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F1 | Aston Martin AMR22 copia Red Bull RB18? Cerca le differenze

LA FIA dopo un'accurata indagine ha escluso che i tecnici di Silverstone abbiano fatto ricorso al reverse engineering per realizzare la AMR22 step B, sebbene a Milton Keynes dicono di avere delle prove per sostenere il contrario. Giorgio Piola è andato ad analizzare quali sono le (grandi) differenze di progetto fra le due monoposto che hanno poco in comune, mentre la veste aerodinamica mostra somiglianze importanti.

Confronto tra la Red Bull Racing RB18 e la Aston Martin AMR22

Foto di: Uncredited

Quanto sono giustificate le polemiche per la somiglianza della nuova Aston Martin AMR22 con la Red Bull RB18. La FIA ha svolto un’indagine presentandosi a sorpresa nella sede del team a Silverstone per verificare se ci poteva essere stato un trasferimento di proprietà intellettuale fra la squadra campione del mondo e quella di Lawrence Stroll.

I commissari tecnici federali non hanno trovato alcune file che riconducesse la nascita della AMR22 Spec B alla monoposto di Adrian Newey.

Lance Stroll, Aston Martin AMR22, sulla griglia

Lance Stroll, Aston Martin AMR22, sulla griglia

Photo by: Zak Mauger / Motorsport Images

Il sospetto era nato perché era pubblico il passaggio di sette persone da Milton Keynes al marchio di Gaydon, nel piano di potenziamento che il titolare canadese ha lanciato lo scorso anno: il nome di maggiore richiamo è quello Dan Fallows, ex capo aerodinamico Red Bull, promosso direttore tecnico in Aston Martin, ufficialmente dall’inizio di aprile. La FIA ha chiuso l’inchiesta, ma la Red Bull promette di tirare fuori delle prove sullo scippo delle… idee.

Assodato che non c’è stata nessuna spy-story, è indubbio che ciascun volto nuovo porta alla squadra di approdo tutta la sua conoscenza. È l’ovvio e non si giustificherebbero, altrimenti, lauti ingaggi che valgono tanto di più sono i concetti che un ingegnere è capace di “ricordarsi”.

Le nuove fiancate dell'Aston Martin AMR22

Le nuove fiancate dell'Aston Martin AMR22

Photo by: Giorgio Piola

Fatte queste premesse è giusto raccontare la storia dell’Aston Martin AMR22. La vettura presentata a Gaydon il 10 febbraio è una macchina nata “morta”. Lawrence Stroll al lancio della “verdona” sembrava partecipasse a un funerale più che alla nascita della prima macchina a effetto suolo espressione del nuovo regolamento.

Andy Green, CTO Aston Martin, ha spiegato che in fase di progetto avevano esplorato le due filosofie costruttive: tanto il doppio fondo, poi scelto, che le pance spioventi. Queste ultime erano state accantonate perché i dati di galleria del vento spingevano nella prima direzione, indicando uno sviluppo che sembrava più facile.

Sta di fatto che l’Aston Martin si è rivelata da subito una macchina sbagliata, incapace di arrivare a punti fino a Imola quando era stato introdotto un pacchetto di novità che in alcune parti della vettura anticipavano l’arrivo della step B a Barcellona.

Luca Furbatto

Luca Furbatto

Dan Fallows

Dan Fallows

L’idea di cambiare filosofia aerodinamica è stata chiara già alla fine dell’anno scorso, quando sia Luca Furbatto, giunto nel frattempo dall’Alfa Romeo, come capo dell’ingegneria, e il già citato Dan Fallows hanno espresso i loro dubbi sulla macchina a doppio fondo. E da inizio 2022 è iniziata una corsa per portare in pista al più presto la monoposto con le pance spioventi.

Appare fin troppo evidente, quindi, che l’accusa di aver copiato la RB18 con le foto non sta in piedi: la versione definitiva della macchina di Milton Keynes si è vista per la prima volta nei test in Bahrain all’inizio del mese di marzo, quando la creatura di Adrian Newey ha cominciato ad essere tenuta d’occhio per davvero indicando linee di sviluppo che sono state seguite senza esitazione, visto che sembravano adattarsi perfettamente all’Aston Martin Spec B che ancora nessuno aveva visto.

L’elaborazione di Giorgio Piola, che ha messo a confronto l’Aston Martin Spec B con la Red Bull RB18, ci mostra alcune macro differenze fra le due monoposto che indicano come i progetti siano nati su basi separate.

Aston Martin AMR22

Aston Martin AMR22

Photo by: Uncredited

Red Bull RB18

Red Bull RB18

Photo by: Uncredited

Tanto per cominciare la “verdona” dispone di una power unit Mercedes, mentre la Red Bull usa il motore Honda e ciascuna unità ha packaging molto diversi. Anche i telai non hanno congruenze: Sebastian Vettel è seduto più avanti di Max Verstappen (il casco del tedesco sporge di più dall’Halo perché la posizione è più verticale), ma anche per il lay out della vettura che è diverso.

Confronto tra la Red Bull Racing RB18 e la Aston Martin AMR22

Confronto tra la Red Bull Racing RB18 e la Aston Martin AMR22

Photo by: Uncredited

Newey ha voluto allontanare le ruote anteriori dalle pance e si osserva come l’ingresso reale delle bocche dei radiatori sulla RB18 sia decisamente più indietro rispetto a quelle Aston Martin. Ne consegue, quindi, che il motore Honda è spostato più indietro e la Red Bull ha deliberato un cambio più corto di quello Mercedes, che porta ad una power unit collocata più avanti.

Questa disposizione dell’hardware la si trova anche sulla W13 e la disposizione non deve essere quella ideale per ottenere il massimo sfruttamento delle gomme Pirelli da 18 pollici. Forse si possono comprendere certe difficoltà vissute dalla freccia d’argento, sebbene abbia spostato l’inizio delle pance più indietro disponendo di quel profilo alare che fa da deviatore di flusso e supporto degli specchietti.

Aston Martin AMR22: sospensione anteriore push rod

Aston Martin AMR22: sospensione anteriore push rod

Photo by: Giorgio Piola

Red Bull RB18: la sospensione anteriore pull rod

Red Bull RB18: la sospensione anteriore pull rod

Photo by: Giorgio Piola

Insomma fra Red Bull e Aston Martin ci sono grande differenze di progetto, anche se poi le due monoposto arrivano a misure di passo molto simili. La RB18 è nata con la sospensione anteriore pull rod e la posteriore con lo schema push rod, l’esatto contrario della AMR 22 che, invece, è rimasta fedele ai concetti in uso negli anni precedenti.

Aston Martin AMR22

Aston Martin AMR22

Photo by: Giorgio Piola

Red Bull Racing RB18

Red Bull Racing RB18

Photo by: Uncredited

Anche la disposizione dei radiatori ha poche affinità: la Red Bull ha limitato i pacchi radianti nelle fiancate, preferendo montarne anche sopra al motore endotermico, mentre l’Aston Martin è più vicina all’impianto di raffreddamento Mercedes, dopo aver abiurato i radiatori orizzontali e montati in alto della “verdona” Spec A.

Il disegno laterale delle pance mostra una RB18 con una linea (freccia bianca) più alta a metà fiancata, perché è maggiore la parte scavata sotto, mentre la AMR22 ha sidepod più degradanti verso il retrotreno, con uno zoccolo più piccolo al piede del marciapiede.

Aston Martin AMR22 dettaglio del fondo

Aston Martin AMR22 dettaglio del fondo

Photo by: Uncredited

Dettaglio del fondo Red Bull Racing RB18

Dettaglio del fondo Red Bull Racing RB18

Photo by: Uncredited

Andando a fare la tara su quanto polemicamente è stato detto a Barcellona, emerge in modo molto chiaro che la… copiatura ha portato ad una forte convergenza della forma aerodinamica perché l’andamento delle pance con la svasatura, gli sfoghi dell’aria calda dei radiatori, il fondo e l’estrattore posteriore sono di matrice Red Bull.

La AMR22 in Spagna non ha fatto vedere un potenziale che sembrava molto migliore della vettura precedente, ma è giusto ricordare che il GP di Barcellona è stato come un test invernale per una vettura nuova. Dove potrà arrivare la “verdona” lo scopriremo fra Baku e Montreal, perché Monte Carlo è davvero una roulette…

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