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Domenicali a 360°: "Quale sarà il futuro della F1 e... Di Monza"

Stefano Domenicali, amministratore delegato e presidente della Formula 1, si è concesso per una chiacchierata a 360° sul Circus iridato, sul futuro della categoria parlando anche di Porsche e di Monza: per rimanere nel calendario serviranno interventi.

Stefano Domenicali

Foto di: Erik Junius

Prima di arrivare a Monza, Stefano Domenicali ha assistito, da grande appassionato, a Italia-Croazia di Basket. “Mi ha fatto davvero piacere constatare quanto alto sia oggi l’interesse per la Formula 1 – ha commentato – tanti appassionati che mi hanno fermato ponendomi ogni tipo di domanda”. Siamo alla vigilia del Gran Premio d’Italia, e il CEO e Presidente di Formula 1 si è concesso per una chiacchierata su quelli che sono i temi del momento, ad iniziare (ovviamente) da Monza stessa, croce e delizia da molti anni quando si tratta di pianificare presente e futuro. Domenicali ha poi parlato dei regolamenti 2022, del rischio legato al budget cap, e del caso Porsche.

Monza 1 - Manca compattezza sul fronte politico e gestionale

“Serviranno delle garanzie importanti per poter investire sul futuro, il Gran Premio merita di essere nel calendario, ma come ho già detto, la storia non basta più per poter pensare di confermarsi in un contesto così competitivo come è oggi il mondiale di Formula 1. Da italiano ancora mi aspetto che il paese possa dimostrare le sue caratteristiche positive, le sue eccellenze, evitando di entrare in battaglie di piccolo calibro che non devono far parte di un sistema così importante come quello della Formula 1. La mia non è una mancanza di rispetto nei confronti di chi sta esercitando la propria funzione e il proprio dovere, però c’è la necessità di andare avanti remando tutti nella stessa direzione, è davvero l’unico modo per far crescere questo Gran Premio che ha una valenza unica e devo dire straordinaria”.

Monza 2 – Non ci sono più riserve di tempo

“Noi ci aspettiamo che ciò che abbiamo definito nell’ambito del miglioramento delle infrastrutture, sia per le squadre che per il pubblico, sia fatto. Il covid ha ovviamente portato avanti delle altre esigenze e altre priorità, però ora ci sono progetti definiti che devono essere realizzati e non c’è più tempo, lavori che servono per la fruibilità e l'ammodernamento della struttura, che deve essere in grado di far vivere il Gran Premio ai tifosi nel modo migliore".

"Non possiamo pensare che i lavori vengano fatti gli ultimi tre giorni, parliamo di interventi che in altre circuiti vengono completati con mesi di anticipo. Visto che si tratta di una struttura dove ci sono tanti enti con varie funzioni e responsabilità, devono fare in modo che ci sia una visione comune con tempi certi e con delle garanzie che ci permettano di guardare avanti senza avere sempre il dubbio che qualcuna possa non andare a buon fine. Sono certo che questo weekend sarà un evento bellissimo, ma siamo sempre con l’acqua alla gola. Bisogna riuscire a stabilizzare il sistema nella maniera giusta”.

 

Monza 3 – Il rischio di uscire dal calendario

“Non me lo auguro, non voglio nemmeno pensare che si debba arrivare a provvedimenti di questo genere. Ora è importante ciò che deve essere fatto a partire da lunedì. Mi rendo conto che ci sono anche dei problemi legati a determinati finanziamenti che sono deliberati in un contesto di crisi politica, però questi sono ostacoli che devono essere superati. La nostra volontà è quella di collaborare e l'abbiamo dimostrato coi fatti, dando la massima disponibilità e accettando dei compromessi che in altri contesti probabilmente non avremmo accettato. Il tutto per il bene di un Gran Premio che merita di essere in calendario, ma adesso ci vogliono i fatti, una pianificazione definitiva e chiara di quando inizieranno i lavori già definiti, e lo sa anche il promotore”.

Il nuovo regolamento tecnico fa rimpiangere il vecchio?

“È una domanda corretta. È chiaro che un campionato con questi distacchi tra il primo e il secondo non avrà il finale a cui abbiamo assistito lo scorso anno. Ma nonostante questo abbiamo già il tutto esaurito nei Gran Premi restanti in calendario. Io credo che da un punto di vista tecnico (ed è già una questione all’ordine del giorno nella prossima riunione della F1 Commission) è importante capire in quanto tempo determinati gap di prestazione possano essere colmati, e questo è uno dei punti su cui si basa il regolamento in vigore".

"Però c’è da capire quanto abbia inciso la perfomance delle monoposto e quanto invece sia da imputare all’affidabilità o alla gestione, quindi bisogna analizzare bene cosa ha determinato un gap così importante tra il leader della classifica ed il resto del gruppo. Poi, se guardiamo la classifica nel suo insieme, vediamo che dietro il leader ci sono lotte più serrate rispetto al passato, quindi io voglio dare una chiave di lettura positiva. Credo che il regolamento porterà nei prossimi anni a una riduzione ancora più serrata del gap che in questo momento c’è tra il leader della classifica e il resto del gruppo”.

 

L’importanza dei controlli sul budget cap

“Credo sia un aspetto cruciale. Dobbiamo avere la certezza che chi sorveglia il rispetto delle regole finanziarie garantisca che tutto si svolga nella maniera corretta. So che la Federazione Internazionale sta lavorando molto, è un passaggio importante perché serve la certezza che tutte le squadra abbiano speso le stesse cifre nell’ambito dello sviluppo delle proprie monoposto. Tutto deve essere controllato e verificato. Questo sarà il tema centrale dei prossimi mesi e da qui passerà anche la credibilità di questo regolamento”.

La lezione di Zandvoort

“Ci sono tre aspetti che spiccano se guardiamo come è stato organizzato il Gran Premio d’Olanda. Il primo è come un grandissimo pilota possa fare crescere l’interesse per il nostro sport in un’intera nazione. L’effetto ‘Verstappen’ è evidente, non solo per quanto abbiamo visto in Olanda, ma per il numero di fans che riesce a portare in giro per il mondo".

"Si stanno sviluppando a livello commerciale delle collaborazioni con i vari promotori per permettere di offrire a questo incredibile gruppo di tifosi che segue Max in giro per il mondo dei pacchetti ad hoc, degli eventi particolari. Questo ci deve ricordare quanto è importante il volto di un pilota per la crescita di uno sport. In Italia abbiamo vissuto qualcosa di simile con Alberto Tomba nello Sci, un esempio calzante per sottolineare quanto sia importante avere un personaggio di alto livello".

"Tornando al Gran Premio di Zandvoort, il valore aggiunto è stato focalizzare una grossa parte delle risorse nella gestione del pubblico. Abbiamo visto tante attività in pista, iniziate alle 08:30 del mattino e terminate la sera dopo le 20:00, con musica, spettacoli in tante location differenti, convention, aree per lo shopping, simulatori a disposizione dei tifosi, e tutta una serie di attività che coinvolgono tante tipologie diverse di pubblico".

"Infine c’è un aspetto legato espressamente alla cultura dell’Olanda, un paese nel quale si è lavorato molto sul tema della mobilità, mantenendo viva la tradizione della bicicletta e incentivando i trasporti pubblici, e questo ha permesso l’afflusso di una grossa fetta di pubblico in modo ordinato e gestibile in un’area non semplice dal punto di vista logistico. È un esempio che speriamo possa in un futuro, anche a breve termine, essere seguito in altri eventi”.

 

Il caso Herta

“È chiaro che un pilota americano può creare molto interesse in un mercato in grande crescita come in questo momento è quello statunitense. Oggi però l’accesso alla Formula 1 è legato a parametri chiari contenuti in una normativa che fa parte del regolamento sportivo e questi parametri che determinano la possibilità di ottenere o meno la superlicenza devono essere rispettati, ne va della credibilità del sistema. La FIA sta facendo le sue valutazioni, ed è una faccenda di loro competenza. Se Herta avrà i numeri necessari per correre in Formula 1, noi saremo felicissimi e lo accoglieremo a braccia aperte, poi starà a lui dimostrare sul campo che l’esperienza fatta finora sarà in grado di permettergli un adattamento ad un mondo comunque diverso come la Formula 1.

Il punto interrogativo Porsche

“Posso solo dire che la Porsche è parte integrante del gruppo che ha discusso e continua a confrontarsi sul regolamento alla base della nuova power unit che entrerà in vigore nel 2026. Abbiamo letto tutti dei commenti che arrivano da Porsche e da Red Bull, e saranno loro a decidere il da farsi. Credo che noi come Formula 1 siamo in questo momento una piattaforma molto inclusiva, ci sono anche altri Costruttori seduti al tavolo dei motoristi che preferiscono non uscire allo scoperto".

"Da parte nostra non abbiamo timori, nell’ultimo Concorde agreement abbiamo chiesto solo un anno di preavviso a squadre o motoristi che intendono abbandonare la Formula 1, in passato le regole erano molto più rigide. Questo cambiamento è stato incluso perché ci sentiamo abbastanza forti e robusti da poter andare avanti in ogni caso, ci sono dei piani di riserva molto buoni. Oggi, come mai in passato, abbiamo un mix di squadre, case costruttrici e motoristi di altissimo livello, poi se cambierà qualcosa sappiamo cosa fare”.

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