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Ericsson: "Alfa Sauber da metà griglia, a Melbourne vincerà Ricciardo!"

Lo svedese di 27 anni inizia la quinta stagione in F.1: "Nel team dopo una profonda ristrutturazione ora ci sono le condizioni per crescere: la C37 è tutta nuova e ha un motore Ferraripiù potente. Mi piacciono le nuove gomme Hypersoft".

Marcus Ericsson, Alfa Romeo Sauber F1 Team ritorna ai box

Marcus Ericsson, Alfa Romeo Sauber F1 Team ritorna ai box

Sutton Motorsport Images

Marcus Ericsson, Alfa Romeo Sauber C37
Marcus Ericsson, Alfa Romeo Sauber C37
Marcus Ericsson, Alfa Romeo Sauber C37
Marcus Ericsson, Sauber C37
Marcus Ericsson, Sauber C37
Marcus Ericsson, Alfa Romeo Sauber C37, pit stop
Marcus Ericsson, Sauber C37
Marcus Ericsson, Alfa Romeo Sauber C37 con la vernice aerodinamica
Marcus Ericsson, Alfa Romeo Sauber C37 nella ghiaia
Marcus Ericsson, Alfa Romeo Sauber F1 Team parla con i media
Marcus Ericsson, Alfa Romeo Sauber F1 Team
Marcus Ericsson, Alfa Romeo Sauber C37
Marcus Ericsson, Sauber
Marcus Ericsson, Alfa Romeo Sauber C37
Marcus Ericsson, Alfa Romeo Sauber C37
Marcus Ericsson, Alfa Romeo Sauber C37
Fans watch Marcus Ericsson, Alfa Romeo Sauber C37
Marcus Ericsson, Alfa Romeo Sauber C37
Marcus Ericsson, Sauber C37, pit stop action
Marcus Ericsson, Alfa Romeo Sauber C37
Marcus Ericsson, Alfa Romeo Sauber C37
Marcus Ericsson, Alfa Romeo Sauber C37
Marcus Ericsson, Alfa Romeo Sauber F1 Team parla con i media
Marcus Ericsson, Alfa Romeo Sauber C37
Marcus Ericsson, Alfa Romeo Sauber C37, pit stop
Marcus Ericsson, Alfa Romeo Sauber C37, pit stop

Marcus Thorbjörn Ericsson è un anti divo. Non ha mai fatto molto per diventare un personaggio. Schivo di carattere, rappresenta la sua natura nordica. La prima sensazione che dà è di distacco. In realtà è solo timidezza, perché dietro a quel ragazzone svedese di 27 anni nato a Kumia, c’è un pilota simpatico che risponde a tutte le domande, anche quelle più difficili, con grande naturalezza. Dice quello che pensa e in questa F.1 spesso plastificata è una dote non da poco.

Inizia il quinto anno di Formula 1: ha disputato 76 GP sempre con monoposto da retrovie. Quest’anno, all’improvviso, ha scoperto una certa notorietà perché alla Sauber è arrivato lo sponsor Alfa Romeo che ha avuto l’effetto di uno “tsunami” comunicativo.

Ericsson deve fare i conti con un certo Charles Leclerc, campione di F.2 al debutto nei GP, che è anche un predestinato a essere il successore di Kimi Raikkonen sulla Ferrari. Insomma, si trova in casa un avversario scomodo, con il quale ha instaurato un buon rapporto.

Marcus con che prospettive affronti il 2018?
“Penso di fare meglio dello scorso anno, perché il passato campionato è stato difficile per la Sauber e con l’ingresso dell’Alfa Romeo nella squadra molte cose dovrebbero cambiare per andare nella giusta direzione. È per questo che la mia motivazione è molto alta perché contiamo di fare un grande salto di qualità per andare a competere a metà della griglia: per noi sarebbe un bel gol”.

È una nuova partenza per la squadra?
“Si è la giusta definizione, perché la Sauber l’anno scorso ha vissuto un momento critico dal punto di vista finanziario che si è ripercosso anche a livello tecnico. A distanza di dodici mesi per fortuna molte cose sono cambiate per cui la prospettiva è di fare bene. L’esempio più evidente è dato proprio dall’arrivo dell’Alfa Romeo. Direi che inizia un nuovo capitolo della storia e penso che si debba spingere forte per crescere”.

Quanto importante è stato il tuo ruolo all’interno del team nella fase di transizione?
“C’è stato qualcuno che ha creduto in me e nelle potenzialità del team, per cui si sono messe le basi per un rilancio della Sauber. Io credo che la squadra si sia fidata di me e di quello che sono stato in grado di dare…”.

Qual è stato il resoconto di due settimane di test?
“La macchina mi sembra buona, certamente migliore dello scorso anno, anche perché possiamo contare sul nuovo motore Ferrari che rappresenta un grosso passo in avanti rispetto alla power unit del 2016 che avevamo l’anno scorso. La monoposto è nuova, frutto di un progetto aerodinamico e meccanico che è tutto diverso dal passato. È molto differente per cui ci vorrà ancora un po’ di tempo per svilupparla, ma il potenziale è più alto e dobbiamo ancora scoprirlo”.

La C37 vista in pista è parsa un po’ nervosa: sia te che Charles avete fatto numerosi testacoda causando le bandiere rosse…
“Sì, è vero. Specie nel posteriore in certe condizioni la macchina si rivela imprevedibile per cui ci siano trovati a fare dei testacoda, ma non sono affatto preoccupato perché siamo solo all’inizio della stagione e dobbiamo ancora capire qual è il modo giusto di farla lavorare. L’importante è che ci sia il potenziale per farla crescere e sono sicuro che ci toglieremo qualche soddisfazione. Non abbiamo ancora trovato il giusto bilanciamento aerodinamico”.

Cosa ti piace della C37?
“Sicuramente la power unit e poi il comportamento della macchina nelle curve ad alta velocità dove abbiamo migliorato molto, mentre dobbiamo crescere nel lento. Ma rispetto allo scorso anno è tutta un’altra cosa…”.

L’anno scorso eri condannato in fondo alla griglia: dove vorresti arrivare in questa stagione?
“Sì, eravamo i fanalini di coda, mentre ora guardiamo a centro gruppo. Già a Melbourne conto che si possa entrare nel pacchetto di mezzo e mi aspetto che questa macchina possa progredire nel corso del campionato perché abbiamo in serbo una serie di sviluppi che sono stati già programmati, per cui posso sperare che si possa crescere anche nel corso dell’anno”.

Quali saranno le squadre con le quali dovrai lottare?
“Adesso è difficile dirlo, perché mi verrebbe da dire la Haas che ha lo stesso motore, ma l’avvio della squadra americana nei test invernali è stato molto buono. Potremmo vedercela con la Williams che, al contrario, non ha avuto un inizio straordinario nei test. Quando dico che è difficile lo penso sul serio perché ci sono troppi parametri che non conosciamo degli altri: dov’è davvero la Honda con la Toro Rosso? A giudicare dai tempi l’abbinamento sembra ok, ma la realtà la scopriremo solo in Australia. Diciamo che al centro della griglia quest’anno ci sarà una bella battaglia…”.

Cosa ti ha colpito di più del motore Ferrari 062 EVO?
“Intanto c’è più potenza e poi è migliorata molto la guidabilità, per cui la differenza si vede un po’ dappertutto nell’arco di un giro di pista”.

Quanto è importante il motore nella crescita delle prestazioni di quest’anno?
“Oh certamente sì. Disporre della stessa power unit della Ferrari sarà un bel vantaggio quest’anno, visto che l’anno scorso disponevamo di un pacchetto senza sviluppi importanti visto che usavamo l’unità del 2016”.

Hai fatto la simulazione di un GP: quest’anno i consumi torneranno a essere un tema importante durante la corsa?
“Sì perché si è allungata la vita dei motori, ma si è cercato di incrementare la potenza. Ma in gara non bisognerà stare attenti solo ai consumi, ma anche al corretto uso delle nuove gomme Pirelli”.

Come consideri le nuove gomme Pirelli?
“Sono molto diverse da quelle dello scorso anno, ma mi piacciono. In particolare l’Hypersoft è fantastica perché è molto veloce e ci permette di cercare il vero limite della macchina”.

Qual è la tua percezione del marchio Alfa Romeo?
“Sono orgoglioso di poter essere un pilota che riporta il marchio Alfa Romeo in Formula 1: si tratta di un brand storico e iconico che ci porta ad avere più responsabilità, ma devo dire che la percezione del team Sauber è molto cambiata da quando è stata annunciata la partnership con il Biscione”.

Giudichi con un aggettivo i piloti che hai avuto come compagni di squadra in F.1?
“Nel primo anno alla Caterham c’era Kobayashi, un pilota che considero molto veloce, con una buona guida con il quale sono andato d’accordo. Poi ho iniziato l’avventura in Sauber e ho avuto Nasr per due stagioni. Con Felipe abbiamo avuto diverse partite aperte, ci siamo trovati spesso a lottare uno contro l’altro. Il rapporto, quindi, non è stato facile ma ho sempre avuto un grande rispetto per lui perché è un pilota coriaceo”.

L’anno scorso c’è stato Pascal Wehrlein…
“E’ arrivato in squadra come il pilota portato dalla Mercedes e aveva una gran voglia di mettersi in mostra, ma alla fine ci sono state piccole differenze, anche se mi ha spinto molto a tirare fuori il meglio perché è molto veloce nel giro secco. Penso che sia stato il compagno più competitivo che ho avuto finora…”.

Pensi di aver trovato il tuo limite? Perché a volte dai la sensazione di essere un pilota che si adatta molto al compagno di squadra…
“E’ una tua sensazione. Io cerco di dare sempre il mio meglio, ma è possibile che possa aver dato questa impressione perché non ho avuto sempre vetture comparabili, abbiamo avuto molti alti e bassi…”.

E adesso di fronte avrai un debuttante come Charles Leclerc che è considerato un pilota emergente sebbene non abbia disputato ancora un GP…
“Charles è molto forte ed è anche una bella persona. Non lo devo scoprire io che è un giovane con un grande talento e sarà davvero una bella cartina al tornasole per far capire dove sono arrivato al mio quinto anno di Formula 1. Ha dominato nelle categorie minori per cui si è meritato la promozione nei GP. Cerchiamo di collaborare perché abbiamo avuto poco tempo per sviluppare la macchina, per cui ci scambiamo i dati”.

Uno può vedere le telemetrie dell’altro?
“Certo, adesso è molto importante mettere insieme tutte le informazioni possibili per far crescere la macchina. Non solo ci scambiamo i dati, ma proprio ci confrontiamo sul comportamento della vettura per trovare delle soluzioni di sviluppo insieme”.

Per la gente comune il pilota di F.1 è una sorta di Superman. Tu ti senti tale?
“Il pubblico ha una visione del pilota che è l’eroe che vive di adrenalina. Ma questa è la ricetta della Formula 1…”.

Quando un giornalista ti dice che sei un pilota con la valigia come la prendi?
“Ognuno si può fare la propria opinione su un pilota: oggi guardando la griglia è difficile dire chi sia un pilota pagante e chi no. Alla fine conta cosa si è in grado di fare in macchina, tutto il resto sono chiacchiere…”.

Chi vincerà a Melbourne?
“Daniel Ricciardo! Credo che la Mercedes sulla carta sia ancora la macchina migliore, ma alla fine sarà l'australiano a centrare il primo successo…”.

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