Alfa Romeo: perché Giovinazzi è trattato da vittima sacrificale?
Il pilota italiano in Turchia avrebbe potuto conquistare un punto con la C41, ma la squadra di Hinwil ha trovato da dire perché Antonio non ha rispettato un ordine di scuderia per far passare Raikkonen. Analizziamo cosa è successo a Istanbul e in quali condizioni è chiamato a scendere in pista il pugliese…
Antonio Giovinazzi, Alfa Romeo Racing C41
Jerry Andre / Motorsport Images
Antonio Giovinazzi si deve sentire un pesce fuori dall’acqua. Nella sua stagione migliore di Formula 1 non è riuscito a capitalizzare un consenso utile al suo rinnovo contrattuale e, anzi, si trova nella condizione di dover correre sapendo che la sua posizione è più che in bilico dal momento che nemmeno l’Alfa Romeo ha sostenuto un pilota italiano nel Circus.
La Casa del “biscione” non viaggia in buone acque, al punto che arriverà a produrre le sue vetture solo su ordinazione per evitare i parcheggi pieni di auto invendute in stock.
Antonio Giovinazzi, Alfa Romeo Racing in conferenza stampa
Photo by: FIA Pool
Non deve sorprendere, quindi, se nella galassia di Stellantis a guida francese si sia preferito ottenere uno sconto sulla sponsorizzazione del prossimo anno, lasciando la facoltà al team principal, Fred Vasseur, di cercare un pilota pagante che possa compensare la riduzione del supporto economico dello sponsor principale. Se i soldi per coprire il budget della Sauber non arrivano da una parte è giusto andare a cercarli altrove.
Antonio, così, si è trovato all’improvviso in una posizione scomoda, perché fra Stellantis e Ferrari non esiste più alcun legame che non sia la presidenza di John Elkann su entrambi i fronti. La Scuderia si limita a essere fornitrice del retrotreno con motore e cambio, avendo assunto la Haas il ruolo di junior team del Cavallino.
Fredric Vasseur, avendo avuto il via libera da Alfa Romeo, ha preso in considerazione la candidatura di Guanyu Zhou, il cinese che fa parte dell’Academy Alpine e che è secondo nel campionato di Formula 2 con il team UNI-Virtuosi. Zhou riesce a far convergere su di sé capitali cinesi importanti: in Sauber sono attratti dalla valigia piena di dollari, mentre a Stefano Domenicali, presidente F1, interessa aprire ai GP le porte del principale mercato dell’Oriente.
Gli interessi di bottega, quindi, vengono prima di talento e merito. Peccato che Zhou sembra che abbia fatto un passo più lungo della gamba, chiedendo un contratto triennale che nemmeno la Mercedes concede più a Lewis Hamilton. Un periodo troppo lungo per un rookie che deve dimostrare di meritare la F1, tenuto conto che Vasseur stravede per Teo Pourchaire, il giovane transalpino che sta allevando e che corre in F2 con la ART.
A determinare una fase di stand-by c’è anche la trattativa che Michael Andretti sta portando avanti per rilevare il controllo della squadra svizzera che è in mano allo svedese Otto Rausing e alla cordata che capeggia. Se il figlio di “piedone” dovesse entrare, magari vorrebbe portare nel Circus un pilota di licenza USA.
Insomma la questione è molto delicata, per cui non deve essere semplice per Antonio andare a correre serenamente con tutta questa pressione addosso. In Turchia Giovi è arrivato a sette decimi dall’arrivare alla zona punto con la C41: Esteban Ocon, in crisi con le gomme intermedie non sostituite per risparmiare il tempo del pit stop, nell’ultimo giro ha rallentato fino a farsi doppiare dal vincitore, Valtteri Bottas, per concludere la gara con un giro in meno.
Eppure la prestazione dell’italiano ha scatenato i lamenti del team Alfa Romeo. A Xavi Pujolar, capo degli ingegneri, non è piaciuto che il pugliese non abbia ceduto la posizione a un preciso ordine di scuderia: “Abbiamo chiesto di scambiare le posizioni ma Antonio ha iniziato ad alzare il suo ritmo e ha deciso che voleva restare davanti. La situazione si è verificata forse per un paio di giri, quando avremmo potuto essere più veloci come squadra. Poi, avremmo avuto bisogno di un giro in più per prendere Ocon".
"Per la squadra non è stata una decisione ottimale. Non ho capito perché non avremmo potuto scambiare i ruoli, visto che a fine gara avremmo potuto ripristinare le posizioni in base alla situazione che si sarebbe creata. Per noi era importante ottenere i punti e il ritmo di Kimi era competitivo in quella fase".
Quello che il team Alfa Romeo non spiega è che Giovinazzi precedeva Raikkonen di 15 secondi, quando il finlandese (che non voleva rientrare ai box) è stato chiamato al pit stop al giro 37. Kimi con le gomme fresche, quando è riuscito a portarle in temperatura, ha mostrato un passo decisamente più veloce del compagno.
Esteban Ocon, Alpine A521 davanti a Antonio Giovinazzi, Alfa Romeo Racing C41
Photo by: Zak Mauger / Motorsport Images
Peccato che Antonio, che avrebbe avuto il diritto di effettuare il cambio gomme per primo, visto che era davanti, è stato lasciato in pista a gomme finite prima del pit stop effettuato al giro 40 e quando ha visto approssimarsi la sagoma del finlandese ha cambiato passo, distanziando il compagno di team. Non è venuto il dubbio al team di Hinwil che fermando Giovinazzi per primo quel punto mancante sarebbe stato conquistato, perché l’Alpine di Ocon sarebbe finita dietro?
Il dubbio, dunque, è che il pilota italiano sia trattato come una vittima sacrificale, sebbene abbia dimostrato di essere costantemente più veloce di Raikkonen a parità di condizioni.
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