Con Massa si chiude la favola dei piloti brasiliani nel Circus
Quando Felipe concluderà il GP di Abu Dhabi il Brasile perderà il suo ultimo rappresentante fra i piloti di F.1: erano 47 anni che non si registrava l'assenza dei conduttori giallo-verdi nello schieramento del Circs.
Felipe Massa, Williams, waves to his home fans from the podium after his final home race
Steve Etherington / Motorsport Images
Il Gran Premio di Abu Dhabi calerà il sipario sul Mondiale 2017, mandando in archivio tante storie ad esso collegate. La gara di Yas Marina sarà l’ultima in Formula 1 di Felipe Massa, un addio-bis che concluderà una carriera resa intensa da undici successi, sedici pole position e quarantuno presenze sul podio.
Ma l’addio al Circus di Massa si carica di un significato che va oltre, perché conclude un ciclo glorioso che ha scritto pagine importanti nella storia della Formula 1 come quello dei piloti brasiliani.
Per oltre vent’anni la bandiera giallo-oro è stata sventolata con regolarità sui circuiti del Mondiale, grazie ad otto titoli conquistati nell’arco di diciannove anni da Emerson Fittipaldi, Nelson Piquet ed Ayrton Senna.
Ed anche dopo la raffica di vittorie del glorioso terzetto, i successi di tappa non sono mancati con Barrichello e lo stesso Massa.
Felipe ha ricordato alla vigilia dello scorso weekend a San Paolo di “essere stato il pilota ad essere andato più vicino al Mondiale senza conquistarlo”. Anni buoni, comunque, anche senza il lieto fine.
Ma quando il Mondiale 2018 scatterà sul circuito di Melbourne il prossimo mese di marzo, a mancare non sarà solo un pilota in grado di vincere. In Australia non ci sarà nessun pilota brasiliano sulla griglia di partenza, e sarà la prima volta dal Gran Premio d’Olanda del 1971.
Quarantasette anni fa, sul circuito di Zandvoort, Emerson Fittipaldi (che aveva esordito in Formula 1 la stagione precedente) fu costretto a dare forfait per un incidente stradale avvenuto in Francia pochi giorni prima della trasferta olandese. Fu un’assenza casuale, visto che la gara successiva ‘Emmo’ tornò in pista e l’anno seguente vinse il primo dei suoi due titoli Mondiali. Ma l’assenza che si prospetta in un futuro ormai dietro l’angolo, è di tutt’altro tipo.
Per moltissimi anni si è assistito ad una nidiata inesauribile di giovani talenti che partivano da San Paolo e Rio de Janeiro con biglietto di sola andata per l’Europa. Seppur con alterne fortune, il vivaio brasiliano è sembrato inesauribile, riuscendo anche nella prima decade del 2000 a garantire giovani di qualità capaci di farsi strada nelle formule minori, come Antonio Pizzonia, Nelson Piquet jr., Lucas Di Grassi, Bruno Senna e Felipe Nasr. Piloti che hanno assaggiato la Formula 1, meritandola, anche se per poche stagioni e al volante di monoposto di secondo piano.
Ora a mancare sono anche queste storie. In Formula 2 il clan dei brasiliani è limitato alla presenza di Sergio Sette Camara (già un ex del vivaio Red Bull), in Formula 3 al solo Pedro Piquet, che naviga nelle retrovie esattamente come Bruno Baptista in GP3, mentre nella Formula V8 3.5 Pietro Fittipaldi (nipote di Emerson) potrebbe far suo il titolo il prossimo fine settimana in Bahrain, ma con il punto interrogativo di un livello di concorrenza non proprio agguerrito.
Per il resto c’è il vuoto, e dai voli provenienti dal Brasile non sembra esserci più quel filone d’oro che per quarant’anni è proseguito senza sosta.
E forse non è un caso che anche lo stesso Gran Premio del Brasile abbia vissuto lo scorso weekend l’edizione più travagliata della sua storia, con i problemi di sicurezza che rischiano di mettere in dubbio la presenza in calendario della gara di Interlagos nel prossimo futuro.
L’incantesimo si è rotto, e oggi il rischio è che trovino spazio solo i titolo di coda e la nostalgia di un periodo storico che ha regalato storie straordinarie.
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