Binotto: "Chiamata a rischio: è andata così e amen”
Il team principal Ferrari non vuole innesare polemiche dopo che Leclerc ha preso la bandiera a scacchi nelle qualifiche di Abu Dhabi perché finito nel traffico insieme a Vettel. Mattia guarda alle opportunità della gara con i due piloti che avranno gomme e strategie diverse con una Rossa che non è abbastanza veloce nel T3.
Mattia Binotto, Ferrari
Erik Junius
Mattia Binotto è imperscrutabile come sempre. Affronta le vittorie e le brutte figure con il solito tono monocorde, come se tutto gli possa passare sopra senza scalfire le sue certezze.
L’ennesima prova l’abbiamo avuta quando il team principal della Ferrari ha commentato con i giornalisti di Sky la cocente delusione della qualifica di Abu Dhabi, con Charles Leclerc che ha preso la bandiera a scacchi prima di iniziare il secondo e ultimo run della Q3.
Binotto è pragmatico: fotografa con fredda lucidità la situazione di Abu Dhabi e, almeno in pubblico, non vuole attribuire colpe…
“E’ da ieri che non siamo abbastanza veloci nel terzo settore e si è visto anche in qualifica, nel primo tentativo di Q3 che eravamo lontani dalla pole. Abbiamo provato a cercare un vantaggio uscendo per ultimi nel secondo tentativo con la pista che migliora”.
“È stato un rischio e ne eravamo consapevoli. Siamo usciti tirati e poi abbiamo trovato traffico e non siamo più riusciti a lanciare il giro. Era un rischio di cui eravamo consapevoli e questa volta non ci è andata bene”.
Eppure Leclerc si sentiva di poter lottare per la prima fila con Verstappen…
“Nel primo tentativo eravamo molto vicini fra il secondo e il quinto posto. Noi abbiamo provato a giocare ogni carta nell’ultimo run, per tentare qualcosa, come abbiamo provato una diversa strategia fra i due piloti in Q2. Era una chiamata tirata, difficile, con una macchina sull’altra ma per giocarci le migliori possibilità”.
L’idea di montare le gomme medie nel secondo run della Q2 è stata di Leclerc?
“L’ha suggerito Charles, ma poi siamo noi che montiamo le gomme. È un’idea partita da lui che voleva le gialle già dal mattino. Sapeva che potevano dare qualcosa in gara in certe circostanze e se n’è riparlato per un’altra chiamata difficile, ma mettere un pilota su una mescola e l’altro su quella diversa era una scelta che ci poteva stare bene”.
La gara di Vettel si giocherà alla partenza visto che sarà l’unico con le soft al via fra i top driver?
“La gara di Seb si giocherà sulla durata delle rosse: potrebbe anche essere una carta vincente. Credo che in queste condizioni sia giusto provarle. Chissà mai, visto che la differenza di tempo è ridotta, con la rossa leggermente più veloce e magari con più degrado. Lo si metterà nella condizione di fare una partenza e una strategia diversa. Ci sono dei vantaggi per una chiamata e per l’altra. Da parte nostra avere due soluzioni ci sta bene”.
In Cina la situazione era stata simile con Vettel che aveva superato Verstappen, scatenando poi le proteste di Max che aveva preso la bandiera a scacchi: Seb poteva sorpassare Albon?
“In questa pista nell’ultimo settore c’è poco da fare. Questa volta abbiamo avvisato i piloti: è andata così e amen”.
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