F1 | Binotto: "Forse abbiamo tutti sottovalutato il porpoising"
Si tratta di un problema tipico delle vetture ad effetto suolo, che quindi i piloti e le squadre di quest'era della Formula 1 si trovano ad affrontare per la prima volta. E che non era stato preso in considerazione dai simulatori...
Foto di: Mark Sutton / Motorsport Images
Consiglio rivolto agli appassionati di Formula 1: familiarizzare con il termine "Porpoising". Chi ad inizio anni ’80 seguiva le vicende tecniche del Circus nel momento d’oro dell’effetto suolo, ha probabilmente recuperato una parola sepolta per decenni, per tutti gli altri è una novità assoluta. Nel paddock di Barcellona tra tecnici e piloti è risultata la parola del momento, e non è portatrice di novità gradite. Il termine descrive una sorta di stallo aerodinamico che si verifica sui rettilinei causato dalla crescita progressiva del carico aerodinamico sull’ala anteriore.
Più il mainplane si avvicina all’asfalto, più l'effetto suolo diventa significativo, poiché l’aria si incanala in modo progressivamente più veloce in uno spazio sempre più ridotto. Ma la differenza di pressione tra la superfice superiore ed inferiore comporta l’arrivo ad un punto di stallo, con una perdita improvvisa di carico aerodinamico che causa il sollevamento dell’avantreno. Da qui il ciclo ricomincia, e i piloti descrivono il tutto con il termine Porpoising, mimando il movimento oscillatorio dei delfini.
Su questo fenomeno ha detto la sua anche Mattia Binotto. “Penso che la maggior parte di noi abbia almeno sottovalutato il problema, ed ora siamo in fase di apprendimento. La soluzione è teoricamente semplice, ottimizzando le prestazioni cercando di evitare il rimbalzo della monoposto. Ma potrebbe essere un esercizio meno facile di quanto si creda. Sono abbastanza sicuro che a un certo punto la squadra arriverà alla soluzione, ma non sappiamo ancora quanto tempo sarà necessario. E chi ci arriverà prima credo che potrà contare su un vantaggio non da poco all'inizio della stagione”.
Tra le squadre che stanno lottando di più con questo fenomeno c’è l’Alfa Romeo, come ha confermato il team principal Frederic Vasseur: “Alcuni comportamenti non sono facili da duplicare nella galleria del vento o nel simulatore, stiamo tutti affrontando lo stesso problema. Non è un grande dilemma tecnico, ma essere efficienti sarà la chiave, la velocità con cui reagirà la squadra sarà cruciale per poter ben figurare nelle prime gare. Sono sicuro che dopo tre o quattro Gran Premi non parleremo più di questo Porpoising, ma è la domanda del momento”.
Charles Leclerc, Ferrari F1-75
Photo by: Alessio Morgese
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