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Analisi

Cosa rende Hamilton, Verstappen e Leclerc dei piloti unici

Il sette volte campione del mondo, l'olandese della Red Bull ed il monegasco della Ferrari appartengono ad una elite di piloti in grado di fare la differenza a prescindere dal mezzo che guidano. Scopriamo come è possibile.

Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1 W10, precede Max Verstappen, Red Bull Racing RB15, Charles Leclerc, Ferrari SF90 e Sebastian Vettel, Ferrari SF90

Glenn Dunbar / Motorsport Images

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Chi sono i migliori piloti del mondo? Quelli che, nel corso di una stagione, tirano fuori da un'auto tutto quello che dovrebbe dare, e a volte anche un po' di più.

È una questione che genera dibattiti infiniti tra gli appassionati di Formula 1, ma anche una questione che le squadre devono affrontare in modo reale perché sono quelle che investono in prima persona e quelle con più soldi parlano hanno un maggior potere di parola.

Le tre più grandi squadre in F1 hanno identificato i piloti che credono siano i migliori disponibili, quelli in cui hanno investito non solo le loro speranze per il futuro, ma anche i loro budget. Questi tre piloti sono Lewis Hamilton, Max Verstappen e Charles Leclerc.

E poi c'è Fernando Alonso, la cui reputazione ed i record dopo una carriera notevole non solo gli valse un posto in questa lista ma con il team Alpine in una stagione che segnerà il suo ritorno in F1 dopo due anni di assenza alla soglia dei 40 anni.

Come hanno fatto questi quattro piloti a guadagnarsi un tale status, e cosa li rende così speciali?

Un pilota deve guadagnarsi il suo posto in questo ristretto gruppo grazie all'eccellenza ed alla costanza delle sue prestazioni paragonate a quelle dei compagni di team. Come dice il direttore tecnico della Mercedes James Allison in merito a Lewis Hamilton: "Bisogna guardare il track record di un pilota rispetto al suo compagno di squadra, e Lewis non credo che lasci molte domande a questo proposito. Batte costantemente i suoi compagni".

In poche parole, questo è il motivo per cui due piloti che sono stati precedentemente in questa categoria non sono più presenti: Sebastian Vettel e Daniel Ricciardo.

Il caso di Vettel è il più intrigante. Si tratta di un uomo che è terzo nella lista dei vincitori di tutti i tempi, dietro solo a Hamilton e Michael Schumacher, e i cui quattro titoli lo mettono al quarto posto a pari merito con Alain Prost nella classifica dei campionati vinti.

Avendo vinto tutto con la Red Bull dal 2010 al 2013, Vettel aveva apparentemente il mondo ai suoi piedi, anche se in quegli anni Alonso lo ha fatto sudare parecchio nonostante una Ferrari inferiore ed in molti si sono chiesti quale fosse il livello effettivo del tedesco. Alonso, per esempio, non considera Vettel al suo livello o al pari di Hamilton.

La seconda parte della carriera di Vettel ha danneggiato la sua reputazione. In primo luogo è stato battuto da Ricciardo quando l'australiano si è unito alla Red Bull nel 2014. Poi, alla Ferrari, Vettel non ha stracciato Kimi Raikkonen rispetto al quanto visto nel 2014 con Alonso accanto al campione del mondo del 2007.

Testacoda di Sebastian Vettel, Ferrari SF1000,

Testacoda di Sebastian Vettel, Ferrari SF1000,

Photo by: Mark Sutton / Motorsport Images

Poi c'è stata la serie di errori di pressione che Vettel ha fatto quando si trovava in lotta per il titolo contro Hamilton nel 2017 e nel 2018. Quelle stagioni poco convincenti hanno portato la Ferrari a scegliere Leclerc nel 2019 per fungere da stimolo al tedesco, ma Seb ha vissuto nuovamente le stesse esperienze della sua ultima stagione in Red Bull.

La Ferrari aveva visto abbastanza. La dirigenza era ormai convinta che Leclerc fosse l'uomo su cui investire per il futuro della Scuderia e Vettel è stato informato ad inizio anno che non avrebbe visto rinnovato il suo contratto

La Scuderia di Maranello ha giustificato questa decisione anche alla luce delle prestazioni del tedesco confrontate a quelle di Leclerc nel 2020.

Di conseguenza la carriera di Vettel come membro della crème de la crème dei piloti agli occhi delle squadre di F1 è effettivamente finita indipendentemente dal suo passaggio all'Aston Martin per quest'anno o dalle statistiche generali della sua carriera.

Il caso di Ricciardo è diverso. Dopo essersi liberato di Vettel, l'australiano ha goduto di alcune stagioni in cui i suoi audaci sorpassi, le vittorie spettacolari e l'evidente velocità in qualifica hanno fatto sì che le squadre lo considerassero parte dell'élite. Ma Ricciardo si è allontanato volontariamente dalla Red Bull alla fine del 2018, e così facendo si è tolto da una delle principali squadre di Formula 1. Ha fatto questa scelta durante una stagione in cui Verstappen ha guadagnato il sopravvento.

Nel 2016, la loro prima stagione insieme, Ricciardo ha battuto Verstappen sia in qualifica che in campionato. Verstappen si è unito alla Red Bull dopo aver trascorso le prime quattro gare di quella stagione con la Toro Rosso, ma in quella stagione l’australiano era così forte che Fernando Alonso si è sbilanciato nel definirlo il miglior pilota dell’anno.

L'incidente tra Max Verstappen, Red Bull Racing RB14 e Daniel Ricciardo, Red Bull Racing RB14

L'incidente tra Max Verstappen, Red Bull Racing RB14 e Daniel Ricciardo, Red Bull Racing RB14

Photo by: Sutton Images

L'anno successivo, Ricciardo ha vinto il testa a testa in campionato, ma Verstappen ha prevalso in qualifica 11-9. Nel 2018, Verstappen era ormai un pilota completo sia sul giro secco che in gara ed una volta che ha stabilito la propria superiorità ha portato il team dalla sua parte obbligando Ricciardo ad tagliare il suo rapporto con la Red Bull.

Il fatto che sia finito alla Renault nel 2019, e successivamente alla McLaren per il 2021, piuttosto che un altro dei tre grandi team, racconta un altro aspetto della storia. Nel 2018, c'era un sedile Mercedes libero ma la squadra ha preferito mantenere Valtteri Bottas come fioretto per Hamilton. Allo stesso modo, nel 2020, quando la Ferrari ha deciso di fare a meno di Vettel, ha guardato a Carlos Sainz piuttosto che Ricciardo come partner per Leclerc.

In entrambi i casi, forse, Ricciardo ha sofferto per essere un po' troppo forte per le due squadre da decidere di volerlo mettere accanto al loro pilota di punta, ma non così forte da considerarlo una scelta valida.

Come per Vettel, quindi, anche per Ricciardo non sembra esserci più spazio nell’elite dei piloti top, almeno per ora. Entrambi rimangono piloti di classe mondiale, ma non agli occhi delle squadre che contano.

Non tutti saranno d'accordo con queste decisioni, ma vanno rispettate. Quindi, la domanda da porsi è: cosa c'è in questi quattro piloti - Alonso, Hamilton, Leclerc e Verstappen - che li mette in una luce diversa agli occhi dei team principal più importanti?

Chiedete a chiunque abbia lavorato con Hamilton o Alonso cosa li rende così speciali e la prima cosa che menzioneranno è la velocità e il talento, per poi parlare degli altri punti di forza: coerenza, adattabilità, etica del lavoro, e così via. "In definitiva", dice l'ex direttore tecnico della McLaren e della Mercedes Paddy Lowe, "si tratta solo del controllo dell'auto. Se guido una macchina da corsa, la cosa che mi spaventa è perdere il posteriore e non riuscire a riprenderlo abbastanza velocemente”.

"Rispondere a questo imprevisto nel modo più breve tempo possibile ti permette di andare più veloce in quel momento, ma ti permette anche di impostare l'auto per essere più vicina al limite. I piloti più veloci possono andare al limite anche con una vettura non bilanciata. Fernando e Lewis sono due grandi esempi a riguardo”.

Il corollario di questo è che l'élite dei piloti può far fronte a diverse caratteristiche dell'auto ed essere ancora veloce, piuttosto che performare al meglio solo quando la vettura si comporta nel modo desiderato. E questa è una parte fondamentale di ciò che differenzia i migliori assoluti dal resto della griglia. Questo è uno scenario che potrebbe essere stato fondamentale nel bilancio della stagione 2020 di Red Bull e Ferrari.

Poiché a Vettel piace far ruotare l'auto prima della maggior parte degli altri piloti, ha bisogno di un equilibrio con un retrotreno consistente e prevedibile. Dateglielo e sarà dannatamente veloce (da qui la sua forza nelle Red Bull dei primi anni 2010, con i loro diffusori soffiati e gli alti livelli di deportanza), ma è molto meno a suo agio quando la parte posteriore non è stabile. Come dice una fonte vicina a lui: "Quando la macchina non è bilanciata, soprattutto il posteriore, e lui non lo sente, la sue performance ne risentono”.

La Ferrari del 2020 non solo non era competitiva, ma era imprevedibile ed il suo retrotreno non era per nulla stabile. In tali circostanze, quello che la Ferrari credeva fosse già un gap significativo nei confronti di Leclerc è solo cresciuto. Il divario medio in qualifica tra i due è più che triplicato nel 2020, da circa un decimo di secondo nel 2019 a più di tre decimi nella scorsa stagione, e il vantaggio di Leclerc nel testa a testa è passato da 12-9 a 13-4.

Charles Leclerc, Ferrari SF1000

Charles Leclerc, Ferrari SF1000

Photo by: Charles Coates / Motorsport Images

Vettel, essendo meno a suo agio con il posteriore della macchina, tendeva a perdere frazioni ad ogni curva. Il team principal Mattia Binotto ha spiegato così la situazione: " Charles è molto veloce e quando ti confronti con un pilota così veloce non è mai facile, anche se sei un quattro volte campione del mondo. Seb sta lottando con la stabilità in frenata. Non è troppo fiducioso con la macchina. Penso che sia una questione di sentire il grip, di estrarre il potenziale".

I problemi patiti da Vettel ricordano da vicino quelli affrontati da Albon lo scorso anno. La Red Bull ha iniziato l'anno con un problema di instabilità posteriore causato da un difetto aerodinamico. Entrambi i piloti hanno lottato con questo, e i testacoda erano relativamente frequenti.

Con il passare dell'anno la Red Bull è riuscita a domare questa caratteristica, anche se il problema fondamentale è rimasto. Ma una volta che Max Verstappen l’ha tenuto sotto controllo ha chiesto alla squadra più grip anteriore. Albon si è trovato in una posizione in cui ha ancora preferito concentrarsi sulla stabilizzazione del posteriore per avere maggiore fiducia in entrata di curva, ma, essendo il membro più giovane e più lento della squadra le sue opinioni erano in conflitto con quelle di Verstappen. E in questo scenario il team può andare solo in una direzione...

Alla Mercedes questa situazione è stata meno accentuata. Nel 2020 Bottas era più vicino a Hamilton sul ritmo puro di quanto Vettel lo fosse con Leclerc, ma il divario è rimasto ancora sostanziale: un po' più di due decimi di secondo. Ma mentre la Mercedes era abbastanza veloce da permettere a Bottas di qualificarsi regolarmente in prima fila, la Ferrari si è trovata nel gruppo di metà classifica e da ciò è derivata una posizione media in griglia di Leclerc di 8,2 rispetto alla 12,2 di Vettel.

In gara, però, le differenze create dal talento di Hamilton si sono veramente amplificate, e non solo perché ha chiuso davanti a Bottas in molte occasioni.

Prendete la seconda gara di Silverstone, per esempio, dove la Mercedes ha avuto problemi di gomme, ma Hamilton è stato in grado di effettuare un pitstop in meno di Bottas, o al Nurburgring dove nonostante Hamilton fosse dietro Bottas nel primo stint, è stato il finlandese a incorrere in problemi di graining, a subire la pressione di Hamilton, a bloccare una gomma anteriore e a perdere il comando.

O ancora Portimao dove Hamilton, dopo aver perso due posizioni al primo giro, ha raggiunto e superato Bottas, e ha vinto con più di 25 secondi grazie ad una sapiente gestione gomme.

"Questo è Lewis,", dice l'ex pilota di F1 Pedro de la Rosa. "Non importa cosa gli dai, lui guiderà sempre veloce. Come a Monza quando, nonostante la penalizzazione, è ripartito con 32 secondi di ritardo dal leader per chiudere a 17’’ dopo aver effettuato numerosi sorpassi. Altri dieci giri ed avrebbe superato anche Bottas. Come’è possibile? Perché riesce ad adattarsi”.

Avendo lavorato a stretto contatto con Hamilton e Alonso, de la Rosa è in grado di analizzare ciò che li differenzia dal resto dei piloti.

"Lewis e Fernando sono su un livello diverso dagli altri", dice. "Credetemi quando dico che sono piloti davvero speciali. Non si incontra un talento di questa portata tutti i giorni; succede ogni cinque o dieci anni. Quando incontri un Fernando, un Lewis - e anche un Max – loro sono alta tensione!”.

"Ciò che li rende speciali è la quantità di velocità riescono a portare all'apice di una curva per poi avere una velocità di uscita superiore. Se la macchina è sottosterzante o sovrasterzante riescono a metterci una pezza con la loro sensibilità".

Questo è anche il motivo per cui Hamilton, Alonso e Verstappen sono molto più efficaci di Bottas quando effettuano un sorpasso e sembrano molto più aggressivi e minacciosi quando inseguono un'altra auto. La loro maggiore sensibilità significa che possono avvicinarsi all'auto davanti, compensando la deportanza persa con il loro controllo in frenata.

Verstappen ha mostrato qualità simili diventando l'unico pilota in grado di mettere la Mercedes sotto pressione nel 2020, mentre Leclerc, che è in F1 solo da tre stagioni, sta già dimostrando abilità simili.

Prendete l'abilità messa in mostra nel suo notevole duello con Verstappen a Silverstone nel 2019, o facendo funzionare la strategia a una sola sosta nel GP del 70° anniversario che ha distrutto le gomme della Mercedes, o ancora il giro di qualifica mozzafiato col quale ha messo la Ferrari quarta sulla griglia a Portimao, quando Vettel ha chiuso 15° e senza grip. Per non parlare di quanto fatto in Turchia.

Leclerc era a 35,7 secondi da Vettel al 15° giro dopo che il tedesco aveva effettuato una partenza elettrizzante e si era portato al quarto posto al primo giro, mentre Leclerc era bloccato al 14°. Dieci giri dopo Charles aveva ridotto il gap a 20 secondi ed in occasione della sosta ha guadagnato più tempo ai box per poi ridurre il divario a poco più di sette secondi alla fine del 34° giro. Sei giri dopo, Leclerc si è trovato davanti ed ha iniziato a guadagnare arrivando sino a godere di un margine di cinque secondi nei sette giri successivi.

Vettel ha lottato nei giri finali e ha sorpassato Leclerc quando Charles ha sbagliato la frenata nella chicane finale mentre era in lotta per il secondo posto con Sergio Pérez. Il monegasco è retrocesso al quarto posto a causa di quell’errore e quando la squadra gli ha fatto i complimenti per il grande recupero, Leclerc li ha rifiutati e si è concentrato solo sull'errore finale dicendo di aver fatto un lavoro "di merda".

Nel farlo, ha dimostrato un'altra qualità dei veri grandi piloti: non essere mai soddisfatto. Che si tratti di Hamilton che impara da ciò che percepisce come le sue debolezze per tornare di nuovo più forte, o Verstappen che ha capito che i suoi incidenti nelle prime gare del 2018 erano dovuti al fatto che stava spingendo troppo, o di Alonso ed il suo desiderio di migliorare costantemente.

Fernando Alonso, Renault F1 Team R.S.20

Fernando Alonso, Renault F1 Team R.S.20

Photo by: Zak Mauger / Motorsport Images

Contrariamente a quanto percepito dall’esterno, Fernando è un pilota umile ed a sottolinearlo è stato Andrea Stella: “Nel corso degli anni ha lavorato sui suoi punti deboli. Per fare ciò prima di tutto devi essere umile e devi pensare che non hai fatto ancora abbastanza, e poi devi capire come migliorare”.

Alonso tornerà in una Renault ribattezzata Alpine ed è ottimista sulla prospettive per il 2022.

"Quando vede Daniel andare a podio sono sicuro che dentro di sé sa che può fare meglio di così", dice il direttore sportivo Alan Permane. "Quello è il suo punto di riferimento, i risultati di Daniel”.

Questo è lo standard che questi piloti di elite hanno raggiunto ed una stagione che sarebbe considerata eccezionale per qualunque dei loro colleghi, per loro sarebbe il minimo sindacale.

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