F1 | Aston Martin: il doppio fondo obbliga alle branchie
La AMR22 per ora è l'unica F1 presentata che ha scelto un visto undercut sotto alle pance riprendendo un'idea che in passato si era vista sulla Ferrari F92A nel 1992 e sulla Toro Rosso STR03 del 2011 senza grandi risultati. Questa scelta filosofica ha costretto i tecnici di Silverstone di sollevare i radiatori, aprendo grandi branchie sulla parte superiore della fiancata.
F.1 analisi tecnica di Giorgio Piola
Giorgio Piola è l’esperto di tecnica di Formula 1 che segue i Gran Premi dal 1964. Il giornalista italiano è considerato il più autorevole divulgatore dei segreti delle monoposto: i suoi disegni e le animazioni permettono di scoprire le novità introdotte dai team ai Gp.
Lo shakedown dell’Aston Martin non ha dato indicazioni sulle qualità della AMR22, ma i tecnici del team di Silverstone sono tornati in sede (a due passi dal tracciato) soddisfatti dei dati raccolti nei 100 km percorsi venerdì da Lance Stroll e Sebastian Vettel.
Sebastian Vettel, Aston Martin AMR22, nel filming day di Silverstone
Photo by: Aston Martin Racing
La verifica funzionale che tutto funzioni a dovere ha dato esito positivo, per cui la monoposto a effetto suolo curata da Andy Green potrà essere spedita a Barcellona per la prima sessione di test invernali dopo essere stata completamente rismontata e riassemblata.
La “verdona” per ora è la sola monoposto a effetto suolo presentata che ha puntato sul doppio fondo come concezione aerodinamica, mentre Haas e McLaren hanno scelto le pance spioventi.
Questa filosofia riporta alla memoria il ricordo della Ferrari F92A, la curiosa monoposto di Jean Claude Migeot che nel 1992 avevano utilizzato Jean Alesi e Ivan Capelli con poche soddisfazioni. Il concetto, molto innovativo per l’epoca, non aveva funzionato a causa delle flessioni del fondo che rendevano la rossa instabile aerodinamicamente e ai problemi di blow-by del motore 12 cilindri.
La Ferrari F92A la prima F1 con il doppio fondo nel 1992
Photo by: Giorgio Piola
L’idea, però, era poi stata ripresa dalla Toro Rosso nel 2011 con la STR03 di Giorgio Ascanelli e anche quella F1 spinta dal motore Ferrari V8 da 2,4 litri non permise ai piloti Jaime Alguersuari e Daniel Ricciardo di andare oltre due ottavi posti.
Aston Martin Racing AMR22
Photo by: Aston Martin Racing
La AMR22 ha colpito per le sue forme particolarmente generose nelle pance: i radiatori sembrano montati in posizione più orizzontale proprio per permettere di avere un passaggio d’aria fra i canali Venturi e le pance da sfruttare per alimentare il diffusore posteriore.
Per supportare questa scelta, i tecnici sono stati costretti ad aprire delle vistose feritoie sopra alla lunga fiancata che copiano le masse radianti. Gli sfoghi per espellere il calore della power unit Mercedes sono grandi, mentre la bocca di raffreddamento è particolarmente piccola collocata sopra il cono superiore anti-intrusione.
Aston Martin AMR22: la bocca dei radiatori è molto piccola
Photo by: Aston Martin Racing
In realtà l’imbocco della pancia mostra anche una sorta di “coperchio” che lascia intendere la possibilità di allargare la bocca se il motore Mercedes avesse più “fame” di aria per garantire l’affidabilità del propulsore di Brackley.
Aston Martin AMR22 con le sue particolarità tecniche
La presa d’aria per alimentare il potente 6 cilindri turbo della Stella è rimasta quella classica con l’aibox in tre stadi che ben conosciamo, mentre in materia di raffreddamento è sembrata piuttosto grande quella dei freni anteriore che nel filming day di Silverstone era stata parzializzata a causa del freddo che impediva ai dischi di andare in temperatura.
L’Aston Martin a livello aerodinamico ha evidenziato due curiosità: l’ultimo flap dell’ala anteriore, quello regolabile, è sagomato in modo tale da favorire l’effetto out wash del flusso verso l’esterno della ruota anteriore, mentre nel retrotreno non è sfuggito il lungo soffiaggio verticale che è stato visibile nel bordo d’uscita della paratia laterale che è integrata all’ala posteriore.
La fascia gialla sopra il flap mobile identifica la parte mobile che è parziale rispetto all'effettiva lunghezza del secondo elemento dell'ala posteriore.
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