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F1 | Analisi: cosa raccontano i dati sul dominio della Red Bull

Non c'è dubbio che la Red Bull abbia la macchina più veloce della Formula 1 in questo momento. Uno sguardo più attento ai dati rivela esattamente dove la RB19 è stata così forte e come, aspetto più preoccupante per il gruppo degli inseguitori, al momento sembri competitiva su tutte le tipologie di tracciato.

Max Verstappen, Red Bull Racing RB19

Foto di: Red Bull Content Pool

Il Gran Premio d’Australia ha riservato tanti dubbi, incertezze e qualche polemica per un finale confusionario. L’unica certezza è la vittoria di Max Verstappen, mai davvero in discussione se non per una partenza poco felice che lo aveva portato alle spalle delle due Mercedes.

Verstappen ha concesso solamente dodici giri di leadership alla coppia Russell-Hamilton prima di riprendersi la testa della corsa, con un sorpasso ai danni del sette volte campione del mondo manifesto degli attuali valori in campo.

Prima del caotico finale, spinto da una bandiera rossa causata dai detriti lasciati sul tracciato in seguito a un contatto da parte di Kevin Magnussen con le barriere in uscita da curva due, l’olandese della Red Bull poteva contare di un vantaggio su Lewis Hamilton di circa 8,5 secondi. Un distacco che, all’apparenza, potrebbe non sembrare particolarmente ampio date le due prove schiaccianti di inizio campionato, ma che spinge il team di Milton Keynes ad avere circa un giro di vantaggio sui rivali nelle prime tre gare.

Il due volte campione del mondo in carica ha vinto la tappa di apertura della stagione in Bahrain davanti al compagno di scuderia Sergio Perez, il quale a sua volta ha preceduto Fernando Alonso, terzo sul podio e primo dei piloti non Red Bull. Una prova di forza, conclusa con un vantaggio di circa 38 secondi e mezzo proprio sullo spagnolo dell’Aston Martin: un gap ampio che, per quanto potesse essere più contenuto senza il prematuro ritiro di Charles Leclerc a causa di un problema tecnico, allo stesso tempo fornisce una buona chiave di lettura sul dominio della scuderia anglo-austriaca. Non bisogna dimenticare, infatti, che da un certo punto in poi ai due portacolori era stato chiesto di rallentare il ritmo, fornendo un target di riferimento di circa 7-8 decimi più lento dei giri completati in precedenza.

Su un tracciato in cui il consumo gomme non era così accentuato quanto in Bahrain e in una gara dove Alonso è riuscito a partire direttamente dalla prima fila, evitando così il traffico degli altri piloti Mercedes e Ferrari, lo spagnolo è stato in grado di contenere il distacco sotto i 21 secondi dal vincitore, in questo caso Sergio Perez. L’entrata della Safety Car ha chiaramente influito sul conteggio finale, che ha annullato il delta di circa sei secondi che il messicano era stato in grado di costruire prima della neutralizzazione.

A Melbourne, il passo è stato influenzato dalla necessità di far durare le gomme hard fino alla fine dopo la prima bandiera rossa, spingendo i team a mantenere un ritmo piuttosto lento per non rischiare una seconda sosta. Non è difficile ipotizzare che i rivali siano stati favoriti dal passo meno rapido, che ha permesso di “mascherare” alcuni difetti delle monoposto che sono emersi sulla lunga distanza.

Max Verstappen, Red Bull Racing RB19, Carlos Sainz, Ferrari SF-23, Fernando Alonso, Aston Martin AMR23

Max Verstappen, Red Bull Racing RB19, Carlos Sainz, Ferrari SF-23, Fernando Alonso, Aston Martin AMR23

Photo by: Glenn Dunbar / Motorsport Images

Se ai risultati dei primi due GP si aggiunge il vantaggio che Verstappen aveva imposto prima dell’interruzione in Australia per la seconda bandiera rossa, la Red Bull può vantare un totale di quasi 68 secondi di vantaggio sulla concorrenza: per dare un’idea, si tratta di un numero superiore a quello necessario per completare un giro sul tracciato di Zeltweg, una delle prove del mondiale. Certo, il paragone può sembrare improprio, dato che si tratta di circuiti differenti, ma fornisce una prospettiva che può far comprendere quanto la Red Bull sia riuscita ad annichilire la concorrenza in pochi appuntamenti.

L'amministratore delegato della F1 Stefano Domenicali ha insistito sul fatto che i nuovi fan non sono turbati da questa sorta di monopolio e che gli altri team li raggiungeranno. Ma, allo stato attuale delle cose, ciò che sembra chiaro è che Red Bull si trova su un’altra galassia, rendendo una vittoria dei rivali piuttosto improbabile se messa solamente sul piano del passo e senza fattori esterni, quali affidabilità o episodi di gara.

Aston è la grande sorpresa del 2023 fino a questo momento, essendo passato dal settimo posto in classifica della scorsa stagione a un secondo posto assolutamente inaspettato alla vigilia. Per quanto l’entusiasmo voli alto, Alonso non ha nascosto che, in questo momento, l’Aston Martin avrà bisogno dell'aiuto di una penalità della Red Bull, di un pitstop sbagliato, di un incidente o di un problema di inaffidabilità per battere anche solo una delle due RB19, un po’ come successo in Australia con Perez.

Max Verstappen, Red Bull Racing RB19

Max Verstappen, Red Bull Racing RB19

Photo by: Glenn Dunbar / Motorsport Images

Il Team Principal della Mercedes, Toto Wolff, ha già spiegato in più occasioni che la squadra tedesca andrà incontro a un cambio di concept della monoposto nel corso della stagione, anche se, a causa dei limiti imposti dal budget cap, il rinnovamento richiederà interventi più profondi che potranno essere apportati solamente in inverno. A Melbourne, George Russell era stato in grado di scavalcare

Verstappen alla partenza, prima di cedere nuovamente la posizione per un pit stop durante la Safety Car: nel momento della ripartenza, quando non c’era più il DRS fornito dal compagno di squadra a poter aiutare Hamilton, la superiorità della Red Bull è uscita con forza in un sorpasso che esprime la differenza dei valori in campo in questo momento. Ad ogni modo, anche con la nuova versione della W14, il team non si aspetta miracoli, quanto piuttosto una vettura che possa battere Aston Martin e Ferrari.

Parlando del team del Cavallino, l’inizio di stagione è sembrato quasi un brusco risveglio da quelle ambizioni nate dopo un 2022 che l’aveva visto a lungo lottare con Red Bull. Sebbene sia stata esclusa una macchina in “versione B”, Vasseur ora afferma che un flusso di sviluppi arriverà in ciascuno dei fine settimana di Miami, Imola e Barcellona per migliorare la competitività di una SF-23 che, al momento, ha presentato carenze importanti.

Q3 Bahrain - Primo tentativo - Leclerc vs Verstappen

Q3 Bahrain - Primo tentativo - Leclerc vs Verstappen

Photo by: Gianluca D'Alessandro

Carenze che hanno pesato più in gara che in qualifica, dove la monoposto di Maranello si è spesso ben difesa, pur mostrando limiti piuttosto chiari. Il vantaggio di tre decimi di Verstappen su Charles Leclerc in Bahrain, pur ampliato dal fatto che il Ferrarista non abbia completato il secondo tentativo, ha messo ben in evidenza come la RB19 abbia fatto dell’uscita dalle curve lente e della rapidità nelle curve a media velocità il suo punto di forza.

Se un anno fa la RB18 aveva pagato una certa carenza di carico e un peso eccessivo che limitavano l’agilità in curva, la nuova monoposto ha trovato forza anche su quei punti deboli che avevano limitato la vettura della scorsa stagione. Gli ingegneri di Milton Keynes hanno saputo aggiungere carico efficiente, senza vanificare le ottime velocità di punta, che anche in questa campionato sono rimaste tra le più altre della griglia.

La forza che Ferrari aveva mostrato nello scorso mondiale in fase di accelerazione quest’anno non si è più ripresentato in nessuno degli appuntamenti fino ad ora disputati: anzi, al contrario, è stato interessante osservare come i piloti abbiano dovuto sacrificare parte della velocità in percorrenza nelle curve a bassa velocità per impostare il tratto di uscita, potendo così compensare quanto perso in fase di trazione. Un aspetto che si è ben evidenziato soprattutto in Bahrain, pista che presenta diversi tornatini che lanciano sugli allunghi.

Telemetria Qualifiche, GP dell'Arabia Saudita, Perez-Leclerc

Telemetria Qualifiche, GP dell'Arabia Saudita, Perez-Leclerc

Photo by: Gianluca D'Alessandro

Proprio in tema di rettilinei, la bravura degli ingegneri di Milton Keynes è stata quella di trovare carico efficiente, ovvero aggiungendo carico aerodinamico ma senza penalizzare le velocità di punta. Ciò si è visto anche in Arabia Saudita, dove nel suo giro più veloce sul rettilineo principale Perez ha toccato quota 329 km/h, senza evidenziare alcun segno di derating, ad ulteriore conferma della bontà in termini di erogazione dell’ibrido da parte della Power Unit Honda sulla progressione. Qualcosa che, invece, non si può affermare per le unità di Mercedes e Ferrari, le quali nell’ultima parte dei rettilinei hanno sempre mostrato qualche segno di debolezza.

In Australia, con la sfida in Q3 tra Verstappen e Russell, il primo ha conquistato la pole per circa due decimi. Questo margine è nato soprattutto dalle prestazioni sui rettilinei, con Mercedes che in realtà si è ben difesa in alcune curve, dimostrando buone prestazioni nei tratti più rapidi in assoluto. L’aspetto più interessante da evidenziare è che, tuttavia, il tempo dell’olandese sia giunto con un singolo giro di preparazione per le gomme, mentre tutte le altre squadra hanno avuto bisogno di almeno due tornate per riscaldare adeguatamente le coperture, a dimostrazione di una superiorità che al momento coinvolge molteplici aspetti.  

I dati telemetrici ben esprimono la forza della RB19, con un dominio che non trova un solo punto di forza, ma piuttosto un castello ben costruito su aspetti in cui la monoposto di Milton Keynes non ha nulla da invidiare ai concorrenti. Aston Martin sembra essere la vettura che può contare su tanto carico assoluto, come si è visto anche nelle sequenza veloci di Jeddah, ma paga poi dazio sui rettilinei, motivo per il quale i tecnici di Silverstone stanno cercando di rivedere le scelte in termini di ali.

Telemetria Qualifiche GP Australia: Verstappen-Sainz

Telemetria Qualifiche GP Australia: Verstappen-Sainz

Photo by: Gianluca D'Alessandro

La Ferrari sembra un po’ al lato opposto della situazione, con velocità sui rettilinei nettamente migliorate rispetto al passato, ma sacrificando quelle in curva. La SF-23 in certe occasioni sembra soffrire proprio la carenza di carico aerodinamico, che paga più sulla lunga distanza che sul giro singolo, dove Leclerc è spesso stato in grado di tirare fuori qualcosa in più.

La RB19 sembra godere di un'ampia finestra di funzionamento, anche per questo non si è ancora trovato un vero e proprio punto debole. Forse solamente in frenata al momento la AMR23 sta dimostrando qualcosa in più grazie al buon carico aerodinamico, ma ciò è in parte dovuto anche al fatto che in più occasioni si è potuto osservare come Verstappen prediliga uno stile che tende a portare maggior velocità in curva piuttosto che massimizzare la frenata.  

Se da un lato Vasseur ritiene che non si sia ancora corso su un circuito veramente adatto alla SF-23, dall'altro sembra che non ce ne sia ancora uno che possa mettere in crisi la Red Bull.

 

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