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Accordo FIA-Ferrari: brevetti top secret da non divulgare?

Nell'intervista a Motorsport.com Todt sostiene che avrebbe reso pubblico l'accordo fra FIA e Ferrari sul caso motori, ma la Scuderia ha preteso la riservatezza. Nel dossier oltre alla sanzione (che andrebbe resa nota), ci sono proprietà intellettuali e brevetti del Cavallino.

Il motore della Ferrari SF1000, Sebastian Vettel

Il motore della Ferrari SF1000, Sebastian Vettel

Mark Sutton / Motorsport Images

L’intervista di Jean Todt concessa a Motorsport.com ha riacceso i riflettori sull’accordo segreto che la FIA ha siglato con la Ferrari per chiudere l’indagine sui motori dello scorso anno.

Un silenzio che per sette team di F1 è stato giudicato addirittura omertoso, tale da scatenare una dura reazione mediatica e non solo. Dal gruppo compatto si è sganciata solo la Mercedes che, invece, per prima aveva cercato di riunire gli scontenti in un’azione che potrebbe ancora avere dei riflessi di natura giudiziaria, magari al di fuori della FIA, in un tribunale civile.

“Se me lo chiedeste – ha spiegato Todt - vi risponderei che mi piacerebbe moltissimo dare i dettagli della situazione, ma la Ferrari si è opposta. Hanno ricevuto una sanzione, ma non posso dire di più riguardo ad essa".

Una dichiarazione che riaccenderà le polemiche, in un momento i cui tutta l’attenzione si è ovviamente spostata sugli effetti che sta generando la pandemia del COVID-19. La Ferrari, come sempre in questa vicenda, ha deciso di non replicare, preferendo rimanere nel silenzio.

Ma cosa c’è di top secret nel documento sottoscritto fra FIA e Scuderia tale da scatenare la dura reazione di sei team? Il presidente della Federazione Internazionale ha ammesso che sarebbe per la divulgazione dell’accordo nel quale si parla anche di una sanzione.

È amministrativa per cui la Ferrari ha dovuto pagare una multa salata per la presunta (mai accertata) irregolarità dei motori nel 2019, oppure si tratta di “lavori socialmente utili” che possono portare alla ricerca di motori del futuro con biocarburanti sempre più ecologici capaci di offrire costosi fronti di ricerca dai quali l’automotive potrebbe trarre importanti linee guida in attesa dell’elettrificazione.

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Ma c’è chi non crede a questa formula di “pena” e ritiene che sia stata pagata anche una sanzione che fa parte dell’accordo. La FIA, di fatto, ha ammesso la propria incapacità di effettuare dei controlli sulle moderne power unit, troppo complesse per essere verificate a fondo senza disporre di adeguati strumenti.

E, allora, nella pacificazione con i commissari federali ci sarebbe stata la disponibilità del Cavallino di mettere a disposizione delle facilities del Reparto Corse di Maranello per alzare la soglia dei controlli. Mattia Binotto ha concesso alla FIA l’uso di un banco dinamico per effettuare verifiche più approfondite? Non si sa.

Un fatto è certo: una volta pagata la “sanzione”, la Ferrari ha deciso di essere collaborativa con gli ingegneri diretti da Gilles Simon, direttore tecnico FIA. Avrebbe aperto i file degli ultimi cinque anni di ricerca e sviluppo, mostrando ai commissari che sono stati per mesi nella Gestione Sportiva progetti coperti da proprietà intellettuale e brevetti.

Da quanto filtra dalle bocche stracucite del Cavallino, la Ferrari ha messo a disposizione della FIA i suoi gioielli, spiegando in che modo i motoristi riuscivano ad aggirare il flussometro per incrementare la potenza, pur restando nei vincoli normativi, visto che gli innumerevoli controlli non hanno mai mostrato palesi irregolarità.

È evidente che a Maranello non hanno alcuna intenzione di mettere in piazza tutto il lavoro svolto negli ultimi cinque anni per “sanificare” la propria posizione e non sono state analizzate solo soluzioni che riguardavano le aree grigie del regolamento delle powr unit, ma in generale delle moderne F1, accendendo l’attenzione su tutti i temi caldi degli ultimi mesi.

L’esempio lo avevamo già fatto: la Ferrari è come l’hacker che ha violato i sistemi di sicurezza di un Governo e poi ha dato tutti gli strumenti per chiudere i buchi informatici.

È probabile che dell’accordo possa eventualmente emergere la sanzione, ma crediamo che i file top secret difficilmente potranno essere divulgati perché coperti da un segreto industriale.

La F1 in questo momento è alla presa di problemi molto più grandi di questi, visto che deve garantirsi la vivibilità nel tempo del Coronavirus, ma certamente l’accordo segreto fra FIA e Ferrari resta un buco nero che andrà chiarito o superato.

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