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Binotto: "La stabilità del team è la chiave del successo Red Bull"

Il team principal Ferrari si aspetta una crescita della Scuderia per la seconda gara in Austria. Il manager reggiano analizza anche quali sono le cause del "sorpasso" Red Bull ai danni della Mercedes e trova una spiegazione che non è solo tecnica, ma focalizza l'attenzione sulla forza del gruppo che è lo stesso da molti anni e che ha saputo superare una lunga fase senza vittorie senza sfasciarsi. E Mattia trova l'ispirazione per il rilancio del Cavallino nel 2022.

Mattia Binotto, Team Principal, Ferrari

Mattia Binotto, Team Principal, Ferrari

Mark Sutton / Motorsport Images

Mattia Binotto affronta il presente pensando al futuro, quando la Ferrari dovrà tornare a essere protagonista nel mondiale di F1 sfruttando il cambiamento dei regolamenti con il passaggio l’anno prossimo alle monoposto a effetto suolo.

La Scuderia è in lizza con la McLaren per il terzo posto nel mondiale Costruttori e il risultato del Red Bull Ring, dopo la grave battuta d’arresto al Paul Ricard, incoraggia l’idea che l’obiettivo sia raggiungibile per la squadra del Cavallino…

“Se si riguarda alla Francia emerge un weekend che avremmo potuto preparare meglio, ma rispetto all’anno scorso, c’è stato un significativo miglioramento che credo sia evidente, ma manca ancora qualcosa per pensare di agganciare i top team”.

“Non scordiamoci che la nostra vettura è la stessa del Bahrain sulla quale cerchiamo di ottimizzare tutto il suo potenziale. A volte non ci siamo riusciti come in Francia, magari con scelte che con il senno di poi potevano essere diverse, ma anche per le debolezze delle vettura stessa. Queste debolezze non spariranno, così come non spariranno le differenze dai migliori. Su questo è meglio non illudersi”.

Credo che da parte nostra emerga la voglia di fare sempre meglio, di correggere gli errori e di imparare. Questo vale in tutte le aree di lavoro: se guardiamo le soste di ieri sono stati buoni pit stop, come è stata positiva la strategia di gara, le scelte di set-up e l’integrazione dei piloti, ma ci sono tante cose ancora da fare per essere sicuri che l’anno prossimo si possa avere una macchina migliore e una squadra che potrà essere competitiva”.

Ti aspettavi una Red Bull così forte e una Mercedes in difficoltà dopo sette titoli mondiali di fila?
“Prima di guardare all’aspetto tecnico, e bisogna riconoscere che la Red Bull ha fatto un ottimo lavoro, credo sia giusto sottolineare che stanno cogliendo ottimi risultati perché possono contare su una squadra che è stabile da tanti anni, malgrado abbia dovuto affrontare delle difficoltà, malgrado non abbiano vinto, hanno continuato a costruire un gruppo per cercare di migliorare la loro vettura. E quello che vediamo adesso è il risultato di quel lavoro”.

Mattia non lo dice chiaramente, ma la Ferrari si sta ispirando proprio alle modalità che hanno riportato in auge la Red Bull: nessun colpo di mercato, ma la coesione di un gruppo che si sta cementando in un progetto ambizioso per il 2022…

“Se, invece, guardiamo a Mercedes già nel corso dell’anno scorso ci sono stati dei cambiamenti interni significativi, con ruoli che magari sono stati rivisti e la firma con il pilota che è arrivata solo a febbraio. Credo che siano segnali di una distrazione che ha portato alla situazione attuale”.

Si parla molto di un possibile salto di potenza del motore Honda…
“Non condivido quello che sento e leggo in giro, perché le prestazioni del motore Honda, guardando i dati GPS, corrispondono alle prestazioni che avevano a inizio della stagione in Bahrain”.

“Poi hanno dovuto ridurre le prestazioni per problemi di affidabilità. Credo che risolvendoli sono tornati agli standard che avevano a inizio stagione. Non c’è stata alcuna crescita. Noi dal Bahrain in poi abbiamo sempre avuto lo stesso livello di prestazioni perché il motore ce lo consentiva. Dunque per la Red Bull non si tratta di aver fatto un passo in avanti, perché questo non sarebbe consentito dal regolamento”.

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