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Analisi

AlphaTauri: una squadra che si trova nel centro di gravità

Il team diretto da Franz Tost con il podio di Pierre Gasly a Baku si è portato al quinto postonella classifica del mondiale Costruttori. Anche l'esuberante Yuki Tsunoda, il talentuoso rookie giapponese, comincia a contribuire alla causa, dopo troppi errori. A Faenza assolvono al meglio il ruolo di junior team e, pur con alti e bassi, possono sfidare due marchi ufficiali come Aston Martin e Alpine disponendo di risorse molto inferiori.

Pierre Gasly, AlphaTauri AT02

Foto di: Евгений Сафронов

L’AlphaTauri ha un potenziale molto interessante che, purtroppo, non sempre viene espresso. La squadra diretta da Franz Tost è brillantemente quinta nel mondiale Costruttori perché nel convulso GP dell’Azerbaijan ha conquistato in un colpo solo 21 punti, mentre nei 5 GP precedenti ne aveva messi nel carniere 18 in tutto.

In questi numeri, che racchiudono l’essenza di questo avvio di stagione 2021, emerge la bipolarità di una squadra destinata a cogliere risultati sorprendenti alternati a cocenti delusioni, in un up and down di emozioni, imprese ed errori.

A Baku l’AlphaTauri ha conquistato il secondo podio della sua breve storia dopo la vittoria di Pierre Gasly nel GP d’Italia a Monza nello scorso anno. Il francese è un pilota che, al contrario del compagno di squadra, Yuki Tsunoda, sbaglia molto poco: in Spagna è stato punito con 5’’ di penalità scontati al pit per un errato posizionamento in griglia.

“Ero molto arrabbiato come me stesso per aver commesso un errore così stupido. Cerco sempre di posizionarmi al limiti perché questo ti può dare un piccolo vantaggio in partenza, ma in quel caso sono andato oltre la riga e mi è costato 5 secondi di tempo”.

Nonostante ciò a Barcellona era riuscito a risalire fino al decino posto che valeva un punticino dopo una bella battaglia con Esteban Ocon.

È un “cecchino” che sa rispondere presente ogni volta che c’è una gara anomala. Del resto in carriera Pierre vanta anche un altro terzo posto nel GP del Brasile 2019 arpionato con la Toro Rosso. Se escludiamo la gara in Bahrain dove non ha raccolto punti, il transalpino è sempre entrato nella Top-10 collezionando 31 punti che gli valgono l’ottavo posto nella graduatoria piloti, mentre il rookie giapponese è 14esimo con 8 lunghezze.

Insomma, Gasly è una garanzia. Il 25enne di Rouen è molto maturato dopo la “retrocessione” dalla Red Bull Racing: forse non regge la pressione di un top team, ma in una squadra come quella di Faenza, dove si sente come a casa, è certamente un importante valore aggiunto.

L’obiettivo di Franz Tost è di collocarsi al centro del gruppo, fra il quinto e il sesto posto della classifica a squadre: l’AlphaTauri è perfettamente in target, essendo quinta con 39 punti. Non può guardare più in alto perché le prime quattro (Red Bull, Mercedes, Ferrari e McLaren) sono imprendibili anche per budget, ma può difendersi dai possibili attacchi di Aston Martin, sesta a 2 lunghezze, e Alpine, settima a 14 punti.

Entrambe le contendenti sono espressione di marchi prestigiosi e possono contare su maggiori risorse, ma l’AlphaTauri ha trovato nella perfetta sinergia con la casa madre Red Bull, gli strumenti per ambire a risultati di prestigio.

La AT02 ne è il chiaro esempio: la monoposto curata da Jody Eggington è il frutto di un buon compromesso. Ha speso i due gettoni di sviluppo per aggiornare la sospensione anteriore secondo i crismi adottati l’anno prima da Adrian Newey sulla RB16, ma non si è lasciato prendere dalla tentazione di replicare anche la sospensione posteriore che poteva essere montata senza pagare dei token, consapevole che quella soluzione avrebbe fatto lievitare i costi oltre la soglia per cui i benefici sarebbero stati minori rispetto all’aumento delle spese.

L’AlphaTauri è una macchina molto tradizionale che sfrutta il potenziale della power unit Honda RA621H. Se la RB16B è estrema in ogni concetto, la AT02 ne rappresenta l’alter ego razionale e pragmatico. Non ci sono voli pindarici, ma si bada alla sostanza.

E, in più di un’occasione, la squadra faentina è parsa servire per sperimentare soluzioni che poi sono state trasferite sulla Red Bull che è in lotta per il mondiale, evitando salti nel buio che devono essere evitati quando si sfida la Mercedes.

La sensazione è che la squadra sia ancora poco strutturata per ambire a un ulteriore salto di qualità, ma avrebbe senso spendere molto di più per sperare, magari, in una posizione in più nel Costruttori? Certamente no, perché le differenze sono abissali e l’AlphaTauri non deve perdere la sua dimensione di junior team destinato ad allevare giovani piloti.

Helmut Marko sembra aver pescato un altro jolly con Yuki Tsunoda, il talentuoso 21enne giapponese. Il ragazzino si è presentato a Sakhir con un nono posto al debutto che, forse, lo ha caricato di responsabilità troppo grandi per la sua esperienza. E l’aspettativa di risultati importanti lo ha portato a strafare, collezionando una serie di errori a partire dal crash nelle qualifiche di Imola, per arrivare al botto di Monte Carlo.

Yuki ha una predisposizione naturale alla velocità, ma deve imparare a gestire il limite, mentre la sua tendenza è di andare sempre oltre come un vero samurai. Franz Tost vuole salvaguardare il ragazzo che è già un idolo in Giappone. Lo ha invitato a trasferirsi in Italia per essere vicino alla squadra e per “controllarlo” da vicino. Una scelta che darà sicuramente dei risultati, ma che richiede del tempo per migliorare il rapporto con i tecnici e anche la conoscenza della lingua inglese.

“Se sei nello stesso decimo di altri top driver – spiega Tost - allora devi capire che non c'è più tanto spazio per forzare e essere ancora più veloce, perché poi finisci semplicemente nel muro“.

“Abbiamo iniziato un processo di apprendimento. E devo dire che già a Baku ha fatto un grande passo avanti nella comprensione della macchina, dando feedback tecnici più puntuali. Quindi sono sicuro che trarremo grandi vantaggi da questo lavoro, perché Yuki ha una velocità naturale incredibile. È più facile rallentare un pilota troppo veloce, piuttosto che rendere veloce uno più lento…”.

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