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F1 | Aston Martin: questa AMR23 è davvero... sfrenata

Fernando Alonso ha conquistato un prezioso podio nel GP del Bahrain con l'Aston Martin. Per alcuni osservatori è per metà la copia aggiornata della Red Bull RB18 e per l'altra metà la copia riuscita del retrotreno Mercedes. In realtà la monoposto di Fallows e Furbatto, al di là delle ironie che ha provocato, è una macchina con una propria identità e uno dei punti di forza da cui trae le prestazioni è la staccata. Scopriamo perché...

Dettaglio tecnico della Aston Martin AMR23

Foto di: Giorgio Piola

Tutti ne parlano: l’Aston Martin è la squadra del momento dopo il terzo posto di Fernando Alonso nel GP del Bahrain. Lo spagnolo dopo una partenza non proprio perfetta è stato costretto a meritare un posto sul podio a suon di sorpassi che hanno messo in evidenza le doti della AMR23.

La monoposto di Silverstone ha costruito una rimonta che non è stata facile perché in rettilineo c’era una zona DRS più corta e l’aver impostato una configurazione aerodinamica da alto carico nell’ala posteriore, non ha permesso sorpassi facili in fondo al dritto.

Fernando Alonso, Aston Martin AMR23, George Russell, Mercedes F1 W14

Fernando Alonso, Aston Martin AMR23, George Russell, Mercedes F1 W14

Photo by: Mark Sutton / Motorsport Images

Alonso, quindi, si è dovuto ingegnare per sfruttare le caratteristiche della “verdona” inventandosi attacchi insoliti come alla curva 10 nei confronti di Lewis Hamilton. I sorpassi sono andati a buon fine potendo contare su un punto di forza della AMR23: la frenata.

Lo spagnolo è parso eccellere nelle staccate delle curve 1, 8, 10 e 11 a dimostrazione non solo di un buon bilanciamento aerodinamico.

Aston Martin AMR23, dettaglio tecnico della pancia molto scavata verso il fondo

Aston Martin AMR23, dettaglio tecnico della pancia molto scavata verso il fondo

Photo by: Giorgio Piola

Gli osservatori si ostinano a dire che osserviamo un’esasperazione della Red Bull RB18, mentre noi dissentiamo da questa visione, dal momento l’Aston Martin ha sviluppato concetti propri che vanno anche oltre alla concezione di Milton Keynes, come il profondo scavo sopra alla pancia che permette di sfruttare l’effetto Coanda per portare un flusso ad alta pressione che si trova sopra il telaio al piede del fondo.

E anche in materia di impianto frenante, Aston Martin è andata oltre le scelte Red Bull: sulla RB19, Adrian Newey ha mantenuto la pinza in posizione verticale montata oltre l’asse, come era la “verdona” l’anno scorso, mentre Luca Furbatto ha proposto il caliper steso che era una dei must della squadra di Milton Keynes.

La pinza è frutto di una collaborazione con la Brembo: già l’anno scorso sulla AMR22 era stata proposta una versione reticolata che permetteva una buona evacuazione del calore associata a un’altra caratteristica molto importante sulle masse non sospese: la leggerezza.

Aston Martin AMR22, dettaglio della pinza anteriore reticolata realizzata in collaborazione con Brembo

Aston Martin AMR22, dettaglio della pinza anteriore reticolata realizzata in collaborazione con Brembo

Photo by: Giorgio Piola

L’Aston Martin ha rivisto tutti i passaggi d’aria all’interno del corner anteriore con il chiaro intento che il calore prodotto dall’impianto frenante (disco più pinza) venisse isolato ed espulso da specifiche canalizzazioni, mentre un flusso di aria fresca ha il compito di separare i due cestelli in carbonio per mantenere nell’intercapedine fra i due elementi una temperatura fresca che impedisca di trasferire un aumento di temperatura al cerchio e, quindi, alla gomma.

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