F1 a motori spenti: tagli alla ricerca e via ai licenziamenti!
C'è stato un voto unanime alle nuove regole che governeranno la F1 dalla riaccensione dei motori in Austria, mentre bastava la maggioranza. Analizziamo cosa sta succedendo sfruttando la pandemia del COVID-19.
Antonio Giovinazzi, Alfa Romeo cammina sul tracciato con alcuni membri del team
Glenn Dunbar / Motorsport Images
È incredibile: da quando Jean Todt ha cambiato le regole del gioco per cui le modifiche alle norme tecnico sportive e finanziarie dei campionati FIA si possono approvare a maggioranza e non più all’unanimità, come è sempre stato, i team di Formula 1 sottoscrivono i provvedimenti in modo plebiscitario.
C’è la presa d’atto che il COVID-19 ha drasticamente cambiato l’approccio con cui bisogna guardare non solo al futuro, ma anche al presente con occhi diversi. Il GP d’Australia non disputato a Melbourne in marzo sarà l’ultimo ricordo di una F1 che non esisterà più. Quella dello sfarzo e dell’esclusività, delle hospitality che erano diventate dei “grattacieli” nel paddock.
Sarà un mondo diverso che la Ferrari ha sottoscritto, sebbene il cammino intrapreso dal Circus sia proprio quello di smarrire il DNA della F1, nel quale pensare a vincere e cercare le prestazioni sarà come commettere un reato. È come se nel calcio diventasse più importante vincere la Coppa Disciplina piuttosto che il campionato.
A Maranello si sono trovati isolati, soli contro tutti. L’idea diffusa era quella di portare il budget cap a 100 milioni di dollari: la Scuderia ha tenuto duro sul taglio dei costi differenziato (145 milioni di dollari nel 2021 con una riduzione della possibilità di spesa per i team clienti), ma ha dovuto ingoiare una serie provvedimenti che puntano a ridisegnare un’altra F1, la F2 Plus?
L’emergenza sanitaria ha accelerato dei processi di cambiamento che si sarebbero dovuti sviluppare nei prossimi anni. E, invece, sta imponendo una radicale trasformazione che porta al tutto e subito. C’è un tentativo di salvare le squadre in difficoltà economica consentendo loro di fare importanti tagli nel personale in questa fase di motori spenti.
Molti addetti ai lavori non rientreranno dal furlough perché lo sviluppo delle monoposto sarà molto contingentato già da quest’anno con l’uso dei token sull’hardware della macchina spalmabile sulle due stagioni, ma con vincoli aerodinamici che scattano subito, sebbene la ricerca in questo campo sarebbe rimasta libera.
Perché si sottolineano sempre le novità che riguardano il futuro, come se questo 2020 non esistesse, come se qualcuno sapesse che non si potrà correre e tutto il lavoro sarà finalizzato al prossimo campionato. Sebastian Vettel è già disoccupato come tanti tecnici e meccanici del Circus?
In questo “new deal” della F1 a low cost si dimentica che le ore di galleria del vento sono già state tagliate di un 20% ed è ridicolo pensare che i team senza soldi potranno usare il wind tunnel più di chi le risorse le ha, nel tentativo di pareggiare, con quello che è stato definito un BoP aerodinamico, le prestazioni delle vetture. Chi ha il pane non ha i denti e chi non ha il pane ha i denti.
Così come è stato geniale il taglio del 25% dei test ai banchi prova dei motori alla vigilia di un allungamento della vita delle power unit da 7 a 11 GP nel 2021!
Con un calendario di gare certamente ridotto è stato deciso di usare solo due power unit se non si supereranno i 14 GP e verrà concesso l’uso di una terza unità sforando quel limite, ma con un propulsore che non potrà essere sviluppato, ma manterrà le stesse specifiche di quello precedente.
Ma come abbiamo già accennato su Motorsport.com, nel 2021 verrà concesso un solo gettone di sviluppo sulla power unit a inizio stagione: i due motori che potranno essere utilizzati, infatti, saranno nelle identiche specifiche di quello che farà il suo debutto stagionale.
La vita dei motori, dunque, si allungherà quasi del 50% e non sarà uno scherzo: il lavoro sull’affidabilità imporrà di rivedere materiali, durata e prestazioni in un piano di test al banco molto contingentato. È evidente che questa partita sarà tutta a favore di chi, come la Mercedes, dispone di un grande vantaggio.
È ovvio che si risparmieranno molti soldi, ma il taglio sullo sviluppo genererà degli esuberi in ogni area della factory.
A Maranello potrebbero diventare 250 – 300 gli addetti da ricollocare visto che la Ferrari ha manifestato l’intenzione di mantenere attivi tutti i dipendenti, magari avviando un programma di corse parallelo nel WEC o in Indycar. Ma se al Reparto Corse non ci saranno licenziamenti, non si può dire che altri team non procedano ai tagli. La svolta non avverrà dal 2021, ma è già in corso oggi. Subito…
Quali saranno gli effetti? È difficile prevederli, ma se le monoposto che faranno il debutto in Austria saranno molto modificate da quelle viste in Australia, anche la F1 a porte chiuse sarà certamente diversa da quella che abbiamo sempre conosciuto.
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