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Duro attacco dei promoter di F1 alla Liberty Media: nel mirino pay tv e agevolazioni ai nuovi GP

I promoter dei Gran Premi di Formula 1 hanno criticato i proprietari della Liberty Media per la direzione in cui stanno portando il Circus, con l'insolita iniziativa di rilasciare un comunicato per esprimere le loro preoccupazioni.

Lewis Hamilton, Mercedes-AMG F1, Claudio Albertini, ingegnere Ferrari, Sebastian Vettel, Ferrari e Kimi Raikkonen, Ferrari, festeggiano sul podio

Foto di: JEP / Motorsport Images

Tra dubbi ed incertezze sul destino di cinque gare i cui contratti sono aumentati quest'anno (Gran Bretagna, Italia, Spagna, Germania e Messico), gli organizzatori hanno fatto un fronte comune sulla necessità di cambiare le cose.

Dopo la riunione della loro associazione di ieri, alla quale hanno preso parte la maggior parte dei rappresentanti degli eventi del Circus, hanno concordato che c'è una preoccupazione condivisa.

In particolare, ci sono campanelli d'allarme legati all'allargamento dell'offerta di pay tv, che potrebbe ridurre il numero degli spettatori interessati alla Formula 1 e quindi ad acquistare biglietti. Ma anche al fatto che ad alcune potenziali nuove location sarebbero stati offerti dei contratti a condizioni molto vantaggiose in termini finanziarie.

Una dichiarazione rilasciata dalla FOPA nella serata di ieri, ha riassunto i tre problemi chiave condivisi dai suoi 16 membri. Eccoli:

- Non è nell'interesse a lungo termine della Formula 1 che i tifosi perdano la possibilità di avere accesso gratuito ai contenuti ed alle trasmissioni televisive.
- C'è mancanza di chiarezza sulle nuove iniziative in F1 e una mancanza di impegno verso i promoter riguardo alla loro attuazione.
- Le nuove gare non dovrebbero essere introdotte a scapito di quelle già esistenti, sebbene l'associazione sia incoraggiata dai modelli di business alternativi offerti alle nuove sedi potenziali.

Il comunicato poi aggiunge: "Mentre entriamo in una nuova stagione dello sport che abbiamo promosso per molti decenni, i promoter cercano un approccio più collaborativo allo sviluppo del campionato e l'opportunità di offrire la loro esperienza e competenza in uno spirito di partnership con la Formula 1 e la FIA".

La dichiarazione sui modelli di business alternativi va intesa come un riferimento agli sforzi fatti per organizzare una gara su un circuito cittadino a Miami.

Durante le discussioni, è emerso che ai promoter delle gare statunitensi è stata offerta una partecipazione agli utili, piuttosto che il modello più tradizionale con la solita tassa d'ingresso.

Si ritiene che la situazione di Miami sia stata un fattore chiave nell'invitare tutti gli eventi che hanno un contratto in scadenza alla fine di quest'anno a fare fronte e a non rinnovare per ottenere contratti a condizioni migliori.

Il promoter del Gran Premio di Gran Bretagna, Stuart Pringle, che è anche il grande capo del circuito di Silverstone, che ha attivato la clausula di rottura del contratto alla fine di quest'anno, ha detto che ci sono diverse questioni chiave che devono essere affrontate.

Parlando con il Daily Mail, ha dichiarato: "A quanto pare, Miami sta ottenendo un accordo gratuito. Questo non va bene a nessuno, non ultima Austin, dove stanno lavorando duramente per pagare la loro tassa".

"Se continua così, la Formula 1 correrà solamente su circuiti di secondo livello".

Ha aggiunto: "Sono tutti scontenti. Le idee della Liberty non sono coerenti. Siamo stati tutti rispettosi e silenziosi fino ad ora, ma abbiamo grandi preoccupazioni per la salute futura del nostro sport sotto la guida delle persone che lo gestiscono ora".

La Liberty Media ha rifiutato di commentare la questione, ma dovrebbe incontrare tutti i promoter oggi per un incontro volto a discutere la questione.

Stando a quanto ha appreso Motorsport.com, gli eventi che non hanno preso parte alle discussioni della FOPA sono Russia, Giappone, Bahrain, Abu Dhabi e Cina.

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