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Formula 1 GP d'Austria

F1 | Analisi Mercedes: in Austria condannata dai problemi al retrotreno

Una delle delusioni del fine settimana austriaco è stata la Mercedes, la quale ha patito soprattutto i problemi di gestione delle gomme posteriori. L'abbassamento delle temperature al sabato aveva aiutato a trovare un miglior bilanciamento dando così maggior fiducia ai piloti, ma gli oltre 30°C della domenica e un bilanciamento errato hanno messo nuovamente in crisi la W14 esponendone i punti deboli.

Lewis Hamilton, Mercedes F1 W14

Ci sono weekend in cui i risultati vanno al di sopra delle aspettative, come in Canada, altri che invece lasciano più dubbi che certezze. Per Mercedes il Gran Premio d’Austria rientra nella seconda categoria, quasi come se fosse stata una tappa a vuoto dopo due appuntamenti che avevano rappresentato un’iniezione di ottimismo.

Facendo un passo indietro, la squadra della Stella era giunta a Montreal conscia che le caratteristiche di quel tracciato difficilmente si sarebbero sposate a quelle della W14, ma il buon passo mostrato aveva trasmesso fiducia, pur rimanendo consapevoli di aver ricoperto il ruolo di quarta forza.

Per questo si guardava al fine settimana dell’Austria con una timida speranza, quella che i punti di forza della macchina potessero aiutare a nascondere le debolezze di un progetto che, dietro a una nuova maschera, in realtà lotta ancora contro problemi del passato che non possono essere risolti in pochi mesi. Chiaramente, la tappa di Spielberg ha raccontato una storia differente, in un fine settimana che a tratti si è trasformato in un calvario per la quantità di episodi che hanno colpito la scuderia di Brackley.

Lewis Hamilton, Mercedes F1 W14

Lewis Hamilton, Mercedes F1 W14

Photo by: Alessio Morgese

"Avevamo previsto che Montreal non sarebbe stata ideale e invece è stata sorprendentemente buona, mentre in Austria pensavamo che le zone ad alta velocità avrebbero salvato le nostre prestazioni carenti nei tratti a bassa velocità, ma non è stato così”, ha spiegato Toto Wolff dopo la corsa.

Il primo punto in esame è senza dubbio quello del format, il quale pone tutti i team di fronte alla necessità di dover trovare rapidamente la direzione ideale a livello di assetto. Per una squadra come Mercedes, che negli ultimi anni ha fatto del lavoro in pista un aspetto centrale nella propria strategia nel weekend, non avere due sessioni complete, soprattutto nelle condizioni che si sarebbero poi disputate la sprint e la gara, ha complicato la ricerca del set-up. Una circostanza che non può essere una scusa, dato che tutti i team si sono ritrovati a dover fare i conti con il medesimo scenario, ma il poco tempo a disposizione non ha permesso di correggere la traiettoria tecnica adattandola ai dati ricavati direttamente in pista.

Il secondo punto è legato alle caratteristiche di un tracciato che, pur essendo piuttosto, presenta un mix vasto e variegato, tra curve lente di trazione e tante zone veloci in cui conta avere un buon carico e, soprattutto, una tanta stabilità. Per questo la casa anglo-tedesca sperava che quanto di buono mostrato a Barcellona, dove si era imposta come chiara seconda forza, si traslasse anche a Spielberg, andando a coprire le carenze della W14 nei tratti più lenti. Rispetto ai precedenti due appuntamenti, il circuito del Red Bull Ring presenta una varietà di curve più ampia, per molti versi completamente opposte, rendendo più complesso individuare una buona base a livello di assetto.

Lewis Hamilton, Mercedes F1 W14, Lando Norris, McLaren MCL60

Lewis Hamilton, Mercedes F1 W14, Lando Norris, McLaren MCL60

Photo by: Steve Etherington / Motorsport Images

Il terzo aspetto è proprio quello delle condizioni. Se nella prima sessione di libere la temperatura dell’asfalto era arrivata a sfiorare i 50°C, venerdì pomeriggio è poi scesa attorno ai 38°C. Una differenza di una decina di gradi che, per quelle monoposto che hanno una finestra di funzionamento piuttosto ristretta, possono giocare un ruolo centrale. Ancor più marcato è stato il calo delle temperatura registrato al sabato, attorno ai 20°C, il che per molte vetture ha influenzato il bilanciamento rispetto alla giornata precedente.

Generalmente l’Austria rientra in quella categoria di tracciati che mette a dura prova il posteriore della vettura, un ambito dove quest’anno la monoposto della Stella non ha propriamente brillato. Le prime curve sono tutte medio lente, dove conta avere una buona stabilità in frenata e in trazione cercando di ridurre il pattinamento degli pneumatici. Quando le temperature sono molto alte, questo effetto si ripercuote poi anche nelle curve più veloci, dato che le coperture non hanno il tempo di raffreddarsi aumentando lo scivolamento e il degrado. In qualifica il grip della gomma nuova aiuta parzialmente a nascondere le difficoltà, ma in gara emergono in modo più marcato.

Osservando i dati telemetrici delle prove ufficiali del venerdì, nel confronto tra Lewis Hamilton e Carlos Sainz emerge come gran parte del gap accusato dall’inglese sia nato proprio nelle zone più lente, come curva tre e curva quattro, mentre nei tratti più veloci i riferimenti sono quasi paragonabili nonostante qualche differenza in termini di approccio. Pur patendo qualche evidente carenza nella gestione della finestra degli pneumatici sul giro secco, aspetto in cui Mercedes negli ultimi due anni ha spesso mostrato sintomi di sofferenza, il britannico era stato in grado di portarsi fino alla quinta posizione.

Confronto telemetrico delle qualifiche del GP d'Austria tra Lewis Hamilton e Carlos Sainz: l'inglese ha accumulato gran parte dello svantaggio nei tratti lenti

Confronto telemetrico delle qualifiche del GP d'Austria tra Lewis Hamilton e Carlos Sainz: l'inglese ha accumulato gran parte dello svantaggio nei tratti lenti

Photo by: Gianluca D'Alessandro

Le difficili qualifiche shootout, con Lewis Hamilton eliminato nella prima manche dopo l’episodio con Max Verstappen negli ultimi minuti e George Russell rallentato da un problema di natura idraulica sulla sua vettura, non hanno permesso al team di esprimere appieno il potenziale. Tuttavia, entrambi i piloti alla fine della sprint avevano confermato che il bilanciamento nella giornata di sabato fosse nettamente migliorato, segnale che dava una timida speranza di potersi confermare anche alla domenica.

Un cambio di rotta dovuto soprattutto alle particolari condizioni del tracciato e a quelle metereologiche. Le basse temperature registrate al sabato avevano spostato l’asse limitante verso l’anteriore, come confermato dalle indicazioni fornite ai piloti in diversi team radio durante la corsa, aiutando quindi a coprire le debolezze della W14 al retrotreno, meno sollecitato. Uno scenario che si è poi ribaltato nuovamente la domenica pomeriggio, quando le temperature sono tornate stabilmente sopra i 30°C, esponendo i punti deboli della monoposto.

Infatti, nel tentativo di proteggere le gomme posteriori, Hamilton aveva iniziato la gara con un’impostazione molto aggressiva in termini di bilanciamento, togliendo tanta ala all’anteriore, una delle poche regolazioni possibili in condizioni di Parc Fermé. Una scelta che non ha pagato, perché durante l'intero primo stint il sette volte campione del mondo si è poi lamentato di un fastidioso sottosterzo, giungendo in più occasioni all’errore nelle curve veloci, aspetto che ha influito poi nella penalità ricevuta per aver superato ripetutamente il limite che delinea la pista.

Complici le regolazioni di assetto scelte prima della corsa che hanno causato tanto sottosterzo, nel corso del primo stint Hamilton è andato oltre i limiti della pista in più occasioni, rimediando una penalità.

Complici le regolazioni di assetto scelte prima della corsa che hanno causato tanto sottosterzo, nel corso del primo stint Hamilton è andato oltre i limiti della pista in più occasioni, rimediando una penalità.

Photo by: Steven Tee / Motorsport Images

"Sapevamo di avere un retrotreno davvero pessimo qui, quindi abbiamo tolto molta ala anteriore per cercare di mantenere il bilanciamento in modo da poter fare un long run e andare lungo nello stint. Abbiamo esagerato e nelle ultime due curve ero quasi in full lock. Alla curva 10 scivolavo e non potevo farci nulla”, ha spiegato Hamilton al termine del Gran Premio.

La decisione di rimediare ridando carico sull’anteriore durante i due pit stop ha effettivamente aiutato a correggere il sottosterzo accusato nel primo stint, ma ha anche evidenziato nuovamente i problemi di gestione del retrotreno. Le gomme sono tornate a scivolare e a surriscaldarsi, riducendo così le performance in staccata e a centro curva, dove altri piloti, come Lando Norris con la sua McLaren aggiornata, sono invece riusciti a fare la differenza. La sanzione di cinque secondi rimediata per track limit non ha fatto altro che compromettere ulteriormente la situazione, spendendo l’alfiere della Mercedes anche alle spalle di Fernando Alonso, in quella che non si è rivelata una giornata particolarmente esaltante per Aston Martin.

Dopo un deludente weekend, la casa della Stella punta con decisione al prossimo fine appuntamento, quello di Silverstone, un tracciato generalmente benevolo verso le vetture della squadra di Brackley. Anche nella passata stagione, pur con i suoi numerosi difetti, la W13 fu capace di giocarsi un buon risultato, sfruttando le buone caratteristiche nelle curve veloci. Qualità che la sua progenitrice ha trasmesso anche alla monoposto di quest'anno, come già osservato a Barcellona e in altri Gran Premi. Inoltre, in Gran Bretagna dovrebbero arrivare delle novità tecniche in grado di ridare linfa vitale alla monoposto, le quali saranno un’evoluzione del nuovo percorso tecnico intrapreso con il pacchetto che ha debuttato a Monaco.

 

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