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Analisi

Ecco come la pandemia tormenta ancora la Formula 1

L'incertezza che ancora regna sul calendario di F1 non è un problema soltanto per team, piloti, addetti ai lavori e fan. Mark Gallagher spiega le difficoltà finanziarie che stanno attraversando anche i promoter del gran premi.

Dettagli del tracciato

Foto di: Sam Bloxham / Motorsport Images

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Quando la Formula 1, nell’agosto 2019, ha annunciato il suo calendario "da record" di 22 gare per il 2020 nessuno di noi avrebbe potuto prevedere gli eventi che avrebbero travolto lo sport globale. È stata un'esperienza ultraterrena, simile a quella di Hollywood.

Due anni dopo, il mondo è un posto diverso. Da una parte c’è chi è stato abbastanza fortunato da aver ricevuto un doppia dose di vaccino ed adesso può godersi un momento di evasione ammirando uno dei più grandi duelli di Formula 1, dall’altra in molti hanno perso la vita.

Spesso ci si è posti la domanda se la F1 potrà tornare daccapo a calcare circuiti divenuti iconici, e questo stesso interrogativo mi è stato posto da Sky News Australia dopo l'annuncio di luglio che il Gran Premio di Melbourne, cancellato nel 2020 e poi rimandato alla fine di quest'anno, è stato nuovamente cancellato dal calendario.

Una nazione che aveva eliminato il COVID attraverso la chiusura delle frontiere, le quarantene obbligatorie negli hotel e una serie di brevi e brusche chiusure, stava affrontando le conseguenze di un governo federale privo di urgenza quando si trattava di far vaccinare la gente.

Il ritardo dell'Australia ha fatto sì che al 6 luglio, data in cui la gara di Melbourne è stata annullata per la seconda volta, solo il 7,7% della popolazione fosse completamente vaccinata. Alla stessa data, il Regno Unito aveva il 51,3% della sua popolazione doppiamente vaccinata, un fattore chiave per permettere lo svolgimento del GP di Silverstone a porte aperte.

Ad oggi l'Australia sta affrontando un'impennata di casi di COVID. La variante delta sta colpendo duro ed i blocchi vengono estesi. In circostanze normali il carico del materiale dovrebbe partire per essere pronto per il GP di Melbourne 2022 tra 25 settimane. Un batter d'occhio in tempo di pandemia.

Dato che il governo è riluttante ad aprire le frontiere fino a quando l'80% della popolazione non sarà completamente vaccinata, il CEO del GP d’Australia, Andrew Westacott, deve già temere la prospettiva di una terza cancellazione nella prossima stagione.

Cina, Singapore, Giappone e Canada sono stati gli altri appuntamenti che hanno dovuto cancellare le loro gare per il secondo anno di fila, mentre sembra che il GP degli Stati Uniti si terrà regolarmente nonostante un'impennata di casi e morti dovuta alla variante delta. Tuttavia persistono domande significative riguardo agli appuntamenti in Messico e Brasile.

Gli Stati Uniti hanno vaccinato completamente più della metà della loro popolazione entro la fine di agosto, mentre il Messico e il Brasile sono rimasti indietro a meno di un quarto. Peggio ancora, i tassi di ospedalizzazione sono alti e il tasso di mortalità del Messico è il quarto più alto del mondo con il 7,8%.

Mentre i promotori di Cina e Singapore hanno chiuso i battenti e l'evento vietnamita è affondato senza lasciare traccia, Suzuka si è arresa di fronte alle restrizioni governative sui viaggi e sulla presenza degli spettatori.

Nel frattempo, il promoter del GP del Canada ha deciso di vendere. Dopo una crescente protesta del pubblico e dei media sui rimborsi a rilento relativamente ai biglietti dell’edizione 2020, il promotore Octane Racing Group, guidato da Francois Dumontier, è stato venduto al gigante delle telecomunicazioni e dei media Bell Canada in aprile.

"Stabilità finanziaria" e "investimento" erano le parole chiave nel comunicato stampa, suggerendo che le cose erano tutt'altro che rosee dopo due anni di silenzio sul Circuit Gilles Villeneuve.

Alla fine del 2020 Dumontier mi ha confidato che una seconda cancellazione sarebbe stata problematica, e così è stato. Fortunatamente le tasche profonde di Bell e l'impegno per la F1 attraverso i suoi diritti di trasmissione sui canali televisivi TSN e RDS hanno salvato la giornata.

Considerata la situazione attuale si può solo immaginare quanto velocemente alcuni degli altri promoter devono remare per tenere la testa fuori dall'acqua fino al ritorno alla normalità.

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