F1 | Binotto: "Non firmo un 2° posto, l'ambizione Ferrari è competere"
Il team principal della Scuderia ha fatto il punto con i media italiani prima del debutto in Bahrain. Mattia è convinto che la Ferrari abbia lavorato bene nel trovare la correlazione fra la pista e la simulazione. La power unit ha recuperato il gap da Mercedes e, forse, può essere leggermente meglio. La F1-75 si comporta bene nelle curve lente. E sugli specchietti Mercedes si aspetta una presa di posizione FIA sullo spirito del regolamento.
C’è ottimismo e fiducia in Ferrari. Mattia Binotto non si nasconde, la Scuderia sarà lì a giocarsela e a separarla dagli avversari diretti (in positivo o negativo) saranno pochi decimi. Il team principal del Cavallino ha espresso in parole ciò che i test pre-campionato hanno detto in numeri, ovvero che la F1-75 è una monoposto nata bene sia sul fronte telaistico che su quello power unit.
Tra le prove di Barcellona e quelle del Bahrain la Ferrari ha puntato tantissimo sulla correlazione tra i dati ricavati dalla pista e quelli espressi dalle simulazioni, conscia dell’importanza di questa relazione per affrontare la delicata fase degli sviluppi, probabilmente il fronte su cui si giocherà maggiormente il mondiale 2022.
Mattia Binotto, Team Principal, Ferrari
Photo by: Ferrari
Binotto (come Christian Horner) non convive bene con le imposizioni del budget cap, vorrebbe dare il via libera su tutti i fronti al suo staff tecnico ma oggi bisogna far tornare i conti anche sul fronte finanziario.
La Ferrari si aspetta chiarimenti dalla FIA sul caso Mercedes, ma non farà reclami, oggi tutto è focalizzato sul lavoro di gruppo. Secondo posto? Binotto non firmerebbe, meglio giocarsela in pista.
Hai giudicato positivamente il lavoro di preparazione completato in vista della stagione che prenderà il via il prossimo fine settimana...
“Chiarisco cosa intendo per preparazione positiva. L’obiettivo era cercare di girare con consistenza e fare più giri possibili ed acquisire dati perché è un progetto completamente nuovo, in cui il concetto aerodinamico cambia, in cui il comportamento della vettura rispetto al passato è cambiato, in cui non ci sono riferimenti".
"Bisognava ricreare e ricostruire le correlazioni tra il comportamento in pista e quello che noi avevamo immaginato e progettato e visto negli strumenti a Maranello (Galleria del vento, simulazioni offline e il simulatore). Noi avevamo dei dati di base ma poi è indispensabile la conferma in pista, dove si valuta il comportamento della vettura, la percezione del pilota rispetto a quello che in precedenza ha provato al simulatore, ed il tutto si ripete variando gli assetti".
Charles Leclerc, Ferrari F1-75
Photo by: Motorsport Images
"In questo modo si verifica e si contribuisce a migliorare la correlazione che sarà poi la base su cui costruire gli sviluppi successivi. Avere una buona correlazione garantisce che ciò che stai provando e sviluppando a Maranello ha una buona probabilità di funzionare in pista, e questo è stato l’obiettivo primario di questi sei giorni di prove: fare tutto il possibile per perfezionale la correlazione. Ho confermato la mia soddisfazione perché abbiamo trovato un buon livello di correlazione, la monoposto al variare del setup si è comportata come ci aspettavamo, i limiti della vettura che avevamo trovato nelle simulazioni, sono stati gli stessi che si sono visti in pista”.
Avete risolto definitivamente il problema del porpoising?
“Il saltellamento è un fenomeno dinamico che avviene per via di questo concetto aerodinamico che reintroduce l’effetto suolo. Ce lo si poteva aspettare? Non era scontato. Abbiamo visto che tutte le squadre hanno accusato questo problema, nessuno l’aveva previsto o gli aveva attribuito la giusta importanza".
"Perché non è emerso nelle simulazioni? Nel nostro caso il fenomeno si è manifestato superando i 250 km/h, ed in galleria del vento siamo limitati per regolamento a 180 km/h. Avevamo ipotizzato qualcosa in merito a questo fenomeno, ed abbiamo pensato a delle possibili soluzioni da provare qualcosa si fosse manifestato il problema, ed è per questo che già nel secondo giorno a Barcellona siamo già corsi ai ripari".
"La squadra è stata molto reattiva, in un giorno ha disegnato, progettato, prodotto e portato in pista una nuova componente, ma è stato possibile perché di base si era già iniziato a pensare a cosa fare nel caso in cui si fosse manifestato questo problema. Questo è un altro motivo per cui mi ritengo soddisfatto della preparazione che abbiamo concluso, la squadra ha saputo anticipare e reagire per affrontare e risolvere il problema del saltellamento".
La Ferrari F1-75 ha copiato il fondo della McLaren MCL36 per ridurre il porpoising
Photo by: Giorgio Piola
"Non è ancora un problema risolto completamente, ma in gran parte, le soluzioni portate in Bahrain hanno funzionato e c’è stata anche la possibilità offerta a tutti i team di poter aggiungere un tirante nel posteriore, attaccato al cambio, una soluzione che non era prevista dal regolamento, ma che sarà votata da tutti prima del weekend di gara in Bahrain".
Il fondo della Ferrari F1-75 visto all'inizio dei test in Bahrain e il tirante autorizzato dalla FIA
Photo by: Giorgio Piola
"Lo abbiamo provato nei test di Sakhir dopo aver discusso con la FIA l’opportunità di adottarlo, è un elemento che ha irrigidito il fondo nella zona posteriore aiutando a risolvere in gran parte il problema, lavorando insieme ad altre soluzioni che abbiamo provato in Bahrain che ci consenteno di non soffrire il problema del saltellamento. Questo ci ha permesso di portare la vettura alle altezze da terra che riteniamo corrette per quella pista, ma non possiamo dire se il problema si ripresenterà su altri circuiti, ci stiamo lavorando in sede valutando anche altre soluzioni. La speranza è che dopo cinque gare il problema sia definitivamente risolto”.
Nei test di Sakhir ha dichiarato che su certe interpretazioni del regolamento non sei del tutto d’accordo, ribadisci il concetto?
“Confermo. La FIA ha sempre detto in modo chiaro che il supporto per gli specchietti deve avere solo una funzione strutturale e se comporta un’influenza aerodinamica deve essere solo ‘incidentale’. Se questo è stato il principio sottolineato dalla FIA in passato, ritengo che debba essere lo stesso anche oggi ed in futuro, non c’è motivo di cambiare idea oggi".
Confronto tra i specchietti della Ferrari SF-71H : quello di destra attaccato all'Halo fu vietato dal GP di Spagna
Photo by: Giorgio Piola
"In merito al supporto degli specchietti la FIA in passato ha inviato delle direttive tecniche, sottolineando bene il concetto di fondo. Ritengo che certe soluzioni viste su queste vetture non abbiano un’influenza incidentale ma siano di chiaro scopo aerodinamico, quindi credo che siano contrarie a ciò che la FIA ha indicato in passato”.
Uno dei grandi obiettivi che vi siete posti in vista di questa stagione è quello di raggiungere o superare gli avversari sul fronte power unit. Ritieni di aver raggiunto il livello di Mercedes/Honda?
“Sapendo che da quest’anno i motori saranno congelati per le prossime quattro stagioni, era ovviamente importante iniziare con una power unit senza gap prestazionali nei confronti della concorrenza. Al termine della scorsa stagione avevamo un gap di 20-25 cavalli, quindi il primo obiettivo è stato quello di annullare questo margine, ma al momento non siamo ancora in grado di capire quali siano i valori in campo".
"Le misure che rileviamo utilizzando il sistema GPS hanno un'accuratezza di un certo tipo, non sono super precise, anche perché, ad esempio, sono influenzate dal peso della vettura, e senza questo dato la stima è difficile".
Ferrari F1-75, dettaglio del diffusore e dello scarico del motore 066/7
Photo by: Motorsport Images
"Quando siamo un fine settimana di gara ci sono momenti, come in qualifica, nei quali conosciamo il peso delle vetture degli avversari, così come al via della gara, ma durante i test questo dato non è ovviamente disponibile. Poi c’è anche l’effetto scia, quindi bisogna trovare giri senza influenze esterne".
"Di solito aspettiamo 3 o 4 gare per stilare una statistica, perché più dati sono disponibili e più emerge una media corretta. Nei test abbiamo tentato un esercizio per il poco che abbiamo visto, e secondo queste prime analisi siamo al livello degli altri, sicuramente non alle loro spalle e forse con qualcosina in più. Ma non è una conclusione, possiamo solo essere soddisfatti per aver avuto conferme della crescita vista al banco prova”.
I riscontri che sono arrivati dai test confermano ciò che vi aspettavate?
“La stagione in realtà deve ancora iniziare, e non sappiamo davvero dove ci collocheremo nella scala delle gerarchie, lo scopriremo al termine della prima qualifica e della prima corsa della stagione".
"Ho detto già alla presentazione che serviranno 4 o 5 gare per scoprire il potenziale delle varie monoposto, ed anche se in Bahrain ci confermeremo molto competitivi non sarà comunque il momento di esultare, potrebbe anche essere una semplice illusione. È stato importante aver girato con consistenza nei test ed aver acquisiti dati, credo che il prossimo fine settimana saremo competitivi ma non possiamo dire oggi se saremo due decimi avanti o indietro".
Mattia Binotto, Team Principal, Ferrari
Photo by: Ferrari
"La Red Bull mi è sembrata molto forte, sicuramente Max, magari una (Red Bull) ci starà davanti e una dietro, non so, ma credo che saremo ad un livello in cui potremo competere, se ci sarà una differenza non sarà incolmabile, parliamo di gap che dopo 4-5 gare potrebbero comunque essere colmati. Il punto di partenza è buono… quanto buono lo scopriremo”.
Temi che la concorrenza si sia nascosta o avete anche voi delle carte ancora da giocare?
“La monoposto non è oggetto di preoccupazioni, ad essere cruciale sarà la nostra capacità di sviluppo confrontata a quella degli avversari. Non sono preoccupato, ho totale fiducia nella nostra squadra, ma oggi esiste un ulteriore limite, ed è il budget cap. La capacità di sviluppo non è solo una sfida creativa, ma oggi bisogna confrontarsi con il limite di spesa, un vincolo che impatta diversamente su ogni squadra in base al tipo di struttura e all’interpretazione del regolamento".
"Sarà una variabile importante, ho sentito Christian Horner dire in questi giorni che non potrà essere il budget cap ad influenzare un risultato sportivo, quasi a richiamare più budget. È un po’ vero quello che dice Christian, sarebbe un peccato e dobbiamo essere sicuri che stiamo competendo tutti con gli stessi mezzi”.
Dettaglio del supporto dello specchietto Mercedes W13
Photo by: Giorgio Piola
In merito ai discussi specchietti Mercedes, avete presentato una richiesta di chiarimenti alla FIA?
“Non è una discussione facile, coinvolge le dieci squadre, più FIA e Formula 1, ovvero dodici realtà diverse. Ogni squadra cercherà di tirare acqua al proprio mulino, la discussione è già iniziata, ma non so ancora quali saranno le decisioni che saranno prese”.
Dopo i test sei più tranquillo?
“C’è sempre un po' di apprensione prima di scendere in pista. Veniamo da stagioni difficili, questo è un gruppo che ha voglia di riscatto, un gruppo su cui non ho mai avuto dubbi e anche se è ancora presto per giudizi definitivi credo che abbiamo una buona macchina. Oggi sono più tranquillo, l’apprensione dei primi giri di pista l’abbiamo superata, ora rimane quella del confronto nel primo weekend di gara. È un’apprensione che si sta trasformando in voglia di risultato, di fare bene e di ottenere quello che pensiamo possa essere alla nostra portata”.
Carlos Sainz Jr., Ferrari F1-75
Photo by: Mark Sutton / Motorsport Images
Tra presentazioni e test c’è qualche soluzione tecnica vista in pit-lane che ti ha colpito?
“Mi ha stupito vedere tante differenze tra le monoposto a livello di geometrie. Sapevamo che c’era la flessibilità per fare scelte diverse, noi stessi ne abbiamo provate tante, mi aspettavo più convergenza e mi ha sorpreso vedere tante soluzioni differenti. Credo sia un bene, è il bello di questo sport”.
Restando sulle differenti interpretazioni del regolamento tecnico, ti aspetti dei reclami nel primo weekend di gara?
“No, nessuno sta mettendo in dubbio la legalità delle soluzioni Mercedes, ad esempio lo specchietto, ma faccio un semplice esempio. Nel 2018 avevamo montato gli specchietti collegati all’Halo, una soluzione che per come era scritto il regolamento era legale, ma due gare dopo una nuova direttiva tecnica la FIA ci ha obbligato a rimuoverli perché avrebbero avuto un’influenza aerodinamica non incidentale. È questo il principio che sottolineo, la FIA ha l’autorità di fare chiarezza e sono curioso di vedere come si evolverà la situazione in questa occasione. Più che ricorsi mi aspetto chiarimenti”.
La FIA porterà in pista un gruppo di lavoro nuovo. Avete avuto modo di confrontarvi con loro?
“Il nuovo presidente lo conosco personalmente da tempo, è una persona con cui ho avuto modo di confrontarmi in passato, è nel mondo del Motorsport da tempo ed è conosciuto nel paddock, oggi ha un ruolo nuovo ma non è nuovo nel nostro mondo. Una delle persone che sarà stabilmente nella direzione delle gare era li già con Michael Masi, quindi lo conosciamo già. Anche il direttore F1, Peter Bayer è ben conosciuto, diciamo che ci sono state delle variazioni, ma non siamo di fronte a persone che non conosciamo o non conoscono il nostro ambiente”.
Oltre al problema del porpoising abbiamo visto emergere dai test anche quello dei bloccaggi in frenata. La Ferrari è sembrata accusare questo problema meno degli avversari, così come sembra che siate la squadra che ha lavorato di più sulla gestione degli pneumatici. Avete puntato molto sul provare a vincere la prima gara?
“Il bloccaggio dell'anteriore è inevitabile con questo tipo di macchine, rigide e basse. Lo sapevamo e ci siamo preparati con soluzioni di setup per cercare almeno di mitigare e lo stiamo facendo abbastanza bene. Se ci siamo preparati più degli altri sulle gomme non lo so, ci siamo concentrati per fare il meglio ed essere pronti non solo alla prima gara, ma anche alle successive”.
Charles Leclerc, Ferrari F1-75
Photo by: Motorsport Images
Quali credi siano i punti di forza e debolezza della F1-75?
“È una macchina che si sta comportando bene in tante aree, compresa la power unit. Le macchine con effetto suolo sono molto performanti nelle curve veloci, mentre nelle curve lente si potrà apprezzare la differenza tra le varie monoposto. A Barcellona abbiamo visto nel terzo settore che la nostra è una buona macchina. Lo sono anche altre, credo che sia molto forte la Red Bull e magari saremo sorpresi dalla Mercedes, ma per ora la nostra vettura nelle curve lente si comporta bene”.
Ti aspetti un mondiale con cambiamenti di valori in campo?
“Credo che le prestazioni prima o poi convergeranno, più prima che poi. Penso che questo regolamento stia centrando gli obiettivi che si era preposto, ovvero ridurre le differenze tra i top team e le squadre di metà classifica. Un altro obiettivo era quello di facilitare i sorpassi e abbiamo visto nei test che le cose sono migliorate, quindi in generale mi aspetto più spettacolo con più team che potranno essere nella posizione di vincere delle gare”.
Charles Leclerc, Ferrari F1-75
Photo by: Erik Junius
Secondo te chi ha avuto più facilità di apprendimento tra Sainz e Leclerc?
“Le macchine sono molto rigide e basse, una caratteristica che abbiamo visto in F2 e che Charles ha avuto modo di guidare, quindi penso che lui abbia avuto più facilità di adattamento perché somigliava ad un prodotto che conosceva. Ciò detto, io penso che i piloti che ci sono in F1, non solo i nostri, siano ad un livello tale da permettergli un adattamento è molto veloce. A fine test non ho visto difficoltà nell’uno o nell’altro, si sono adattati entrambi molto velocemente, ma penso valga anche per le altre squadre. Il livello in griglia è molto alto, sia tra chi ha già vinto che tra i più giovani”.
Nella fase di studio della vostra monoposto la soluzione portata in pista da Mercedes è qualcosa che avete analizzato e scartato ritenendo il vostro progetto più performante?
“Quando inizi un progetto parti dal concetto generale: passo vettura, layout radiatori, le sospensioni, sono i primi punti fermi. Ci siamo concessi il tempo di spaziare su questi concetti per trovare il miglior compromesso, e per quelle che sono le nostre conoscenze e sulla base dei nostri test, quella che abbiamo scelto è la soluzione migliore".
Le fiancate scavate della Ferrari F1-75
Photo by: Giorgio Piola
"Ribadisco: l’effetto suolo è la parte predominante nella prestazione aerodinamica di queste vetture, la parte superiore non è determinante, per quello penso che poi convergeremo tutti. Perché la parte determinante, che è il fondo, è quasi identica per tutti perché è molto prescrittiva. Poiché il fondo garantisce l’80-90% delle prestazioni, il resto influisce per gli ultimi decimi”.
Firmeresti per il secondo posto?
“No, la nostra ambizione è poter competere, vogliamo poter lottare ad ogni gara e quindi in partenza non firmo per un secondo posto. Non ho la presunzione di dire che non sarebbe un risultato soddisfacente, ma ho l’ambizione di andare in gara per vincere”.
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