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De Angelis: alla (ri)scoperta di un campione da non dimenticare!

Nel Salone d'onore del Coni il presidente Giovanni Malagò ha introdotto il Memorial Scarfiotti che quest'anno sarà dedicato a Elio De Angelis, il pilota romano morto nel 1986 a soli 28 anni nel test con la Brabham al Ricard. Ecco foto, video e testimonianze...

Elio de Angelis, Team Lotus

Foto di: Sutton Motorsport Images

Proiezione durante la presentazione di
Foto di gruppo durante la presentazione di
Elio de Angelis, Brabham BT55-BMW
La presentazione di
Elio de Angelis, Team Lotus
Il casco di Elio De Angelis
Elio De Angelis
Elio de Angelis, Colin Chapman, Team Lotus
Elio de Angelis, Team Lotus 81B
Il casco di Elio De Angelis
Il casco di Elio De Angelis
Elio de Angelis, Team Lotus
Elio De Angelis Lotus car
La presentazione di
Proiezione durante la presentazione di
Il vincitore della gara Keke Rosberg, Williams, secondo René Arnoux, Ferrari, terzo Elio de Angelis, Lotus
Proiezione durante la presentazione di

Jean Alesi ha voluto esserci a Roma. È decollato dalla Francia ieri mattina per poi raggiungere nel pomeriggio il figlio Giuliano che era impegnato nei test di GP3 all’Hungaroring. Può sembrare strano, ma c’è un filo conduttore che lega il giovane Giuliano Alesi a Elio De Angelis, il campione romano vincitore di 2 GP negli Anni ’80 e prematuramente scomparso il 15 maggio 1986 nell’ospedale di Marsiglia dopo il terribile incidente al Paul Ricard durante una sessione di test privati con la Brabham BT55, la “sogliola” che si era capottata dopo aver perso l’alettone posteriore.

Il fil rouge lo ha rivelato proprio Jean Alesi nel commosso intervento che l’ex ferrarista ha tributato nel Salone d'onore del Coni dove è stata presentata la terza edizione del “Memorial Scarfiotti” che quest'anno a Potenza Picena il 16 e 17 giugno sarà dedicato alla memoria di Elio De Angelis, l’indimenticato pilota romano di F.1…

"Era uno dei miei idoli – rivela Jean - . Nel corso della mia carriera ho deciso di correre con i suoi colori sul casco, cosa che ora fa anche mio figlio Giuliano, al quale ho raccontato chi fosse Elio”.

In realtà Alesi non ha mai conosciuto De Angelis: “Da appassionato ragazzino andavo a bordo pista e all’epoca c’era modo di riconoscere le vetture che stavano arrivando per il diverso stile di guida dei piloti, per il modo di sterzare nelle Esse, per come davano il gas all’uscita delle curve. Ero rimasto colpito dal suo stile elegante che era uguale al personaggio che avevo imparato a conoscere. Per questo avevo riprodotto sul mio casco i suoi colori che mantenuto per tutta la carriera…”.

Jean mantiene un “legame” forte con De Angelis: “Quando ero già in F.1 ho raccontato qual era il mio legame con Elio e ho avuto il privilegio di ricevere in regalo un casco e una tuta di Elio che sono custoditi nell’armadio di casa…”.

Malagò, il padrone di casa

Le parole del campione francese danno il segno di quale sia stato il tenore dell’incontro che ha avuto il presidente del CONI, Giovanni Malagò, fare il padrone di casa in una sala gremitissima…

"Sono felice di questo evento – ha raccontato Malagò –. Per Elio questo e altro. Siamo cresciuti insieme e ricordarlo in modo adeguato mi sembrava doveroso. Da ragazzini mentre noi ci divertivamo, De Angelis trascorreva il suo tempo alla Pista d’Oro a girare in Karting. Era un predestinato alla Formula 1…".

 

La rapida ascesa del giovane romano è stata raccontata dal fratello Roberto e da Lino Ceccarelli, giornalista RAI che aveva seguito da vicino Elio: il suo racconto è stato intervallato da bellissimi video storici che sono stati tirati fuori dalle teche della RAI dal GP Lotteria di Formula 3 ai successi nel GP d’Austria 1982 e nel GP di San Marino 1985.

 

Il retroscena di Minardi

Giancarlo Minardi ha contribuito al lancio di Elio De Angelis nelle formule minori: lo aveva fatto correre con la Ralt della Scuderia Everest in F.3 con la quale vinse il tricolore ‘77, prima di passare in F.2 con il motore Dino: “Dopo aver vinto il titolo in F.3 gli feci firmare un contratto per far correre Elio in F.2. Non era stato facile trovare un accordo ma feci inserire un diritto d'opzione a favore della Ferrari, visto che il Commendatore lo stava seguendo”.

Sembrava solo una clausola contrattuale, ma l’opzione rischiò di essere esercitata da Enzo Ferrari che convocò il papà di Elio, Giulio, a Maranello dopo il drammatico incidente di Gilles Villeneuve al GP del Giappone al Fuji…

“Ferrari mi chiamò – ha proseguito Minardi - e mi chiese se Elio fosse pronto per guidare una F.1. Certo, gli risposi: è pronto per correre con una Ferrari. Poco dopo De Angelis era stato invitato a Fiorano per effettuare un test con la Rossa e fece subito un tempone, se non il record della pista, tanto da sorprendere il Commendatore”.

Si aprì una trattativa estenuante: “Durò l’intero pomeriggio – ha rivelato Minardi – ma non si arrivò a un contratto, perché il padre Giulio non volle cedere ad alcune richieste di Ferrari per tutto sfumò".

Due vittorie, tanta sfortuna

Ma la strada della F.1 si era aperta comunque per il romano grazie alla Shadow. Alla squadra di Don Nichols fecero seguito le più prestigiose Lotus e Brabham. Due vittorie, 108 GP disputati, un terzo posto nel mondiale del 1984. L’uomo gentile che amava suonare il piano era considerato un “buono” che troppo spesso aveva dovuto fare i conti con la sfortuna.

Minardi, un po’ emozionato, ha rievocato l’ultimo incontro: "E’ stato la domenica mattina alle 6,30 prima del GP di Monaco, sul porto di Monte Carlo. Elio era nervosissimo perché si era qualificato 20esimo, ultimo in schieramento, mentre Patrese era sesto con la stessa Brabham. Io ero deluso perché negli ultimi 5 minuti delle qualifiche De Cesaris e Nannini erano usciti dalla griglia e questo fatto ci vietò di andare ai successivi test al Paul Ricard. Elio mi confessò che non era affatto contento della sua Brabham e che voleva fare dei test per migliorare la BT55. Fu l'ultima volta che gli parlai: vado al Castellet grazie a Riccardo che mi permette di girare al suo posto. E di questo gli sono riconoscente…”.

L'ala rotta e il tragico volo

In realtà, purtroppo, è stato l’inizio della (tragica) fine. Gli organizzatori nei test privati non avevano l’obbligo di dotare la pista delle stesse misure di sicurezza dei Gran Premi e cercavano di ridurre i costi all’osso: niente elicottero, niente medici, e pochi commissari di percorso.

Elio era rimasto sotto alla BT55 capottata dopo che aveva preso il volo per l’ala posteriore che si era rotta. Il turbo rovente aveva innescato l’erba secca, provocando un incendio. I primi soccorsi arrivarono dopo minuti dai box, con Alain Prost che cercò, inutilmente, di estrarre De Angelis dalla Brabham rovente.

Emanuele Pirro, vincitore di cinque 24 Ore di le Mans e oggi ex pilota chiamato dalla FIA come commissario sportivo, ha evidenziato come la morte di Angelis sia stata uno spartiacque per la sicurezza in F.1…

"Durante i test non c’erano commissari, né medici. Da quel giorno drammatico si è cambiato molto per la sicurezza, obbligando che anche nei collaudi ci fossero gli standard dei GP”.

A Potenza Picena le monoposto di Elio

Chi vuole riscoprire un personaggio indimenticabile potrà andare a Potenza Picena dove il 16 e 17 giugno sarà dedicato il 3 Memorial Scarfiotti a Elio De Angelis. Per l’occasione saranno esposte la Lotus T91 vittoriosa a Zeltweg nel 1982, la Ralt del GP Lotteria 1977 a Monza e la Chevron B38 con la quale il romano s’impose nel GP di Montecarlo di F.3 nel 1978.

 

 

 

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