Sign up for free

  • Get quick access to your favorite articles

  • Manage alerts on breaking news and favorite drivers

  • Make your voice heard with article commenting.

Edizione

Italia Italia
Analisi
Formula 1 GP del Canada

F1 | Analisi: Red Bull cerca stabilità sui cordoli, Ferrari in frenata

Il venerdì canadese è stato senza ombra di dubbio piuttosto atipico, con una FP2 estesa di trenta minuti per recuperare il tempo perso nella prima sessione. Dato anche il possibile arrivo della pioggia, i team hanno seguito programmi piuttosto differenti tra loro, ma sono comunque emersi alcuni spunti: Red Bull è alla ricerca di una miglior stabilità sui cordoli, ma si comporta bene in percorrenza, mentre Ferrari vuole dare maggior confidenza ai piloti in frenata.

Charles Leclerc, Ferrari SF-23, Max Verstappen, Red Bull Racing RB19

Il weekend del Gran Premio del Canada è senza dubbio iniziato con un venerdì atipico. A causa di un problema tecnico con le telecamere a circuito chiuso del tracciato, le vetture sono rimaste sostanzialmente ferme ai box, mentre nella seconda sessione di libere, allungata di trenta minuti per compensare il tempo perso nel primo pomeriggio, il possibile arrivo della pioggia ha spinto i team a rivedere i propri piani.

Ciò ha senza dubbio aggiunto un livello di incertezza a una sessione già di per sé di difficile lettura perché, se è pur vero che le squadre hanno avuto in effetti l’opportunità di svolgere un programma piuttosto completo tra simulazioni di qualifica e passo gara, alcuni di questi riscontri sono arrivati in momenti differenti.

L’esempio più lampante è quello della Mercedes che, per paura dell’arrivo della pioggia, ha scelto di effettuare i long run nella prima parte della FP2 quando l’asfalto era ancora piuttosto sporco, lasciando invece i tentativi con poca benzina per il finale, quando la pista era decisamente migliorata in termini di grip. Un discorso simile può essere fatto anche per Alonso, il cui miglior crono è giunto in una fase piuttosto avanzata della sessione, per altro con un piano piuttosto particolare: nel primo tentativo lo spagnolo si è concentrato soprattutto sul primo settore, mentre nel run successivo ha poi migliorato il secondo e il terzo intertempo, scendendo anche di diversi decimi in quello finale.

Lewis Hamilton, Mercedes F1 W14

Lewis Hamilton, Mercedes F1 W14

Photo by: Steve Etherington / Motorsport Images

Proprio per questo la squadra della Stella non si è lasciata prendere da facili entusiasmi, sottolineando come la “doppietta” del venerdì sia giunta più per circostanze che per merito. Ciononostante, il primo giorno di pista in Canada ha comunque fornito alcune indicazioni interessanti.

In due settimane la Formula 1 è passata da un tracciato estremamente veloce da alto carico e con un asfalto liscio a un tracciato quasi all’opposto, il quale presenta una maggior quantità di curve medio-lente, tanti dossi e tanti cordoli che mettono alla prova aspetti differenti della vettura. Per gran parte del venerdì i team hanno lavorato sulla ricerca dell’assetto ideale, che permettesse di avere una vettura agile sui cordoli e sui cambi di direzione ma che nemmeno soffrisse eccessivamente i bump sparsi lungo la pista.

Un elemento da non sottovalutare, perché in certe zone del tracciato le sconnessioni dell’asfalto si spingono fino alla zona di frenata, aspetto sofferto, ad esempio, soprattutto da Carlos Sainz. Sensazioni contrastanti, ad esempio, rispetto a quelle del compagno di casacca, il quale si è sentito maggiormente a suo agio a bordo della SF-23 nonostante a causa di varie situazioni non sia arrivato il tempo sul giro. Un discorso simile anche in casa Alfa Romeo, con Zhou Guanyu che a lungo si è lamentato di un’eccessività rigidità della sua C43, in maniera opposta di Valtteri Bottas.

Carlos Sainz, Ferrari SF-23

Carlos Sainz, Ferrari SF-23

Photo by: Patrick Vinet / Motorsport Images

Il tema dei dossi e dello sfruttamento dei cordoli ha interessato anche Red Bull, con i due piloti che alla fine del secondo turno di libere che hanno spiegato di aver faticato a trovare il giusto compromesso nell'assetto per sfruttare le caratteristiche della RB19. Non è un caso che, al di là dei riferimenti telemetrici, la monoposto della squadra di Milton Keynes abbia mostrato una certa insofferenza nell’attaccare i cordoli, ma non quelli che presentano la classifica colorazione bianco-rossa, bensì quelli più esterni e più alti di color arancio.

Un aspetto che si può apprezzare, ad esempio, nella chicane 7-8, dove seppur le velocità minime di percorrenza non mostrino una grande differenza, in realtà Max Verstappen ha mostrato qualche debolezza soprattutto in inserimento.

Non è un caso che, in quelle zone dove invece i cordoli sono più bassi o non sono fondamentali, in realtà la RB19 si sia ben comportata, soprattutto nel primo intertempo, con la rapida chicane e quella lunga curva a destra che dove serve un buon anteriore per riuscire a mantenere una linea stretta e una buona fase di trazione per scaricare la potenza a terra senza far pattinare eccessivamente il posteriore. È importante comunque sottolineare che, in determinati tratti dove generalmente si sfiorano i muretti, Verstappen ha mantenuto un margine di sicurezza, più di altri piloti.

"Non è stata una giornata lineare. Non abbiamo girato nelle Libere 1 però è stato così per tutti. Abbiamo girato di più nelle Libere 2 ma dobbiamo migliorare l'assetto. Fatichiamo sui cordoli e sui saltellamenti, sui dossi. Ogni tanto giornate come queste ci succedono", ha spiegato il due volte campione del mondo al termine della giornata.

 

In questo caso, l’assetto tendenzialmente più rigido della RB19 non sta pagando come in Spagna, tracciato dalle caratteristiche profondamente differenti rispetto a quello di Montreal. Una situazione che, comunque, potrebbe cambiare già nella giornata di sabato sia con l’arrivo della pioggia sia con interventi correttivi per quanto riguarda l’assetto.

Un discorso quasi contrario a quello che si potrebbe fare per Ferrari, con la SF-23 capace di esprimere in maniera più marcata le proprie qualità rispetto a quanto era avvenuto due settimane sul circuito catalano. Meno curve veloci, meno curve d’appoggio, più tratti lenti, più rettilinei e maggior spazio alla fase di trazione.

Per quanto effettivamente Carlos Sainz si sia lamentato del comportamento della vettura sui dossi, aspetto che comunque ha penalizzato diverse vetture, in questo caso l’effetto non è così marcato come su altre piste, dove la presenza di avvallamenti e di tratti veloci con trasferimenti laterali metteva in crisi il comportamento della monoposto, rendendola imprevedibile. In Canada questo aspetto lo si è avvertito più in frenata che in altre zone della pista, dando così la possibilità di far lavorare la vettura del Cavallino in una finestra migliore, sfruttando anche quell’assetto tendenzialmente più morbido che in altre situazioni ha aiutato. Altro tema è quello delle velocità di punta, che si sono confermate da riferimento anche con le vetture clienti.

"Non mi sento ancora al 100% a mio agio con la macchina a causa di problemi in frenata. Abbiamo iniziato a capire i motivi e proveremo a fare alcune modifiche per la FP3 e le qualifiche. Su questa pista non avere feeling in frenata conta molto, ma ho fiducia che andrà meglio".

Confronto Sainz-Hamilton FP2 Canada

Confronto Sainz-Hamilton FP2 Canada

Photo by: Gianluca D'Alessandro

Al contrario di Sainz, Leclerc è rimasto più soddisfatto del comportamento della vettura, anche se il crono sul tabellone non lo dimostra appieno. Infatti, complici vari tentativi abortiti e le bandiere che hanno interrotto il secondo turno, il monegasco non è riuscito a piazzare il suo miglior tempo assoluto. Inoltre, durante la sua simulazione gara, verso la fine dello stint sulle medie Leclerc ha sofferto di un problema all’ala anteriore costato tra i dieci e quindici punti di carico, abbastanza da spingerlo a rientrare ai box per sostituire l’unità. I riferimenti sono interessanti, sulla carta non distanti da quelli di Verstappen ma in linea anche con quelli di Gasly, anche se è utile segnalare che i due Ferrarista hanno optato per un approccio più “morbido”, mentre l’olandese della Red Bull ha iniziato a girare su tempi più spinti sin da inizio stint.

Il possibile arrivo della pioggia, con previsioni contrastanti che prevedono uno scroscio per le qualifiche, potrebbero mischiare le carte in tavola: il sabato canadese porta con sé tante incognite.

 

Leggi anche:

 

Be part of Motorsport community

Join the conversation
Articolo precedente F1 | Haas: mono pilone posteriore e sfoghi d'aria più piccoli
Prossimo Articolo F1 | Ocon con un set di intermedie in meno: “Sarà una FP3 in salita"

Top Comments

Sign up for free

  • Get quick access to your favorite articles

  • Manage alerts on breaking news and favorite drivers

  • Make your voice heard with article commenting.

Edizione

Italia Italia