F1 | Budget cap: i commissari FIA agiscono come agenti del fisco
Teoricamente il 31 luglio dovremmo conoscere le squadre che riceveranno il bollino verde della FIA per aver superato le verifiche sul cost cap 2022, anche se è ripratito il tam tam che vaticina la non conformità di due o tre squadre. I controlli sono diventati quasi asfissianti: tre agenti finanziati hanno visitato ogni team per tre settimane, con interviste (non annunciate) ai dipendenti e controllo dei dati, compresi i computer personali. Se ci saranno irregolarità, questa volta non basteranno delle multe a chiudere la questione.
Per la Formula 1 si prospetta un’estate calda. L’argomento è tra i più spinosi in assoluto, il Budget cap, un nervo scoperto dopo le polemiche dello scorso anno. La Cost Cap Administration, ovvero l’ente FIA che si occupa del monitoraggio e del rispetto del regolamento finanziario, ha comunicato da tempo alle squadre che entro il 31 luglio riceveranno (singolarmente) l’esito delle verifiche effettuate le scorse settimane in merito al bilancio 2022.
Tuttavia, nel paddock di Silverstone si è appreso che la data potrebbe slittare e questo ha dato il via a molti sospetti. Speculazioni? Può essere, ma dodici mesi fa il tam tam iniziò nello stesso modo per poi concludersi con le sanzioni di Red Bull ed Aston Martin, le stesse squadre che anche oggi sono tra le più gettonate nel toto-accusato ma in compagnia di altri sospettati. In mancanza di informazioni ufficiali, le speculazioni trovano terreno fertile.
È certo, invece, che in qualche squadra l’allarme è suonato quando la FIA (lo scorso 23 giugno) ha diramato la direttiva TD45, ribadendo un aspetto molto discusso del regolamento finanziario: qualsiasi progetto o proprietà intellettuale creata all’esterno del gruppo di lavoro Formula 1, e poi successivamente importata all’interno dell’area F.1, sarà inserita nel cost cap. Il concetto era già chiaro in precedenza, ma è stato ribadito affinché non venga ritenuto un’area grigia. Ovviamente la FIA non ribadisce aspetti dei regolamenti con grande frequenza, quando entra in azione lo fa sempre per un motivo ben preciso.
Aston Martin F1 Team Technology Campus
Photo by: Aston Martin Racing
Verifiche nelle sedi con interrogatori incrociati
La Federazione Internazionale sa che la Formula 1 sta giocando una partita molto importante. Se emergessero ancora dei problemi in sede di verifica, senza sanzioni ritenute adeguate tutto il concetto Budget cap perderebbe di credibilità.
La squadra allestita dalla FIA ha fatto degli importanti passi avanti nelle procedure di verifica effettuate nelle sedi delle squadre, tre persone hanno controllato ogni team per tre settimane, con interviste (non annunciate) ai dipendenti e controllo dei dati, compresi i computer personali.
Più squadre hanno confermato che nelle procedure di controllo dei bilanci 2022 la FIA è andata molto più a fondo rispetto a dodici mesi fa, “una sorta di verifica fiscale molto puntigliosa”, ha commentato un addetto ai lavori.
Lo spinoso aspetto legato all’allocazione del personale che menziona la TD45 è stato verificato con controlli incrociati. Ogni dipendente dichiara come e dove spende il suo tempo lavorativo (tra progetti F1 o altri) ed il personale FIA verifica se nei giorni in cui viene dichiarato l’operato su un progetto alternativo, sia stato effettivamente così.
Come? Con interviste, verifiche immediate, controllo delle mail e del traffico internet in una specifica giornata, tutto fatto senza preavviso. Un po' grigia la zona lo è ancora, come lo è ancora l’aspetto legato ai fornitori esterni.
Ogni pezzo che viene utilizzato sulle monoposto è tracciato con un suo codice identificativo, e alla vigilia dei weekend di gara le squadre comunicano alla FIA la lista di tutte le componenti che portano in pista.
Ciclicamente viene verificato dai tecnici della Federazione che quanto montato sulle monoposto siano solo ed esclusivamente componenti dichiarate dai team.
“Come costi materiali non si scappa”, commentava tempo fa un addetto ai controlli, ma il costo intellettuale di chi progetta una componente sfugge alle verifiche. Se del personale che opera su altri progetti (tutti i top team hanno varato programmi alternativi) traferisce conoscenze all’interno del programma Formula 1, non è detto che possa essere facilmente rintracciato nelle verifiche. Gli investigatori della Cost Cap Administration non lasciano però nulla al caso, arrivando a chiedere informazioni anche ad ex dipendenti delle squadre.
La Red Bull è di nuovo chiacchierata come team sotto la lente per il Budget cap 2022: sarà davvero così?
Photo by: Steven Tee / Motorsport Images
“Cost to perform” è la nuova sfida delle squadre
Quanto la partita in corso sia delicata emerge chiaramente osservando gli staff che ogni squadra ha dovuto allestire per il controllo finanziario. La Mercedes ha dichiarato che il suo dipartimento è composto da 46 persone (il cui costo esula dal budget cap), ogni aspetto delle squadre è soggetto ad una valutazione “cost to perfom”, ovvero prima di dare l’okay ad una nuova componente tecnica o ad una nuova attività, viene considerato il rapporto tra l’impatto sulle finanze della squadra e i benefici che arriveranno in pista. C’è una soglia da superare, altrimenti l’idea è bocciata e rimandata al mittente.
Uno scenario inevitabile, poiché i fondi destinati agli sviluppi rappresentano una sorta di ammortizzatore per far quadrare i conti. Se, ad esempio, una squadra riporta molti incidenti durante la prima metà di stagione andando oltre le spese stanziate per i ricambi, il rischio è che per rientrare nel tetto massimo si ricorra a tagli degli sviluppi, e così per ogni spesa in eccesso.
Nei due anni trascorsi dall’entrata in vigore del regolamento finanziario i team hanno rivisto tutti i processi interni cercando di ottimizzare ogni voce di bilancio.
“Allo stato attuale è difficile trovare un settore in cui poter tagliare un milione – ha confidato un esperto del settore – è più facile limare 100.000 euro in più punti, e magari si arriva alla stessa cifra”.
C’è infine un altro cantiere aperto, ed è quello relativo al nuovo regolamento finanziario che entrerà in vigore dal 2026. Sia le FIA che le squadre faranno tesoro delle criticità emerse (e che emergeranno) nei primi cinque anni di applicazione dell’attuale “financial regulations” per ottimizzare al massimo la versione successiva.
È una partita importantissima, perché tocca una grossa percentuale delle attività di una squadra di Formula 1, e praticamente tutti gli aspetti che impattano sulle performance. Per questo sarà cruciale osservare la posizione che assumerà la FIA in caso di infrazioni dopo le polemiche emerse lo scorso anno.
La storia del mondiale in corso conferma che una multa e una riduzione del tempo a disposizione in galleria del vento è poca cosa, servono penalità sportive e sarà importante metterle nero su bianco.
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