perso il punto focale - ha detto il team principal della Red Bull - I team di F1 spenderanno sempre qualsiasi cifra richiesta, più almeno un 10%. E' impossibile paragonare le spese della Ferrari con quelle della Haas, o quelle della Mercedes contro quelle della Racing Point, o Red Bull contro AlphaTauri. Sono tipi di strutture e business differenti".

"Credo che la soluzione dovrebbe essere quella di esaminare ciò che produce quei costi, in primo luogo, poi quelle che sono le spese di ricerca e sviluppo per la costruzione e miglioramento delle vetture nella speranza di essere competitivi".

"Sono pienamente d'accordo sulla necessità di abbassare le spese e dare modo a tutte e 10 le squadre di continuare ad essere in F1, ma ci sono molti modi di farlo e non è solo abbassando il budget cap che si risolve il problema. Se l'obiettivo di questo punto riguarda la competizione e aiutare i piccoli team, specialmente in un momento di crisi come questo, allora aprirei alla vendita delle nostre auto utilizzate ad Abu Dhabi".

"Credo che la soluzione delle vetture clienti possa aiutare a breve termine e sia una soluzione da prendere in considerazione. Durante la crisi ci sono stati sicuramente opportunismi da parte di alcune squadre, ma credo che si debba guardare avanti piuttosto che reagire d'istinto col rischio di far perdere posti di lavoro. Dovremmo essere meno ossessionati del tetto di spesa e più concentrati sul rendere più competitivo il nostro sport".

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