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Ecco perché la F1 dovrebbe sperimentare la Sprint Race

Dopo aver corso in circuiti fantastici nel 2020 a causa della pandemia, la Formula 1 dovrebbe proseguire la sua sperimentazione con un nuovo format di gare. Pat Symonds spiega il perché.

Lewis Hamilton, Mercedes F1 W11

Foto di: Mark Sutton / Motorsport Images

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La stagione 2020 è stata senza dubbio ricca di spunti. L'incertezza della partenza dovuta alla pandemia, il calendario rivisto in corso d'opera, la bellezza di alcuni circuiti storici e di altri inediti hanno regalato agli appassionati un campionato che sarà ricordato a lungo.

Tuttavia, non appena le monoposto hanno messo le ruote in pista a luglio è apparso chiaro come anche il 2020 sarebbe stata una stagione a tinte Mercedes.

Le W11 di Hamilton e Bottas si sono rivelate le vetture di riferimento consentendo alla squadra diretta da Toto Wolff di conquistare il settimo titolo iridato tra i costruttori grazie ad un bottino di tredici vittorie, quindici pole e 573 punti complessivi.

Questo dominio ha riaperto ancora una volta il dibattito su cosa non funzioni nella Formula 1 moderna, ed il format di gara è tornato ancora una volta al centro dell'attenzione.

Pat Symonds, direttore tecnico della Formula 1 e ingegnere con un palmares importante di successi alle spalle, ha scritto per Motorsport.com spiegando le ragioni per le quali la massima categoria dovrebbe sperimentare la Sprint Race.

A onor del vero l'introduzione di una gara sprint, così come avviene già da parecchio tempo in Formula 2, non sembra essere la soluzione per porre un freno al dominio Mercedes che prosegue ormai dal 2014, ma secondo Symonds la F1, dopo aver sperimentato un calendario alternativo nel 2020 dovrebbe proseguire in questa strada.

Vediamo il pensiero di Symonds.

Uno dei temi più emozionanti dell'insolita stagione 2020 è stato il dibattito sull'introduzione delle gare sprint. Non è un argomento nuovo, e infatti, già nel 2018, la F1 aveva commissionato una ricerca tra i tifosi per comprendere le opinioni sull'argomento.

L'obiettivo di una tale proposta è quello di fidelizzare i tifosi esistenti ed allo stesso tempo attirare nuovi spettatori alla Formula 1.

L'idea di una gara sprint è quella di generare uno spettacolo emozionante e allo stesso tempo di aumentare l'imprevedibilità per l'evento principale della domenica.

Nel fare ciò, però, deve essere esercitata una grande attenzione perché lo sport deve restare meritocratico nei confronti dei suoi vincitori, ed  ancora più importante è che l'integrità della competizione non sia mai compromessa.

Detto ciò, tuttavia, ci sono molti esempi di sport condizionati da fattori esterni. L'handicap delle partite di  golf che si giocano tra amici ne è un esempio ed anche l'ippica è uno sport dove è presente l’handicap poiché ad ogni cavallo viene attribuito un peso a seconda delle sue capacità nel tentativo di garantire ad ogni concorrente pari possibilità di vittoria.

La ricerca condotta nel 2018 ha rivelato alcuni elementi interessanti. I fan erano generalmente a favore delle gare di sprint e questo supporto era pressoché equivalente sia tra gli appassionati storici che tra quelli meno legati alla Formula 1.

C'è stata anche una equa divisione di opinioni tra coloro che volevano l’introduzione di questo sistema come parte delle qualifiche e coloro che, invece, propendevano per un campionato autonomo di gare sprint da affiancare al campionato “tradizionale”.

Se si considera che inizialmente l'assegnazione di un punto per il giro più veloce ha avuto un'accoglienza tiepida, ma una volta introdotto è diventato piuttosto popolare tra gli appassionati ed i piloti, il sostegno per l’introduzione di una sprint race è incoraggiante.

Ci si potrebbe chiedere perché ci sia la necessità di introdurre una gara sprint. Il gran premio e il format di qualifiche non sono già abbastanza eccitanti? E se si andassero ad introdurre nuovi format questi non andrebbero a rubare importanza all'evento principale? Queste sono domande molto valide e da molto tempo sostengo che quando si discute di nuove procedure di qualifica non si debba andare a pregiudicare l'evento principale.

Una gara sprint, però, non è una gara di contorno. È un evento a sé stante e già altri sport, come il cricket o il rugby, hanno dimostrato che eventi ridotti possono felicemente coesistere con quelli tradizionali. Il cricket T20, ad esempio, ha portato a un aumento di 2,55 miliardi di dollari di entrate per la Premier League indiana senza incidere negativamente sulle altre serie.

Sono stati proposti diversi format. Una prima idea era quella di avere le posizioni di partenza della gara sprint in ordine inverso rispetto al posizionamento nella classifica del campionato e l’ordine di arrivo della sprint race avrebbe poi determinato la griglia di partenza della corsa principale.

L’ordine di partenza della gara sprint potrebbe imitare quanto visto in Formula 2 dove le prime otto vetture si piazzano in griglia in ordine inverso rispetto alle posizioni di arrivo della Feature Race.

La sprint race, poi, dovrebbe avere una lunghezza di un terzo rispetto a quella di una gara standard ed assegnare un punteggio ridotto del 50%.

Qualunque sia il format che si sceglierà ci sono dei vantaggi nell’esplorare queste nuove idee. Attualmente, infatti, nonostante le monoposto scendano in pista al venerdì ed i promotori riescano ad ottenere un introito prezioso, il pubblico televisivo è decisamente ridotto rispetto a quello presente nelle giornate del sabato e della domenica.

Girare al venerdì, tuttavia, aumenta la prevedibilità del risultato della gara della domenica perché le squadre hanno modo di perfezionare i loro set-up. Questo non fa altro che sminuire lo spettacolo della gara riducendo la componente di imprevedibilità.

La mancanza di competizione comporta che soltanto la stampa specializzata vada ad effettuare una copertura dei risultati, mentre un nuovo format, invece, potrebbe garantire una maggiore attenzione mediatica ed attrarre un maggior numero di spettatori davanti lo schermo per tutto il weekend.

Questa scelta, però, comporta dei rischi. Mentre il chilometraggio totale percorso dalle auto durante il fine settimana dovrebbe essere simile, c'è una maggiore probabilità che le auto vengano danneggiate da incidenti in una gara sprint rispetto a quanto avviene in una sessione di prove. Tuttavia, i benefici diretti e indiretti per le squadre dovrebbero compensare ogni possibile aumento dei costi.

Analogamente c’è il rischio che una sprint race andrebbe a sminuire il significato della gara della domenica, ma grazie all’esperienza già vista con altri sport questo pericolo è minimo. I punti a disposizione per l’evento principale andrebbero a sottolineare sempre l’importanza della corsa principale.

Naturalmente ci sono circuiti, come ad esempio Monaco, dove qualsiasi forma di inversione della griglia non produrrebbe un risultato basato sulla competitività di un pilota o di un team e non farebbe altro che evidenziare la frustrazione dovuta alla difficoltà di sorpasso. Allo stesso modo, ci sono molti altri circuiti dove questo format potrebbe funzionare bene.

Non c’è alcuna indicazione che un format simile dovrà essere adottato ovunque e parte dell’interesse verso la gara sprint nascerà dal fatto che questa non sarà un evento fisso in calendario.

Ogni sport ha bisogno di adattarsi per sopravvivere. Un pubblico moderno può richiedere stimoli diversi rispetto al pubblico del passato. La prossima stagione, l'ultima che utilizzerà l'attuale generazione di monoposto, sarebbe l'occasione ideale per provare un nuovo format in tre o quattro circuiti.

L’aver corso nel 2020, a causa della pandemia, su tracciati inediti o storici ha rinfrescato l’immagine della Formula 1. Perché, quindi, non provare qualcosa di simile con un nuovo format?

Sebastian Vettel, Ferrari SF1000,e Antonio Giovinazzi, Alfa Romeo Racing C39
Sergio Perez, Racing Point RP20
Valtteri Bottas, Mercedes F1 W11
Valtteri Bottas, Mercedes F1 W11 Lewis Hamilton, Mercedes F1 W11 e Daniel Ricciardo, Renault F1 Team R.S.20 alla partenza della gara
Valtteri Bottas, Mercedes F1 W11, Lance Stroll, Racing Point RP20
Nicholas Latifi, Williams FW43
Ripartenza della gara del GP di Toscana
Partenza della gara al Mugello, GP di Toscana
Sebastian Vettel, Ferrari SF1000
Sebastian Vettel, Ferrari SF1000
Romain Grosjean, Haas VF-20
Kevin Magnussen, Haas VF-20
Lando Norris, McLaren MCL35
Lando Norris, McLaren MCL35
Lando Norris, McLaren MCL35, Carlos Sainz Jr., McLaren MCL35, e Sergio Perez, Racing Point RP20
Lando Norris, McLaren MCL35, Carlos Sainz Jr., McLaren MCL35, e Sergio Perez, Racing Point RP20
Charles Leclerc, Ferrari SF1000
Daniel Ricciardo, Renault F1 Team R.S.20
Romain Grosjean, Haas VF-20
Sebastian Vettel, Ferrari SF1000, Valtteri Bottas, Mercedes F1 W11
Sebastian Vettel, Ferrari SF1000, la Safety Car, davanti a Lewis Hamilton, Mercedes F1 W11
Sebastian Vettel, Ferrari SF1000, Kimi Raikkonen, Alfa Romeo Racing C39, Romain Grosjean, Haas VF-20, e Nicholas Latifi, Williams FW43
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