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F1 | Aston Martin: il "bonus" galleria è cruciale nello sviluppo

La squadra di Silverstone sta riuscendo in una combo irripetibile: dispone della AMR23 che è la seconda forza del campionato e può fare affidamento su un monte ore in wind tunnel fino a fine giugno che è nettamente supeiore a quello concesso ai tre top team: Red Bull, Ferrari e Mercedes. Ecco perché nel team di Lawrence Stroll stanno concentrando gli sforzi per estrarre il massimo potenziale dalla "verdona": non si accontentano più dei podi, ma ora ambiscono alla vittoria, Red Bull permettendo...

Fernando Alonso, Aston Martin AMR23

Nel reparto aerodinamico dell’Aston Martin stanno lavorando a pieno regime: la nuova galleria del vento, che è in fase di completamento nella nuovissima sede della squadra di Silverstone sarà operativa solo alla metà del prossimo anno, per ora gli aerodinamici capeggiati dal direttore tecnico Dan Fallows sono impegnati nel wind tunnel della Mercedes a Brackley.

Nel team di Lawrence Stroll si deve ottimizzare ogni minuto nella ricerca aerodinamica perché l’Aston Martin, solo settima nella classifica del mondiale Costruttori 2022, nei primi sei mesi di questa stagione può beneficiare di 1.200 ore in galleria del vento contro le 756 di Red Bull Racing, le 900 di Ferrari e le 960 di Mercedes.

Aston Martin AMR23: ecco le fiancate con il Grand Canyon

Aston Martin AMR23: ecco le fiancate con il Grand Canyon

Photo by: Giorgio Piola

Un vantaggio che non può e non deve andare disperso, considerato che l’Aston Martin è adesso seconda forza nel Costruttori dietro all’imprendibile Red Bull, ma davanti alla Mercedes di 9 punti. I tecnici di Silverstone sono convinti che la monoposto sorpresa del 2023, la AMR23, non abbia ancora sparato le sue cartucce migliori e, con il lavoro di sviluppo, possa ambire al più presto alla prima vittoria dopo aver collezionato ben tre terzi posti con l’inossidabile Fernando Alonso.

Nella seconda parte dell’anno sulla “verdona” si dovrà rallentare l’evoluzione scendendo alle 900 ore concesse a chi è secondo in campionato e in quel pacchetto ci sarà anche lo studio della macchina del prossimo anno.

Appare fin troppo evidente, quindi, che il massimo sforzo dell’Aston Martin si deve compiere da qui all’inizio dell’estate per beneficiare di una condizione forse irripetibile: disporre di una vettura molto competitiva, potendo nel contempo contare su molte più ore di sviluppo rispetto agli avversari degli altri top team.

La AMR23 frutto del lavoro congiunto di Dan Fallows e Luca Furbatto sta dando ottimi risultati: la macchina di Silverstone l’avevamo anticipato in sede di presentazione, sapevamo che avrebbe fatto venire il mal di… pancia a molti, ma pochi avrebbero scommesso che quello della “verdona” non fosse solo un fuoco di paglia frutto di una macchina nata bene.

Dettaglio dell'ala posteriore dell'Aston Martin AMR23

Dettaglio dell'ala posteriore dell'Aston Martin AMR23

Photo by: Giorgio Piola

L’Aston Martin tiene il passo con i grandi perché beneficia di ore in galleria che i rivali non hanno e il concetto della macchina è fra quelli che più hanno un margine di sviluppo. Finora la AMR23 ha rivelato un carico aerodinamico addirittura superiore a quello della Red Bull RB19 in tutti i tratti guidati, mentre ha rivelato alcune carenze nei tratti più veloci, sebbene la power unit Mercedes F1 M13 E Performance abbia ben poco da invidiare all’Honda RBPT H001 che sta dominando la scena.

La “verdona” soffre di un po’ di drag e nell’intensa fase di sviluppo a Silverstone contano di trovare quella velocità massima che manca verso la speed trap: il regolamento tecnico delle vetture a effetto suolo è molto prescrittivo per cui non è affatto facile trovare dei punti di galleria ogni settimana, ma il tentativo è quello di ridurre il gap dalla Red Bull che può essere stimato in oltre mezzo secondo al giro.

Aston Martin AMR23: ecco il retrotreno con diffusore, beam wing e il

Aston Martin AMR23: ecco il retrotreno con diffusore, beam wing e il "bazooka" che scarica l'aria calda

Photo by: Giorgio Piola

Un’enormità per chi conta di sfidare il leader del mondiale, ma per completare un’analisi corretta è giusto ricordare da dove arriva l’Aston Martin, una squadra che solo l’anno scorso faticava a entrare con regolarità nei punti. Il team di Stroll è la dimostrazione che avendo le risorse finanziarie e le qualità umane è possibile fare delle scalate nelle gerarchie della F1 che sembravano impensabili.

La AMR23 potrà contare su importanti aggiornamenti previsti a Imola, gara che apre la stagione europea al sesto appuntamento e a Miami, per la nona corsa 2023. L’obiettivo è capire come la Red Bull trovi efficienza aerodinamica con il DRS aperto: la sensazione è che sulla RB19 si riesca ad… accucciare il retrotreno oltre un certo carico (o velocità), disponendo di un estrattore e di una beam wing che possono arrivare a stallare in un complicato lavoro combinato.

La Aston Martin non è una copia della vettura di Adrian Newey perché ha alcuni concetti esasperati come la ricerca dell’effetto Coanda nello scivolo della pancia che vanno ben oltre la Red Bull. L’esistenza del Gran Canyon, come è stato soprannominato lo scavo superiore, chiuso lateralmente dalla parete verticale, testimonia l’intenzione di spingere all’estremo certe idee che si stanno rivelando azzeccate.

La “verdona” riesce a controllare il porpoising e si permette, come la Red Bull, di girare con un’altezza da terra molto bassa grazie alla quale produce un eccellente carico aerodinamico che trasferisce la necessaria energia agli pneumatici per avere una più ampia finestra di utilizzo delle gomme.

Aston Martin AMR23, dettaglio del retrotreno: power unit, cambio e sospensione sono Mercedes

Aston Martin AMR23, dettaglio del retrotreno: power unit, cambio e sospensione sono Mercedes

Photo by: Uncredited

La Mercedes, che dispone della stessa meccanica del retrotreno (power unit, cambio e sospensione posteriore sono by Brackley) non è riuscita con la W14 a ottenere le stesse prestazioni della AMR23, scatenando le dure reazioni del team principal, Toto Wolff.

Tanto la squadra della Stella che la Ferrari stanno preparando una grande controffensiva, ma l’Aston Martin sta consolidando il suo potenziale e scalzarla dal ruolo di seconda forza non sarà affatto facile: molto dipenderà dalla consistenza del team, più che dalla capacità di dare corso a uno sviluppo tecnico che è in atto. Il fenomeno merito di essere analizzato e studiato, soprattutto da Maranello…

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