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Cosa hanno fatto i piloti di F1 dopo le corse? Zanardi, Alguersuari e altri

Mentre alcuni ex piloti di F1 si dedicano alle telecronache, non tutti rimangono nel mondo del motorsport. Scoprite in questo articolo le seconde carriere non convenzionali dei piloti di F1.

Argento per Alex Zanardi

BMW AG

Sebbene non manchino ex piloti di Formula 1 visibili in qualsiasi trasmissione di F1, non sempre i piloti ormai ritirati si dedicano alle telecronache dopo il loro periodo trascorso al volante: alcuni piloti intraprendono carriere completamente diverse.

Jaime Alugersuari – DJ

Jaime Alguersuari, Toro Rosso STR04

Jaime Alguersuari, Toro Rosso STR04

Photo by: Glenn Dunbar / Motorsport Images

- Partenze in F1: 46 (2009 – 2011)

- Vittorie in F1: 0

- Campionati in F1: 0

Lo spagnolo Jaime Victor Alguersuari Escudero (questo il suo nome completo) è entrato nello schieramento di F1 nel 2009 con la Toro Rosso, dopo aver coltivato il suo talento nell'ambito del programma Red Bull Junior. Nonostante fosse il più giovane pilota di F1 di sempre al momento del suo debutto, la sua permanenza nel mondo della F1 è stata breve e priva di successi degni di nota. Ha raggiunto la top 10 in alcune gare e la sua migliore stagione è stata quella conclusiva del 2011.

Anche mentre correva, però, Jaime stava perseguendo un'altra carriera, quella musicale. Questo non è un caso unico tra i piloti di F1, ma mentre, ad esempio, l'album Private Paradise dell'ex campione del mondo di F1 Jacques Villeneuve è stato accolto con totale indifferenza, Alguersuari ha ottenuto un notevole successo in questo campo. In linea con la sua citata filosofia di reinvenzione e di ricerca di nuovi obiettivi, ha adottato DJ Squire come nickname nel mondo della musica e il suo album di debutto Organic Life ha raggiunto la vetta della classifica di iTunes 5 giorni dopo la sua uscita.

Jaime ha un proprio studio di registrazione nella natia Barcellona e proprio qui ha tenuto la Music Conference del 2010. Non ha limitato la sua produzione artistica alla musica, ma si è anche cimentato nel mondo della recitazione. Tuttavia, è la sua musica che continua a riscuotere il maggior successo da quando ha appeso il casco al chiodo. Con uno stile descritto come "simile al jazz", mescola stili e influenze da tradizioni musicali di lunga data a suoni elettronici all'avanguardia.

Con le sue uscite discografiche e i suoi live set in locali famosi, la fama di DJ Squire potrebbe aver già eclissato quella del pilota Alguersuari.

Pedro Diniz - Guerriero ecologico

Pedro Diniz, Sauber

Pedro Diniz, Sauber

Photo by: Motorsport Images

- Partenze in F1: 98 (1995 - 2000)

- Vittorie in F1: 0

- Campionati di F1: 0

Il brasiliano Diniz è entrato a far parte del team Forti F1 nel 1995, prima di passare alla Ligier e successivamente alla Arrows e alla Sauber. Pur avendo disputato sei stagioni, è riuscito ad accumulare solo 10 punti in questo arco di tempo. I suoi migliori risultati sono stati due quinti posti, uno nel 1997 e uno nel 1998, entrambi con la Arrows. La sua carriera è stata segnata dalla sfortuna: si è ritirato in molte più gare di quante ne abbia terminate.

Dopo la fine della sua carriera di pilota, la famiglia di Diniz ha inizialmente cercato di acquistare una partecipazione nella scuderia Sauber, ma le trattative si sono arenate, così ha acquistato azioni della catena di supermercati GPA della sua famiglia. L'azienda gestisce tre diversi concept store e attualmente è la seconda più grande azienda di vendita al dettaglio in America Latina, con vendite sia nei supermercati che online. Il successo dell'azienda è stato evidenziato dall'espansione del 2013, quando sono stati rivelati i piani per la realizzazione di altri 150 negozi. Le materie prime trattate da GPA spaziano dagli alimenti agli elettrodomestici, creando un ponte tra il mondo del supermercato tradizionale a quello della ferramenta.

Diniz ha anche affrontato le problematiche ambientali e di sostenibilità trasformando l'azienda agricola di famiglia in uno dei maggiori produttori brasiliani di uova e frutta biologica. Ha adottato un metodo per bilanciare la produzione di biomassa e le esigenze nutrizionali di colture e animali per creare un modello che può essere utilizzato per le aziende agricole più grandi.

Inoltre, è anche membro del consiglio di amministrazione di Food Tank, un'organizzazione creata per mettere in evidenza i metodi sostenibili per alleviare la fame, l'obesità e la povertà. Food Tank ha organizzato una serie di vertici in tutta l'America incentrati su questioni di sostenibilità ed equità nei sistemi alimentari. Per portare avanti il suo programma utilizza anche pubblicazioni convenzionali e podcast. Esiste anche un "musical interattivo" sul cambiamento climatico, chiamato WeCameToDance.

Sebbene la carriera passata di Diniz in F1 sia stata forse poco brillante, oggi sembra che stia guidando il suo settore verso il futuro.

Eddie Irvine  - Manager immobiliare

Eddie Irvine, Jaguar

Eddie Irvine, Jaguar

Photo by: Lorenzo Bellanca / Motorsport Images

- Partenze in F1: 145 (1993 - 2002)

- Vittorie in F1: 4

- Campionati di F1: 0

Conosciuto per il suo stile di vita da star e per il suo senso del divertimento, Eddie Irvine irrompe sulla scena della F1 nel 1993 con la Jordan. Nel 1996 è passato alla Ferrari per quattro stagioni, prima di approdare alla Jaguar dal 2000 al 2002. Abbastanza veloce da conquistare quattro vittorie e il secondo posto nel campionato mondiale nel 1999, non è riuscito a trovare la costanza necessaria per sfruttare al meglio la sua velocità, anche se il suo periodo alla Ferrari, coinciso con quello di Michael Schumacher, non può essere stato d'aiuto.

In apparente contraddizione con la sua immagine di playboy festaiolo, Irvine si è dedicato al sobrio mondo degli investimenti immobiliari dopo la fine della sua carriera in F1. In realtà aveva iniziato a percorrere questa strada prima di arrivare ai vertici del motorsport e con un successo non indifferente. Con investimenti inizialmente basati nella sua nativa Irlanda del Nord, era già entrato a far parte del club dei milionari in un momento della sua carriera in cui la maggior parte degli aspiranti piloti di F1 cerca di racimolare i soldi per raggiungere la categoria.

Dal 2002 Irvine si diletta nel mondo dell'intrattenimento attraverso progetti televisivi e cinematografici, ma lo sviluppo immobiliare è rimasto il suo principale interesse. La sua società originaria, Crishardzoe Developments, è stata sciolta per essere sostituita da Ballyquinn Properties, costituita nel 2009, e attraverso questa ha ampliato ulteriormente il suo portafoglio con vari sviluppi negli Stati Uniti. Tre delle sue case a Miami sono state vendute nel 2013 per 27 milioni di sterline e nel 2018 un'altra villa sulla spiaggia per 20,8 milioni di sterline. Ha speso 3,5 milioni di sterline per acquistare l'Exuma Yacht Club a Great Exuma, un'isola caraibica legata al famigerato pirata Capitan Kidd, e l'ha trasformata in un resort di lusso.

Nonostante il successo globale derivante da una carriera in F1 e dai suoi sviluppi successivi, investe ancora a livello locale e possiede il complesso sportivo Eddie Irvine a Bangor, la città dove frequentava la scuola. Naturalmente il karting e i simulatori di gara hanno un ruolo di primo piano nella struttura, che comprende anche una sala da biliardo e campi da calcio. Ad un certo punto è stato classificato come la quinta persona più ricca dell'Irlanda del Nord, lo "sportivo locale che si è fatto strada" è ovviamente anche un astuto uomo d'affari che è riuscito a mantenere il contatto con le sue radici.

Alex Zanardi – Atleta paralimpico

Alex Zanardi, Lotus 107B Ford

Alex Zanardi, Lotus 107B Ford

Photo by: Motorsport Images

- Partenze in F1: 41 (1991 - 1994, 1999)

- Vittorie in F1: 0

- Campionati di F1: 0

Il bolognese Alex Zanardi è entrato nel novero dei piloti di F1 nel 1991 al volante di una Jordan, prima di passare al team Minardi l'anno successivo. Trasferitosi poi al Team Lotus per i due anni successivi, prima di abbandonare il mondo della F1, ha trovato il successo nella serie CART  vincendo il campionato nel 1997 e nel 1998. Alex è tornato in F1 con la Williams nel 1999, ma un anno poco brillante lo portò a disputare nuovamente il campionato CART nel 2000. Durante la gara di Laustiz, in Germania, nel 2001, è andato in testacoda all'uscita dai box ed è stato colpito da Patrick Carpentier. L'impatto, oltre a distruggere la vettura, ha comportato l’amputazione di entrambe le gambe di Zanardi.

Nonostante la perdita del 75% del sangue, Zanardi riuscì a sopravvivere e tornò nel motorsport nel 2003, guidando un'auto con comandi manuali. Un'indicazione della sua determinazione è data dal fatto che ha progettato da solo le sue protesi per le gambe, non ritenendo sufficienti quelle disponibili. Nel 2005 ha vinto il Campionato Italiano Superturismo.

Nell'ambito della sua riabilitazione, Alex ha iniziato a praticare l'handcycling e, dopo solo quattro settimane di allenamento, si è classificato quarto alla maratona di New York. Si è aperta così un'altra sfida e l'inarrestabile Alex Zanardi ha inziato a inseguire un nuovo sogno.

Nelle sue categorie ha vinto la Maratona di Venezia del 2009, la Maratona di Roma del 2010 e la Maratona di New York del 2011. Nel 2012 è diventato paralimpico e ha conquistato due medaglie d'oro e una d'argento a Londra. Le Paralimpiadi del 2016 si sono svolte a Rio de Janeiro, dove ha ripetuto i suoi risultati conquistando nuovamente due ori e un argento.

Nel 2020 Alex ha perso il controllo della sua handbike durante la corsa Obiettivo Tricolore andando a schiantarsi contro un camion e riportando gravi lesioni alla testa. Dopo tre mesi era ancora ricoverato in condizioni critiche, ma nel dicembre 2021 è potuto tornare a casa per continuare la riabilitazione, sorprendendo i medici per la rapidità del suo recupero. Forse, piuttosto che paralimpico, la carriera post-F1 di Alex Zanardi dovrebbe essere riassunta con il titolo Ispirazione?

Bertrand Gachot - Proprietario di un'azienda produttrice di bevande energetiche

Bertrand Gachot, Jordan 191

Bertrand Gachot, Jordan 191

Photo by: Sutton Images

- Partenze in F1: 47 (1989 - 1992, 1994 - 1995)

- Vittorie in F1: 0

- Campionati di F1: 0

Bertrand Gachot ha avuto un periodo tormentato in F1 e ne è uscito con pochi successi. Nato in Lussemburgo, Gachot corse per la prima volta in F1 nel 1989 per la Onyx. Come pilota che passava regolarmente da una scuderia all'altra, guidò anche per Rial, Coloni, Jordan e Larrousse prima di disputare le sue ultime due stagioni alla Pacific. Alla fine del 1990, in un episodio che sconvolge il mondo del motorsport, ha un violento diverbio con un tassista dopo un piccolo incidente a Londra e viene condannato al carcere. La sua detenzione consentirà a Michael Schumacher di debuttare come sostituto di Bertrand alla Jordan.

Gachot ha faticato in F1 con macchine poco competitive, ma ha ottenuto tre piazzamenti a punti nel 1991 con la Jordan e un altro piazzamento a punti con la Larrousse nel GP di Monaco del 1992. Ma Gachot ha ottenuto successi nel motorsport anche altrove, in particolare vincendo la 24 Ore di Le Mans con la Mazda nel 1991, insieme a Johnny Herbert e Volker Weidler.

Sebbene le bevande energetiche fossero in circolazione fin dagli anni Quaranta, a partire dalla metà degli anni Ottanta divennero molto più popolari e Gachot vide l'opportunità di farne parte. Il suo coinvolgimento con Hype Energy iniziò nel 1997, quando firmò un accordo di distribuzione per la Francia. Nonostante l'azienda avesse dei problemi, Gachot non si tirò indietro e nel 1998 contattò i proprietari dell’azienda per acquistarla. Alla fine lo ha fatto nel 2000 e ha portato avanti un programma di ristrutturazione per dare una spinta al marchio.

È tuttora amministratore delegato di un'azienda che oggi vende in più di 40 paesi grazie a stabilimenti di produzione negli Stati Uniti, in Canada e nei Paesi Bassi. Il cerchio si è chiuso con l'ingresso di Hype nel paddock della F1 come sponsor, in particolare con il team Force India nel 2015.

Stefan Johansson - Artista

Stefan Johansson, Ferrari 156/85

Stefan Johansson, Ferrari 156/85

Photo by: Sutton Images

- Partenze in F1: 79 (1983 - 1991)

- Vittorie in F1: 0

- Campionati di F1: 0

Quando Stefan Johansson entrò a far parte della scena della F1 negli anni '80, nessuno sospettava che avrebbe dimostrato una straordinaria abilità nell'unirsi a squadre storicamente vincenti in un momento in cui queste stavano attraversando un brutto periodo.

Lo svedese partecipò alla sua prima gara di F1 con la Spirit nel 1983, con i risultati che ci si aspettava da una vettura che aveva sempre occupato il fondo della griglia. Poi ha fatto la gavetta con Tyrrell e Toleman, fino ad arrivare ai titani del campionato, Ferrari e McLaren, proprio quando la loro capacità di vittorie era venuta meno. Dopo 11 anni di carriera in F1, Johansson terminò la sua carriera con la Ligier nel 1991. Purtroppo non è mai riuscito a salire sul gradino più alto, ma 12 podi indicano un potenziale intrinseco nelle occasioni in cui l'auto è stata all'altezza delle sue capacità.

Pur essendo conforme allo stereotipo scandinavo di avere un "profondo interesse per il design", Johansson prese in mano un pennello solo quando la perdita del suo buon amico, Elio de Angelis, durante i test della stagione 1986 lo spinse a dipingere qualcosa in suo onore. La carriera agonistica di Johansson sarebbe continuata anche dopo la F1, in particolare vincendo la 24 Ore di Le Mans con una Porsche insieme a Michele Alboreto e Tom Kristensen nel 1997, ma man mano che le corse diventavano parte integrante della sua vita, cresceva la sua produzione artistica.

Il suo lavoro copre una serie di mezzi e stili diversi, con stampe e pezzi originali disponibili nel suo negozio online. Le fotografie motivazionali, simili a manifesti, sono forse le più deboli della sua collezione, ma la provocatoriamente intitolata "Friends, Heroes and Wankers" mostra un approccio più mirato. I "ritratti testuali", simili a quelli di Ueltzhoeffer, mostrano gli interessi particolari di Johansson con i dipinti sottostanti che alludono a Warhol. Warhol è uno dei soggetti di questa serie insieme ad Ayrton Senna, Enzo Ferrari e Ayn Rand, tra gli altri.

Gli appassionati di corse automobilistiche sono forse più attratti dai dipinti astratti e semi-astratti che si ispirano alla carriera di Johansson al volante. Chiaramente fan del puntinismo, le immagini delle auto hanno uno stile distinto che funziona bene con la dissoluzione della forma che allude al movimento e alla velocità. La serie astratta "Memories of Another Life", invece, segue la stessa forma di base attirando lo spettatore verso un punto centrale, ma con colori presumibilmente definiti dall'esperienza dell'artista alla guida delle curve da cui prendono il nome.

Con le candele profumate e gli orologi di design che si aggiungono alla gamma, sembra che questo ex pilota di F1 abbia trovato uno sbocco per il suo talento il più lontano possibile dal duro mondo dei box.

Thierry Boutsen - Venditore di aeromobili di seconda mano

Thierry Boutsen, Williams FW13B Renault

Thierry Boutsen, Williams FW13B Renault

Photo by: Motorsport Images

- Partenze in F1: 163 (1983 - 1993)

- Vittorie in F1: 3

- Campionati di F1: 0

Thierry Boutsen ha dovuto pagare per il suo debutto in F1 con l'Arrows nel 1983, ma poi si è affermato come un pilota molto forte. Rimase con la Arrows fino alla stagione 1987, quando passò alla Benetton per un paio d'anni, poi andò alla Williams, quindi alla Ligier e infine alla Jordan nel 1993. Sebbene l'anno migliore di Boutsen sia stato il 1988, quando la sua Benetton gli consentì di arrivare al quarto posto nel campionato mondiale piloti, ottenne un impressionante quinto e sesto posto con la Williams nei due anni successivi.

Boutsen acquistò il suo primo piccolo aereo nel 1987, vendendolo poi per comprarne uno migliore e ripetendo questo processo più volte durante la sua carriera di pilota. La sua conoscenza del mercato lo ha portato a consigliare altri piloti sui loro velivoli e da qui ha iniziato la sua carriera nel commercio di aerei privati. Nel 1997 Thierry ha fondato la Boutsen Aviation, insieme alla moglie Daniela con l'obiettivo di intermediare jet di seconda mano. La loro società, con sede a Monaco, ha venduto oltre 400 velivoli e si è ampliata fino a comprendere anche gli aerei a turboelica e gli elicotteri.

Quella che era nata come la naturale estensione di un interesse personale è ora un'azienda con un certo numero di dipendenti che fornisce un servizio completo, dall'approvvigionamento degli aerei all'ispezione e alla vendita. Daniela Boutsen ha anche colto l'opportunità di fornire un servizio di interior design per aiutare a rinnovare il jet privato una volta acquistato. È forse insolito che un interesse nato nel mondo glamour della F1 abbia permesso a Thierry Boutsen di costruire un'attività altrettanto glamour dopo averla lasciata.

Carlos Reutemann - Politico

Carlos Reutemann, Ferrari 312T2, precede Jacques Laffite, Ligier JS7 e Jody Scheckter, Wolf WR1

Carlos Reutemann, Ferrari 312T2, precede Jacques Laffite, Ligier JS7 e Jody Scheckter, Wolf WR1

Photo by: David Phipps

- Partenze in F1: 146 (1972 - 1982)

- Vittorie in F1: 12

- Campionati di F1: 0

L'argentino Carlos Reutemann, universalmente conosciuto come "Lole" da amici e colleghi, è stato il "quasi uomo" della Formula 1 di fine anni Settanta e inizio anni Ottanta. Reutemann è stato vicecampione del mondo di F1 nel 1981, perdendo il titolo per un punto contro Nelson Piquet, mentre è arrivato terzo in classifica nel 1975, 1978 e 1980.

L'impressione generale è che se la macchina funzionava bene era praticamente imbattibile, mentre un'auto non all'altezza avrebbe portato a una mancanza di impegno da parte sua. Al debutto con la Brabham nel 1974, ha vissuto uno dei suoi momenti più alti nel campionato, prima di ripetersi alla Ferrari e poi un paio di volte alla Williams, prima di ritirarsi definitivamente nel 1982.

Dopo aver lasciato la F1, la popolarità di Reutemann lo portò a essere invitato a candidarsi per il Partito Giustizialista, istituito da Juan Peron nel 1946, un movimento di centro-sinistra che aveva sempre avuto un buon rapporto con le fasce più povere della società argentina. Ha avuto successo e ha ricoperto la carica di governatore della provincia di Santa Fe dal 1991 al 1995. Limitato per legge a mandati non consecutivi, sarebbe poi tornato per un altro mandato di quattro anni e avrebbe guidato con successo la provincia attraverso la recessione nazionale.

Tanto bravo da essere preso in considerazione per la candidatura a Presidente, nel 2003 ha ottenuto un seggio al Senato nazionale e nel 2009 ha creato un proprio partito incentrato sulla tutela degli interessi di Santa Fe. Trascorrerà il resto della sua vita al servizio del Paese, rimanendo in carica fino alla sua morte, avvenuta nel 2021.

Innes Ireland - Pescatore d'altura

Innes Ireland, Lotus 21 Climax

Innes Ireland, Lotus 21 Climax

Photo by: Motorsport Images

- Partenze in F1: 50 (1959 - 1966)

- Vittorie in F1: 1

- Campionati di F1: 0

Robert McGregor Innes Ireland è nato nello Yorkshire ma è cresciuto nella Scozia dove era nato suo padre. Si è formato come ingegnere alla Rolls Royce (il suo più grande risultato è stato far esplodere un compressore su un motore Merlin) prima di debuttare in F1 nel 1959 con il Team Lotus. Nel 1961 ottenne la prima vittoria a Watkins Glen.

Nonostante ciò, Ireland lasciò la Lotus per unirsi all'UDT-Laystall nel 1962, poi alla BRP e infine al Bernard White Racing che correva con una BRM nel 1966. Dopo il successo ottenuto con la Lotus nel 1962, Innes non ebbe nemmeno l'opportunità di disputare un'intera stagione e nel corso della sua carriera non arrivò mai oltre il quarto posto.

Innes era uno scrittore di talento, un narratore naturale, e il giornalismo sarebbe diventato una fonte di reddito costante per il resto della sua vita, ma questo non gli impedì di spaziare in altre aree di interesse. A metà degli anni Sessanta, insieme a Ian Scott Watson, importò lo Snow-Trac di fabbricazione svedese, ma l'attività non andò oltre il 1966. Seguì un periodo ad Autocar e nel 1970 si dedicò alla pesca.

Il progetto era quello di pescare capesante e aragoste visto che Innes era in anticipo sui tempi per quanto riguarda la domanda di questo tipo di prodotti di alta gamma. Una volta tornato nelle regioni occidentali della Scozia, passò a un peschereccio a strascico e alla fine arrivò ad avere una flotta di tre barche. Dato l'approccio scansonato di Innes alla vita e l'abitudine di aggiungere qualche abbellimento ai suoi racconti, non sorprende che le sue avventure in alto mare siano state una fonte ricca di storie di gesta come le sue gare automobilistiche.

Un esempio è la volta in cui non si era preoccupato di dipingere l'immatricolazione del Regno Unito sulla sua barca norvegese appena acquistata, il che lo portò a essere inseguito da una vedetta della Fisheries Protection. Nonostante un certo successo, questa particolare avventura si concluse nel 1977. Quando gli fu chiesta la causa del suo fallimento, rispose che, poiché le aragoste migliori si trovavano tra le rocce, continuava a bucare le sue barche.

Innes tornò al giornalismo e divenne presidente della BRDC prima di morire di cancro nel 1993.

Phil Hill - Pioniere dell'auto d'epoca

Phil Hill, Ferrari 156

Phil Hill, Ferrari 156

Photo by: Sutton Images

- Partenze in F1: 49 (1958 - 1964, 1966)

- Vittorie in F1: 3

- Campionati di F1: 1 (1961)

Phil Hill fece il suo debutto in F1 alla guida di una Maserati nel 1958, ma presto avrebbe firmato per la Ferrari. Nonostante abbia ottenuto solo tre vittorie durante i suoi otto anni di carriera in F1, avrebbe conquistato il campionato mondiale nel 1961 al volante della leggendaria 156 "Sharknose". Alla fine del 1962 Hill lasciò la scuderia per approdare all'ATS, appena costituita da dipendenti Ferrari disillusi, e poi alla Cooper, prima di ritirarsi nel 1966.

Aveva sempre dimostrato un'abilità meccanica e già nel 1955 restaurò la Pierce-Arrow di famiglia per vincere il Pebble Beach Concourse, evento istituito cinque anni prima. Nel 1967, lasciate le corse, si dedicò al restauro della propria collezione di auto.

In questo modo incontrò presto Ken Vaughn e insieme crearono la società Hill and Vaughn. Nonostante all'inizio lavorassero insieme sulle proprie auto, acquistandole, restaurandole e rivendendole, la richiesta da parte di altri proprietari li portò ad affermarsi come una delle prime aziende di restauro. Sebbene in quel periodo molti restauri di auto si concentrassero sull’estetica, Hill e Vaughan furono all'avanguardia nell'offrire un servizio completo all'interno dell'azienda che comprendeva anche la ricostruzione di "dadi e bulloni". Il 1977 fu l'anno in cui l'azienda si aggiudicò il suo primo "Best of Show" a Pebble Beach e da allora le sue auto hanno presenziato regolarmente.

L'influenza di Hill va ben oltre il semplice restauro. Oltre a essere uno dei membri fondatori del Classic Car Club of America, fu anche un importante sostenitore della scena emergente delle auto da corsa storiche nei primi anni Settanta, conferendole un livello di credibilità che altrimenti sarebbe mancato.

Hill sembrava aver capito molto prima di molti altri come anche un umile manufatto potesse parlarci e aiutarci a raccontare una storia. Quando iniziò a percorrere questa strada, a parte alcuni esempi degni di nota, le auto più vecchie tendevano a essere viste come appannaggio di eccentrici e molti cimeli storici, nel migliore dei casi, erano considerati di interesse limitato. Hill è stato un precursore della scena delle auto d'epoca come è oggi e ha contribuito a plasmarla in ciò che è diventata. Pensare a lui, dopo la gara, come a un semplice "restauratore di auto" significherebbe sottovalutare la sua eredità.

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