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Analisi

Anniversario McLaren: 39 anni dal primo telaio in carbonio

Barnard, grazie alla collaborazione con la Hercules, rilanciò la McLaren del Project 4 di Dennis con una F1 rivoluzionaria che adotto la prima monoscocca in materiali compositi nel 1981. John Watson vinse il GP di Gran Bretagna e fu la consacrazione di una soluzione copiata da tutti.

Monoscocca McLaren MP4/1

Monoscocca McLaren MP4/1

Giorgio Piola

F.1 analisi tecnica di Giorgio Piola

Giorgio Piola è l’esperto di tecnica di Formula 1 che segue i Gran Premi dal 1964. Il giornalista italiano è considerato il più autorevole divulgatore dei segreti delle monoposto: i suoi disegni e le animazioni permettono di scoprire le novità introdotte dai team ai Gp.

In questo weekend si celebra l’anniversario del debutto di una delle monoposto più importanti nella storia della Formula 1.

Era una vettura che è stata pioniera nel definire l’automobilismo per come lo conosciamo adesso, introducendo una nuova tecnologia nella costruzione dei telai che ha contribuito anche a salvare diverse vite nel corso dei decenni successivi.

McLaren MP4 1981, vista esplosa dettagliata

McLaren MP4 1981, vista esplosa dettagliata

Photo by: Giorgio Piola

La F1 a cui ci riferiamo è la McLaren MP4-1, la prima monoposto a impiegare una monoscocca interamente realizzata in fibre composite di carbonio: la vettura fece il suo debutto nel GP d’Argentina il 12 aprile 1981 con il pilota John Watson (11esimo in griglia e ritirato dopo 36 giri per il cedimento del cambio mentre lo scozzese era risalito sesto).

Il telaio in fibra di carbonio si è ormai diffuso in tutte le categorie per monoposto e si sta diffondendo anche fra le Gran Turismo, per cui è difficile immaginare un mondo delle corse in cui non ci siano i materiali compositi.

Mclaren MP4/1: presentazione della prima F1 col telaio in carbonio

Mclaren MP4/1: presentazione della prima F1 col telaio in carbonio

Photo by: Motorsport.com

Il bello è che all’epoca erano in molti a dubitare che il nuovo materiale fosse adatto alle auto da corsa. Lo scetticismo diffuso era dovuto al fatto che alcune squadre si erano già dilettate nell’uso della fibra di carbonio, ma sempre in aree non strutturali, ritenendo che era un materiale ideale esclusivamente per risparmiare peso.

In realtà non avevano ancora capito le proprietà dei materiali compositi, per cui non c’era ancora la giusta cultura su come usarli nel modo corretto, tant’è che erano sfruttati in modo simile a come si realizzavano le parti in fibra di vetro.

John Watson, pilota McLaren, con il team principal Ron Dennis e il capo progettista John Barnard al GP di Monaco 1981

John Watson, pilota McLaren, con il team principal Ron Dennis e il capo progettista John Barnard al GP di Monaco 1981

Photo by: Motorsport Images

A cambiare la storia è stato John Barnard, direttore tecnico della McLaren. L’inglese era stato chiamato da Ron Dennis dall’America dove la sua Chaparral 2K aveva vinto la 500 Miglia di Indianapolis con John Rutherford.

John, in realtà, era un cavallo di ritorno alla McLaren, perché era già stato il vice di Gordon Coppuck nel progetto della M23 e negli USA aveva avuto modo di impratichirsi sull’uso del carbonio che, invece, era già usato nell’industria aero spaziale.

Andrea de Cesaris, McLaren MP4/1-Ford Cosworth

Andrea de Cesaris, McLaren MP4/1-Ford Cosworth

Photo by: Motorsport Images

Alla fine del 1979 Barnard iniziò a lavorare su un progetto molto innovativo per il team Project 4 di Ron Dennis che aveva preso il controllo della McLaren dopo il fallimento della gestione di Teddy Meyer e la monoscocca in fibra di carbonio era l’elemento principale attorno al quale ruotava il disegno dell'intera monoposto.

John aveva l’ambizione di realizzare una scocca molto stretta che permettesse di avere pance più grandi in modo da creare due tunnel Venturi più ampi di chiunque altro, massimizzando l'effetto suolo disponibile.

L'ostacolo era costituito dai materiali: con l'alluminio, il materiale di riferimento di allora, era possibile realizzare un telaio stretto, ma sarebbe stato poco rigido e troppo flessibile. L'acciaio avrebbe assicurato una rigidità torsionale migliore, ma con l’aggiunta di molto peso.

Una soluzione e l’altra non era adatte al progetto che aveva in testa. La risposta era nella fibra di carbonio, ma, poiché nel Motorsport nessuno utilizzava il materiale nel modo più appropriato, Barnard aveva bisogno di cercare delle competenze esterne alla F1.

John si era rivolto alla British Aerospace, ma, sebbene i dirigenti fossero sembrati entusiasti del progetto, lo avevano deluso sostenendo di non avere delle risorse per aiutarlo. Si limitarono ad aprire un contatto con Arthur Webb, ingegneri aeronautico che aveva maturato una grande esperienza con le fibra di carbonio.

Webb ha collaborato con Barnard a disegnare la prima monoscocca in carbonio. L’honeycomb di alluminio veniva inserito a sandwich tra gli strati di fibra di carbonio unidirezionale.

Una costruzione rivoluzionaria per la F1, perché oltre a migliorare la rigidità torsionale e favorire la riduzione di peso, avrebbe consentito un accoppiamento del motore e degli altri componenti senza comprometterne l'integrità.

L’idea era geniale, ma c’era bisogno che qualcuno la realizzasse, poiché il Project 4 non aveva le strutture, né i fondi per avviarne la costruzione. Ron Dennis cercò la collaborazione di diversi specialisti nel Regno Unito, ma non se ne fece niente.

Sforzo da... Hercules

Sembrava che il progetto fosse destinato a restare in un cassetto, se Steve Nichols, giovane ingegnere McLaren non avesse avuto un amico alla Hercules Aerospace, la società americana che ha subito visto dei possibili vantaggi commerciali dalla collaborazione con la McLaren.

Sta di fatto che la scocca della MP4-1 è stata cotta in un’autoclave della Hercules, dopo che gli specialisti americani avevano laminato le fibre di carbonio sullo stampo maschio che era arrivato da Woking, sfruttando le conoscenze sui materiali compositi già sviluppate nel mondo aeronautico.

La nascita di una monoposto rivoluzionaria si innestava durante un momento particolarmente difficile per il Project 4, visto che il nuovo progetto di F1 pesava molto su Ron Dennis e i suoi soci, tanto più che la Marlboro aveva inizialmente rifiutato di sponsorizzare la nuova gestione del team che aveva invitato la multinazionale del tabacco a restare in F1.

Alla fine lo sponsor divenne parte del progetto scommettendo su Dennis, Barnard e sul telaio in carbonio che avrebbe dovuto riportare la McLaren a vincere un GP.

Telaio in cinque parti

McLaren MP4/1: il telaio in carbonio era costituito da cinque parti

McLaren MP4/1: il telaio in carbonio era costituito da cinque parti

Photo by: Giorgio Piola

La monoscocca della MP4-1 (Marlboro Poject 4 -1) era composta dal guscio in carbonio, tre centine e da una struttura di rinforzo: cinque parti contro le 50 componenti di un telaio in alluminio tradizionale.

La nuova McLaren fu accolta con molto scetticismo nel Circus, poiché alcuni team misero in dubbio la praticità di utilizzare un materiale così sofisticato e costoso nella costruzione dell'auto.

John Watson, McLaren MP4/1 Ford nel GP di Gran Bretagna 1981 vinto

John Watson, McLaren MP4/1 Ford nel GP di Gran Bretagna 1981 vinto

Ma quando John Watson il 18 luglio si aggiudicò il Gran Premio di Gran Bretagna mettendo fine a un digiuno di successi che per la McLaren durava dal GP del Giappone 1977 vinto da James Hunt con la M26, i team rivali iniziarono a pensare che il telaio in fibra di carbonio era un’idea da prendere in seria considerazione.

Il punto di svolta nel convincere il mondo che la soluzione McLaren fosse quella giusta è arrivato al GP d'Italia. John Watson per il cedimento di un cuscinetto ha perso la sua MP4-1 all’uscita della seconda curva di Lesmo.

La monoposto sbattè violentemente contro le protezioni con il retrotreno che si staccò dalla scocca, ma la cellula dell’abitacolo resse perfettamente l’impatto, mentre con una vasca in alluminio probabilmente Watson avrebbe patito delle conseguenze serie alla colonna vertebrale.

Il botto di Monza si rivelò uno spartiacque, perché la McLaren superò a pieni voti anche l’esame della sicurezza: non c’erano più riserve per realizzare le scocche in carbonio, anche perché restare ancorati ai vecchi metodi avrebbe reso obsolete le nuove macchine già alla nascita.

John Barnard è stato un pioniere: ha introdotto non solo in Formula 1 ma in generale nel Motorsport un nuovo materiale che era più resistente, più leggero e più sicuro di tutti quelli che lo avevano preceduto.

Barnard non solo ha alzato il tiro, ma ha cambiato le regole del gioco…

Dettagli del montante posteriore McLaren MP4-1

Dettagli del montante posteriore McLaren MP4-1

Photo by: Giorgio Piola

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