F1 | Addio Streiff: quella voce... libera dalla sedia a rotelle
Tetraplegico da 33 anni, dopo il drammatico incidente nei test di F1 con la AGS JH23 a Jacarepaguà, Philippe ha portato avanti le sue battaglie dalla sedia a rotelle, prendendo posizioni drastiche a difesa dei disabili. Si è trovato spesso al centro di polemiche con atteggiamenti a volte non condivisibili, ma quello è stato il suo modo di sentirsi vivo. Se n'è andato a 67 anni: nei 53 GP disputati è salito sul podio nel GP d'Australia 1985 con la Ligier JS25 dopo una gara che è stata frutto di dure lotte con Laffite.
Ha concluso i suoi giorni su una sedia a rotelle dopo che ha vissuto quasi metà della sua esistenza da tetraplegico a seguito di quel maledetto incidente con la AGS JH23 durante i test pre campionato 1989 di Formula 1 svolti in Brasile a Jacarepaguà: Philippe Streiff si è spento prima di Natale all’età di 67 anni, dopo essere stato un grande combattente a favore delle disabilità tanto da meritarsi la Legion d’Onore nel 1995.
Philippe Streiff con l'AGS JH23
Photo by: Motorsport Images
La storia di Philippe è stata segnata da grandi battaglie e molte polemiche per i motivi più svariati. Pilota della scuola francese, nato il 26 giugno 1955 a La Tronche vicino a Grenoble, ha disputato 53 GP di Formula 1: il miglior risultato è stato un podio al rocambolesco GP d’Australia 1985 con la Ligier JS25.
Streiff, pivello del Circus al suo sesto GP, era in battaglia con il compagno di squadra e più blasonato Jacques Laffite, quando a due giri dalla fine dopo una durissima lotta ruota a ruota c’è stato un contatto violento: Laffite è riuscito a concludere secondo dietro al vincitore Keke Rosberg, mentre Streiff ha agguantato il terzo gradino del podio con una macchina recalcitrante che si è quasi fermata davanti alla bandiera a scacchi, chiudendo con un distacco di quasi un minuto e mezzo.
Philippe Streiff, Tyrrell DG016 Ford al GP di San Marino 1987
Photo by: Motorsport Images
Il transalpino era un giovane talentuoso che è stato campione di F3 nel 1981 prima di approdare in F2 con il team AGS dell’ex meccanico Henri Julien con il quale ha vinto una gara nel 1984, prima di debuttare in F1 nel GP del Portogallo con la Renault RE50 con un ritiro. Nel 1985 inizia la stagione in F3000, ma a stagione in corso è chiamato dalla Ligier per sostituire Andrea de Cesaris e ottiene il suo unico podio in F1, mentre nell’endurance vanta un secondo posto alla 24 Ore di Le Mans del 1981 con una Rondeau-Ford e il terzo nel 1984 con la Porsche 956 del team Skoal Bandit.
Grazie al supporto della Renault, Streiff prosegue la carriera nei GP alla Tyrrell raccogliendo solo sette punti in due anni, prima di decidere di tornare alla AGS nel 1988 senza raccogliere particolari risultati perché il team di Gonfaron aveva perso gli sponsor lungo la strada e lo staff della squadra aveva deciso di andarsene, lasciando Julien da solo a ripartire da zero.
La AGS JH23 dopo il terribile crash nei test in Brasile che rese tetraplegico Streiff
Photo by: Andre Vor / Sutton Images
Ceduta la squadra a Cyril De Rouvre, imprenditore appassionato di corse, Julien resta alla conduzione del team e affida la progettazione della JH23 a Claude Galopin che realizza una monoposto certamente interessante ma terribilmente fragile. E sarà proprio Philippe a scoprirlo a sue spese perché nei test brasiliani sulla sua AGS si rompe una sospensione e la monoposto decolla oltre le barriere dopo una paurosa carambola: in uno degli impatti si spezza il roll bar e Philippe viene soccorso da commissari carioca del tutto impreparati tanto che c’è chi ha sostenuto che il pilota francese non avesse patito i danni alle cervicali che poi gli sono stati diagnosticati in ospedale.
Per estrarlo dall’abitacolo e trasferirlo al più vicino ospedale che era ad appena 22 chilometri c’era voluta più di un’ora in ambulanza, non era stato richiesto l’intervento di un elicottero: appena ricoverato era stata diagnosticato lo schiacciamento di una vertebra con fuoriuscita di midollo spinale e la lussazione di altre due. Il responso chirurgico drammatico: Streiff era costretto a una sedia a rotelle per il resto della sua esistenza.
La F1 abbandonò il pilota francese che poté contare per le lunghe cure sul supporto di una sottoscrizione a cui avevano partecipato anche molti italiani grazie al settimanale Autosprint. Nonostante la sua condizione Philippe non ha mai smesso di combattere, diventando un testimone nella diffusione dell’informazione sulla sicurezza stradale prima di fondare la CESA, l’associazione che ha permesso a persone con disabilità di vivere in modo attivo il motorsport.
È stato organizzatore del Paris-Bercy Kart Masters nel quale nel 1993 si erano sfidati per l’ultima volta Ayrton Senna e Alain Prost. Streiff ha spesso avuto posizioni molto divisive e polemiche: nel silenzio della famiglia Schumacher sulle condizioni di Michael, ha più volte rilasciato informazioni sulle presunte condizioni del Kaiser, provocando fortissime reazioni dai parenti del campione tedesco. E anche in seguito al dramma di Jules Bianchi non ha rinunciato a far sentire la sua voce attaccando frontalmente la FIA.
Philippe Streiff in sedia a rotelle con Lewis Hamilton quando era in McLaren
Photo by: Steven Tee / Motorsport Images
Minato nel fisico, ma lucido di mente, Streiff, tanto nel bene come nel male, non ha mai rinunciato a combattere le sue battaglie. Ora l’automobilismo ha perso una voce profonda che spesso ha risvegliato coscienze sopite. Ti ricorderemo Philippe.
Alla famiglia Streiff vanno le condoglianze della redazione di Motorsport.com.
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