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F1 2019: come si affronta il GP degli Stati Uniti

Scopriamo insieme come si affronta il Gran Premio degli Stati uniti, diciannovesima prova del Campionato del Mondo 2019 di Formula 1. La pista è quella di Austin, tracciato mozzafiato e ricco di sali-scendi. Come sempre, la parte tecnica della nostra simulazione si avvale dei dati firmati Magneti Marelli

Il Gran Premio degli Stati Uniti è la diciannovesima prova del mondiale 2019 di Formula 1. Teatro dell'evento è il circuito di Austin, in Texas.

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Lunga 5513 metri è una pista tecnica e veloce che racchiude in sé molte caratteristiche che la fanno apprezzare sia dai piloti che dal pubblico, con Hermann Tilke, disegnatore del tracciato, che si è ispirato a molti tratti famosi di altri circuiti del mondiale. 20 le curve in totale, che danno un disegno unico ed immediatamente riconoscibile.

Dando uno sguardo ai dati fornitici come sempre da Magneti Marelli, notiamo come sia richiesto un medio carico aerodinamico, con velocità di punta tuttavia elevate: si parla di oltre 340 km/h in qualifica che diventeranno circa 330 in gara.

Non si tratta di una pista severa sull'impianto frenante, chiamato qui a lavorare duramente solo in Curva 1, 11 e 12. Proprio in queste tre zone avremo la possibilità di godere del maggior numero di sorpassi, e va anche detto che Austin non è generalmente severa con il motore, chiamato a lavorare per il 67% del tempo sul giro a farfalla spalancata.

Media severità, invece, per il cambio: saranno 3192 le cambiate totali in gara, diluite sui 56 giri previsti. Le marce alte saranno quelle utilizzate prevalentemente.

Il consumo di benzina può giocare una parte importante della strategia di gara: dalle simulazioni, infatti, per completare la corsa sono necessari 109 dei 110 kg imbarcabili. La corsia box particolarmente corta agevola l'under cut.

Quella di Austin è una pista sensibile sia al peso che alla potenza: ogni 10 kg in più del peso minimo fanno perdere 16 centesimi al giro, mentre 10 cv in più ne fanno guadagnare ben 19.

Le curve più impegnative, dal punto di vista fisico, sono sicuramente la 2, con 3.3 G di decelerazione laterale, e la 12, con addirittura 5.6 di decelerazione longitudinale.

Per quanto riguarda le mescole, Pirelli porta in Texas una gamma media già vista in molte altre occasioni: C2 Hard a spalla bianca, C3 Medium a spalla gialla e C4 Soft a spalla rossa.

A livello storico, il GP degli Stati Uniti è stato davvero itinerante. Dalle prime edizioni corse a Sebring e Riverside, ci si è spostati stabilmente a watkins glenn, per poi andare a Dallas, Detroit, Phoenix ed Indianapolis prima di arrivare ad Austin. E proprio quella di Indianapolis 2005 è una delle gare da ricordare per la Formula 1, con appena 6 vetture al via a seguito di un problema alle monoposto gommate Michelin, che hanno preferito non correre per motivi di sicurezza dopo il botto clamoroso di Ralo Schumacher alla sopraelevata del catino di Indi.

Dando uno sguardo all'albo d'oro, tra i piloti in attività è Lewis Hamilton a dettare legge, tra l'altro recordman di ogni epoca in America forte di 6 successi. Uno solo per Raikkonen e Vettel. Tra i costruttori abbiamo Lotus con 10 vittorie, seguita da Ferrari con 8 e McLaren con 7. Sempre tra i piloti che non hanno ancora appeso il casco al chiodo, Lewis Hamilton continua a dettare legge per le pole position con 4 partenze dalla prima posizione, con Vettel a quota 2 e Raikkonen con 1.

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