Sign up for free

  • Get quick access to your favorite articles

  • Manage alerts on breaking news and favorite drivers

  • Make your voice heard with article commenting.

Edizione

Italia Italia
Analisi

F1 | Aston Martin seconda forza: in gara più veloce di Ferrari e Mercedes

Il terzo posto di Fernando Alonso in Bahrain è il coronamento degli sforzi dell'Aston Martin negli ultimi otto mesi. Con una vettura che fa del carico aerodinamico complessivo e della gestione delle coperture i suoi punti di forza, in gara la AMR23 si è dimostrata la seconda forza, con un passo superiore sia a quello della Ferrari che della Mercedes.

Fernando Alonso, Aston Martin AMR23

“Il lavoro fatto dall'Aston Martin durante l'inverno è stato incredibile, ci siamo ritrovati ad avere la seconda macchina migliore in gara. È davvero irreale”. Le parole la miele di Fernando Alonso al termine della prima gara in Bahrain sono la fotografia di un pilota che ha ritrovato tra le sue mani una vettura capace di esaltarne il talento, e non solo armi spuntate.

Può un terzo posto valere quanto una vittoria? Sul semplice piano numerico, chiaramente no, ma dal punto di vista delle emozioni in pista e delle aspettative, in quanto caso la risposta sembra essere affermativa. Che la AMR23 potesse dimostrarsi una buona monoposto lo si era già intravisto nei test pre-campionato, ma tra l’essere la vettura di riferimento della midfield e giungere a podio, battendo per altro Ferrari e Mercedes sul passo, serviva uno step in più.

I sei decimi rimediati in qualifica potevano sembrare un passivo importante, ma aver già concluso a soli venti centesimi da Sainz e davanti alle due Mercedes era un segnale importante che la buone prestazioni della vettura non erano solamente un miraggio invernale, ma qualcosa di concreto.

Se dodici mesi fa su questa stessa pista l’Aston Martin lottava contro un progetto nato male per evitare l’ultima fila, quest’anno la squadra inglese è andata ben oltre i suoi stessi pronostici, centrando un podio tanto bello quanto sudato.

Tuttavia, al netto del bel terzo posto finale, la corsa dello spagnolo non è stata così semplice e "liscia" come potrebbe lasciar intendere il risultato finale, perché le due posizioni perse allo start hanno complicato unotevolmente una giornata in cui avrebbero potuto raccogliere anche qualcosa in più. Dopo aver subito l’attacco da parte di Lewis Hamilton, infatti, Alonso era stato involontariamente toccato al retrotreno, perdendo così anche la posizione sull’altra Mercedes, quella di George Russell.

Ciò lo aveva fatto precipitare in una sorta di trenino alle spalle dei due piloti della Stella, i quali sono stati bravi nel mantenere ritmo fino a quando gli pneumatici si sono mantenuti in buono stato. Ma nel momento in cui quest’ultimi hanno iniziato a cedere avvertendo il degrado e Russell ha perso ritmo nei confronti del proprio compagno di casacca, la situazione ha preso una svolta completamente differente.

Lewis Hamilton, Mercedes F1 W14, George Russell, Mercedes F1 W14, Fernando Alonso, Aston Martin AMR23

Lewis Hamilton, Mercedes F1 W14, George Russell, Mercedes F1 W14, Fernando Alonso, Aston Martin AMR23

Photo by: Steve Etherington / Motorsport Images

Il due volte campione del mondo ha potuto aumentare la pressione su chi aveva davanti, completando senza troppe difficoltà l’attacco su Russell, il quale era stato sacrificato dalla Mercedes per anticipare la sosta di Hamilton. L’aspetto interessante di questa fase di gara riguarda soprattutto la gestione di Stroll, che nel frattempo si era ricongiungo al gruppo formando così un terzetto.

Sapendo che Russell si sarebbe fermato subito dopo il sorpasso subito da Alonso e non avrebbero potuto completare un doppio pit-stop perché le due AMR23 erano troppo vicine, gli ingegneri dell’Aston Martin avevano scelto di lasciare in pista per un’altra tornata il canadese sulla soft usata per allungare lo stint, anche se questo avrebbe significato ritrovarsi a quattro secondi dal britannico dopo la sosta.

Nel secondo stint Alonso più veloce anche di Leclerc

Sotto molti versi, il secondo stint ha seguito la stessa falsa riga del primo, con la differenza che, a causa del valzer dei pit stop, Alonso si era ritrovato a circa sei secondi e mezzo da Hamilton, il quale, a sua volta, aveva un ritardo di soli due secondi da Sainz. Giro dopo giro la rimonta si era fatta sempre più concreta con un passo insostenibile per il sette volte campione del mondo, che in meno di dieci giri aveva visto ridurre il suo vantaggio a meno di due secondi.

Fernando Alonso, Aston Martin Racing AMR23

Fernando Alonso, Aston Martin Racing AMR23

Photo by: Erik Junius

Rispetto alla prima parte di gara, in questo caso c’è un elemento interessante da sottolineare. Se l’utilizzo della soft e il pieno carico di carburante avevano esasperato il degrado degli pneumatici mettendo in evidenza le difficoltà della W14, sulla hard quel consumo si è notevolmente ridotto, tanto che nel momento della seconda sosta anticipata, Hamilton in realtà avrebbe voluto proseguire.

La differenza di passo tra l’inglese e l’asturiano, quindi, non è da imputare direttamente alla gestione delle coperture, che chiaramente ha avuto comunque un suo ruolo, seppur secondario, ma piuttosto alle differenze in termini qualitativi delle vetture.

Osservando la telemetria, il primo elemento che salta all’occhio è la differenza di ritmo nelle curve più veloci e impegnative per gli pneumatici, come la rapida sequenza 5-6-7 oltre a curva 11 e 12, dove Alonso riusciva a mantenere velocità minime superiori tra i 4 e i 7 km/h nonostante un ampio coasting primo della 13. Un aspetto centrale, perché sottolinea le buone qualità della AMR23 in termini di carico aerodinamico complessivo, aspetto che può premiare in maniera considerevole sulla lunga distanza.

 

Tuttavia, una volta giunto nella scia sporca dell’inglese, la missione recupero era entrata nella sua fase più complessa, perché un conto era esprimere il proprio ritmo in aria pulita, un altro era trovare quella differenza di passo utile per trovare con una certa facilità il sorpasso.

Dopo qualche giro in una situazione di stallo, Mercedes aveva scelto ancora una volta di prendere in mano la situazione, anticipando la sosta per paura che Aston Martin potesse tentare un undercut per liberarsi velocemente del problema.

Ciò che è interessante rimarcare è che nel secondo stint, Alonso sia stato più veloce non solo di Hamilton e Sainz, ma anche dello stesso Leclerc, che in quel momento si trovava in terza posizione. Per quanto il monegasco fosse in fase di gestione del passo, non bisogna dimenticare che nella parte centrale di gara Alonso si è dovuto confrontare anche con Russell e Bottas, perdendo un paio di secondi rispetto a quelle che erano le sue potenzialità.

 

Spain Alonso - secondo stint Monaco Leclerc - secondo stint United Kingdom Hamilton - secondo stint Spain Sainz - secondo stint
37,542 38,477 38,308 37,985
38,139 (passa Bottas) 37,953 38,527 38,433
38,124 38,031 38,617 38,161
38,361 37,798 38,704 38,287
38,318 37,858 38,69 38,21
38,407 37,631 38,684 38,096
38,2 37,753 38,478 38,24
37,853 38,162 38,581 38,453
37,878 38,054 38,46 38,597
38,139 37,972 38,384 38,314
38,127 38,541 38,367 38,571
38,612 39,668 38,29 38,331
38,199 38,814 38,339 38,423
38,585 38,618 38,369 38,474
38,282 38,447 38,265 38,55
38,009 38,39 38,38 38,601
37,871 38,746    
37,769 38,948    
Media: 38,13 Media: 38,32 Media: 38,46
Media: 37,63

Un ultimo stint da mattatore

Dopo la seconda ed ultima sosta, la battaglia si era finalmente accesa, con lo spagnolo e Hamilton che hanno dato vita a un bellissimo duello. L’aspetto che ha colto maggiormente ha colto l’attenzione è stata la facilità con cui l’alfiere dell’Aston Martin poteva dipingere le traiettorie senza timori reverenziali, uno degli elementi che ha poi portato a quella splendida manovra alla staccata di curva 10.

“Non eravamo molto veloci sul rettilineo” - ha spiegato Alonso nelle interviste riferendosi alle basse velocità di punta della AMR23 -. “Di solito si passa alla curva 1 o alla curva 4, ma credo di aver superato Lewis alla curva 10 e Carlos alla curva 11. Quindi, non sono i posti normali, perché non siamo riusciti ad eguagliare la loro velocità in rettilineo. Quindi, sì, abbiamo dovuto fare qualche cosa di particolare in curva 10 e 11 cambiando traiettoria, per poi effettuare il sorpasso.”

Le doti in termini di carico aerodinamico offerte dalla “verdona” hanno esaltato lo stile e gli attacchi di Alonso, il quale, una volta superato Hamilton, si è poi messo subito alla caccia della seconda Ferrari, quella di Carlos Sainz. Una rimonta che, in realtà, non ha richiesto molte tornate, ma che offre, ancora una volta, qualche spunto degno di nota.

Bahrain - Telemetria gara Alonso - Sainz

Bahrain - Telemetria gara Alonso - Sainz

Photo by: Gianluca D'Alessandro

Prestando attenzione alle telemetrie, si può notare come dopo dieci tornate dall’inizio dello stint, Sainz fosse già in una modalità di tyre saving piuttosto pronunciata, tanto che più volte via radio aveva sottolineato ai propri ingegneri come, nel caso avesse dovuto spingere, avrebbe fatto fatica a raggiungere il traguardo.

Un aspetto visibile in particolar modo nella sequenza veloce del secondo intertempo e nel lungo curvone 12-13, dove il Ferrarista era costretto a tenere una marcia più bassa accusando un gap in termini di velocità di percorrenza che toccava addirittura quota 11 km/h.

Data una differenza di ritmo così ampia, non deve quindi sorprendere se Sainz, comunque suo malgrado protagonista di una giornata sottotono, non sia riuscito a tenere a lungo il connazionale alle sue spalle. Anzi, una volta completato il sorpasso, Alonso è stato in grado di rifilare ben nove secondi nello spazio di undici tornate, a conferma di una superiorità schiacciante.

Spain  Alonso - terzo stint Spain Sainz - secondo stint
36,156 37,548
37,431 37,475
37,002 (passa Hamilton) 37,441
37,243 37,706
37,208 37,13
VSC 37,444
36,334 37,403
36,911 37,587
37,022 VSC
37,931 (passa Sainz) 37,375
37,087 37,294
37,326 37,389
36,783 39,561 (passato da Alonso)
36,726 37,844
36,331 38,222
36,96 37,897
37,01 37,765
37,01 37,604
37,599 37,672
37,662 37,49
37,473 37,66
37,422 37,694
  37,821
  38,126
  38,021
Media:37,07 Media: 37,63

 

"Per quanto riguarda il ritmo di gara, ovviamente abbiamo perso tempo nel primo stint dietro le Mercedes. Nello stint centrale ho dovuto passare George e Valtteri. E poi nell'ultimo stint ho dovuto passare Lewis e Carlos. Quindi, nel complesso, sono sicuro che abbiamo perso 10 o 15 secondi in tutte queste battaglie", ha spiegato il due volte campione del mondo nelle interviste, prima di sottolineare come negli ultimi passaggi avesse alzato il ritmo evitando i cordoli per portare la vettura al traguardo senza sorprese sull'affidabilità.

La AMR23 è una vettura che mostra carico e un buon bilanciamento

Rispetto alla vettura della passata stagione, la AMR23 sembra essere nata immediatamente nella direzione giusta, come una di quelle monoposto pronte e ben bilanciate fin dai primi giri, a dimostrazione di un ottimo lavoro in ogni aspetto durante la pausa invernale.

Seppur non sembri godere di un’efficienza aerodinamica da prima della classe, diverso è il discorso in termini di carico aerodinamico puro dove, invece, la nuova vettura sembra eccellere garantendo ai piloti un'auto che, fino a questo momento, si è dimostrata reattiva e facile da guidare. A differenza di quanto successo, ad esempio, con la Ferrari, le caratteristiche del tracciato di Sakhir sembrano averne risaltato i punti di forza, non solo in termini aerodinamici, ma anche di gestione gomma.

Fernando Alonso, Aston Martin AMR23, terzo posto, arriva al Parc Ferme

Fernando Alonso, Aston Martin AMR23, terzo posto, arriva al Parc Ferme

Photo by: Steven Tee / Motorsport Images

Un punto di forza condiviso con la monoposto 2022 che, seppur mostrasse qualche difficoltà in più nel far funzionare gli pneumatici nell’attacco al tempo, sulla lunga distanza sapeva essere molto gentile nella gestione delle coperture. Quest'anno gli ingegneri sono riusciti a rendere la monoposto più competitiva anche sul giro secco, per quanto al sabato manchi ancora qualcosa per fare lo step successivo.

"Credo che per quanto riguarda [la gestione degli] gli pneumatici, sì, sembra uno dei punti di forza della nostra vettura, un'eredità dello scorso anno, perché nel 2022 era molto forte alla domenica. Cerchiamo di mantenere questo tema sulla vettura e di migliorare il sabato, che forse è stato il punto debole dello scorso anno per la squadra. E anche ieri non siamo stati molto competitivi", ha spiegato Alonso.

Lawrence Stroll ha promesso che durante l'anno l'Aston Martin porterà avanti un programma di sviluppo piuttosto aggressivo. Sarà interessante osservare cosa si inventeranno gli ingegneri nella nuova fabbrica a Silverstone.

 

Leggi anche:

Be part of Motorsport community

Join the conversation
Articolo precedente Video F1 | Ceccarelli: "Alonso, guerriero che carica le truppe"
Prossimo Articolo F1 | Key: "McLaren nei guai per le modifiche al regolamento"

Top Comments

Sign up for free

  • Get quick access to your favorite articles

  • Manage alerts on breaking news and favorite drivers

  • Make your voice heard with article commenting.

Edizione

Italia Italia