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Formula 1 GP d'Azerbaijan

F1 | Aston, sesto posto d’oro: la chiave è l’assetto molto scarico

A Baku Alonso ha centrato un bel sesto posto, seppur l'incidente sul finale abbia sicuramente aiutato a recuperare qualche posizione. Tuttavia, l'aspetto su cui va concentrata l'attenzione è quello delle velocità di punta, perché la AMR24 ha giocato su un assetto molto scarico che ha permesso di fare la differenza in qualifica e difendersi in gara.

Fernando Alonso, Aston Martin AMR24, Franco Colapinto, Williams FW46

Un sesto posto che dà morale, non tanto per la posizione in sé, ma più per la performance. Nel weekend di Baku, Aston Martin si è imposta come miglior squadra di centro gruppo, riuscendo a fare la differenza sia in qualifica che in gara. Tuttavia, per capire qualcosa di più del weekend del team britannico è utile partire dal principio, dal venerdì, quando nelle libere la scuderia ha sfruttato le due sessioni per dei test utili a trovare maggiori indicazioni prima della sosta di tre settimane che seguirà il GP di Singapore.

Proprio per questo motivo, Aston non è riuscita a usare il venerdì per effettuare delle prove comparative delle ali, rimandando il test alla FP3, tanto che anche Tom McCullough, direttore delle prestazioni della scuderia, ha spiegato che realisticamente hanno sacrificato eccessivamente le libere della giornata di apertura del GP, come successo nella parte finale della scorsa stagione.

Aston si era presentata a Baku con un assetto complessivamente molto scarico rispetto agli avversari, andando alla ricerca delle massime velocità di punta sui lunghi rettilinei che caratterizzano Monza, con la speranza che, nonostante il poco carico aerodinamico, la vettura potesse comunque gestire il settore centrale guidato. Mentre in FP3 Lance Stroll è passato a una soluzione leggermente più carica con l’idea che potesse aiutare nella gestione gomme in gara, Fernando Alonso è rimasto sulla soluzione scarica, che ha garantito un vantaggio di circa 4/5 km/h sul compagno di squadra.

Dettaglio tecnico della Aston Martin AMR24

Dettaglio tecnico della Aston Martin AMR24

Foto di: Giorgio Piola

Una scelta che si è rivelata corretta per molteplici motivi: in primo luogo, perché la AMR24 si è imposta come una delle vetture più rapide in assoluto sugli allunghi e, aspetto ancor più importante, perché quel vantaggio accumulato sui rettilinei ha permesso di battere le Williams in qualifica, mettendo in discesa la gara nonostante qualche difficoltà in più nel secondo intertempo.

“Penso che abbiamo avuto più degrado di quanto ci aspettassimo, ma sì, la velocità massima è stata sicuramente un grossi aiuto oggi. In alcuni momenti in cui erano vicini, ho visto che in rettilineo non ci raggiungevano nemmeno con il DRS, quindi ero un po' più rilassato rispetto ad altre gare”, ha spiegato Alonso alla fine della corsa spiegando proprio quanto sia stato fondamentale questo aspetto.

Le due FW46 hanno infatti rappresentato un ostacolo difficile da superare per tutti, date quelle che erano comunque ottime velocità di punta, inferiori solo proprio ad Aston Martin: non è un caso che non solo Norris abbia avuto notevoli difficoltà nel superare le Williams, ma anche la Haas, che ha perso una concreta opportunità di centrare un maggior numero di punti proprio per l’essere rimasta bloccata dietro le due vetture di Grove.

Nonostante la Williams abbia provato un’azione a tenaglia diversificando la strategia sin dal principio, con Franco Colapinto sulla media e Alex Albon sulla hard, Alonso è riuscito a mantenere la sua settima posizione, anche nel momento della sosta.

Fernando Alonso, Aston Martin AMR24, effettua una sosta ai box

Fernando Alonso, Aston Martin AMR24, effettua una sosta ai box

Foto di: Sam Bloxham / Motorsport Images

“Siamo stati flessibili come strategia. Quindi abbiamo seguito più o meno la tendenza, e qualsiasi cosa facessero le persone intorno a noi, abbiamo copiato e rispecchiato la strategia”, ha spiegato Alonso. Un aspetto cruciale, perché in realtà il pilota spagnolo non è sembrato avere a lungo un passo nettamente superiore a quello dei rivali, tanto che l’argentino è stato in grado rimanere per oltre 35 giri sotto i due secondi dal portacolori dell’Aston Martin, quantomeno fino al momento in cui si è dovuto confrontare con Nico Hulkenberg e il compagno di squadra Albon.

Avendo gomme più fresche, Albon è riuscito a liberarsi sia del tedesco della Haas che di Colapinto, per quanto abbia dovuto comunque sforzare gli pneumatici in una fase delicata. Infatti, quando a una decina di tornate dalla fine era arrivato il momento di fare davvero la differenza su Alonso, provando a chiudere definitivamente il gap, il distacco è rimasto costante sotto il secondo e mezzo.

Realisticamente, come ha spiegato anche lo spagnolo a fine gara, potenzialmente sia Haas che Williams sulla carta avevano un passo puro migliore. Ciò che ha fatto la differenza in questo caso è stata soprattutto la track position conquistata al sabato con una splendida qualifica, dove proprio le alte velocità di punta hanno aiutato a mettersi alle spalle rivali molto temibili. L'aver perso tempo nei sorpassi e il non riuscire a pareggiare le massime della AMR24 ha infatti pesato in gara.

"Credo che Williams e Haas siano state generalmente più veloci negli ultimi tre eventi, direi. Magnussen a Monza è stato straordinariamente veloce e rapido, e anche con una penalità di 10 secondi è arrivato davanti a noi. Quindi, ci sono un paio di gare in cui siamo rimasti indietro e vogliamo tornare indietro e diventare la quinta squadra più veloce il prima possibile. Singapore, un'altra opportunità", ha poi aggiunto l'asturiano.

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