F1 | Audi: ci sono dei nodi che vengono al pettine
Herbert Diess, ha annunciato che sia Audi che Porsche entreranno in F1 nel 2026: se la Casa di Stoccarda sta già pianificando la sinergia con la Red Bull, non si può dire altrettanto per il marchio dei quattro anelli. Saltata la tratattativa con la McLaren, deve essere scelto il partner fra Aston Martin e Williams e, soprattutto, si deve superare il problema di collaborare con un team che per anni sarà ancora motorizzato Mercedes.
Herbert Diess, membro del consiglio di gestione di Volkswagen AG, Presidente del Consiglio di gestione del brand Volkswagen Passenger Cars
Volkswagen Motorsport
L’amministratore delegato del gruppo Volkswagen, Herbert Diess, ha annunciato che sia Audi che Porsche entreranno in Formula 1 nel 2026, in concomitanza con l’entrata in vigore del nuovo regolamento tecnico che riguarda le power unit.
Una conferma che non ha sorpreso, poiché i rumors relativi all’interesse del Gruppo tedesco erano trapelati un anno fa alla vigilia del Gran Premio d’Austria. Le indiscrezioni negli ultimi mesi sono andate oltre, rivelando maggiori dettagli sul programma previsto per Porsche, che si legherà a Red Bull con una sinergia tra la Casa tedesca e il dipartimento ‘powertrain’ varato lo scorso anno dalla squadra di Milton Keynes è già operativo dopo l’acquisizione di molti tecnici ex-Mercedes.
Porsche F1 concept
Photo by: Camille De Bastiani
Nel paddock di Miami si è parlato di come sarà strutturata questa collaborazione, e c’è chi sostiene che a Porsche sarà affidata la progettazione e la realizzazione del V6 endotermico mentre Red Bull si occuperà della parte ibrida.
Per ora sono voci, indiscrezioni che saranno verificate nel lungo periodo, mentre è di maggiore attualità il programma Audi. In questo caso non si parla di una fornitura di power unit ad una squadra già presente in Formula 1, ma dell’acquisizione di un team, che diventerà la squadra ufficiale dei "quattro anelli" con un progetto totale, vettura e motore.
Audi logo
Photo by: Sam Bloxham / Motorsport Images
Questo programma presenta al momento due scogli che i manager della Casa tedesca dovranno superare. Il primo è ovviamente trovare un accordo con una proprietà disposta a cedere la propria squadra, operazione che tre o quattro anni fa sarebbe stata relativamente semplice, ma oggi (complice il buon momento che sta vivendo la Formula 1) è meno scontata e più costosa. I
Sebastian Vettel, Aston Martin AMR22
Photo by: Jerry Andre / Motorsport Images
l team indicato come più papabile per i manager Audi è l’Aston Martin. L’entusiasmo del proprietario Lawrence Stroll è proporzionale ai risultati ottenuti in pista, quindi è facile ipotizzare che le motivazioni che avevano portato il magnate canadese ad acquisire la Force India nel 2018 possano non essere più le stesse di quattro anni fa. Il piano ‘B’ è la Williams, una struttura che però necessità di maggiori investimenti sul fronte tecnico.
Nicholas Latifi, Williams FW44
Photo by: Williams
I problemi dell’Audi non si limitano però all’acquisizione di una squadra, operazione che potrebbe avvenire anche in tempi relativamente brevi. Qualora riesca a diventare proprietaria di un team, ci sarà da capire come verrà gestito il progetto nel triennio 2023-2025, un periodo nel quale le power unit resteranno quelle attualmente in uso dopo il congelamento avvenuto all’inizio di questa stagione.
Per il marchio tedesco acquisire una squadra spinta da un motore Mercedes (o comunque da una power unit realizzata da una Casa concorrente) non è giustificabile sul fronte marketing, così come è realisticamente difficile pensare che a Ingolstadt possano progettare e realizzare una PU con le specifiche attualmente in vigore solo per essere utilizzata una sola stagione o due.
La power unit Mercedes che viene fornita anche a Williams e Aston Martin: una delle due squadre diventerà Audi
Photo by: Uncredited
“Senza considerare – ha confidato un addetto ai lavori - che la concorrenza non sarebbe entusiasta nel vedere un motorista realizzare una power unit nuova in un periodo di congelamento tecnico”.
Sulla carta ci sono due soluzioni. La prima è considerata una sorta di ‘mission impossible’, poiché si tratterebbe di convincere uno degli attuali costruttori di power unit (nel caso di acquisizione di Aston Martin o Williams sarebbe la Mercedes) a brandizzare il suo motore come Audi.
Parliamo di Case che si sfidano quotidianamente sul mercato mondiale automotive, e nel paddock nessuno è disposto a scommettere un solo euro su questo scenario. L’alternativa è restare partner silenziosi, ovvero acquisire la proprietà della squadra (iniziando a modellarla con investimenti che si ritengono necessari) ma senza alcun annuncio ufficiale.
Anche nel caso in cui la notizia del cambio di proprietà dovesse trapelare, senza una conferma dei diretti interessati e con le classifiche che riportano ancora i nomi attuali non sarebbe un’uscita allo scoperto. Sarebbe ovviamente una soluzione di facciata, ma oggi la facciata è spesso più importante delle stesse fondamenta, soprattutto se si parla di grandi Costruttori.
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