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Claire Williams: "Insultata perché donna e figlia di Frank"

In una lunga chiacchierata rilasciata al magazine The Spectator, Claire Williams si è tolta qualche sassolino dalle scarpe replicando a chi ha spesso accusato la sua gestione del team fondato da Sir Frank.

Claire Williams, Deputy Team Principal, Williams Racing, alla conferenza stampa dei team principal

Foto di: FIA Pool

Dici Williams e pensi subito ad un team che ha scritto pagine memorabili della storia della Formula 1. Tra gli anni 80 e gli anni 90 la squadra fondata da Sir Frank ha compiuto imprese epiche riuscendo a conquistare la bellezza di 9 titoli costruttori e 7 campionati piloti, ma ha anche vissuto momenti tremendi come la tragedia di Imola ’94.

Dal 2018, però, il team inglese è entrato in una fase di profondo declino. Nonostante la motorizzazione Mercedes, la scuderia di Grove ha chiuso gli ultimi tre campionati in fondo alla classifica riservata ai costruttori conquistando complessivamente soltanto otto miseri punti.

Ad agosto 2020, però, è avvenuto un fatto storico. Il fondo di investimento americano Dorlinton Capital ha acquistato il team inglese e l’avventura familiare della Williams in Formula 1 si è definitivamente conclusa, anche se la squadra continuerà a correre con lo stesso glorioso nome e ad utilizzare le strutture presenti a Grove.

Subito dopo questa acquisizione Claire Williams, subentrata al padre nel 2012, ha deciso di dimettersi e di non essere più coinvolta nella gestione del team.

Per anni la figlia di Frank è finita nel mirino della critica per una conduzione spesso giudicata insufficiente, ma Claire ha sempre evitato di rispondere a muso duro a queste accuse. Almeno fino ad oggi.

In una intervista rilasciata al magazine britannico The Spectator, Claire si è tolta qualche sassolino dalle scarpe replicando alle accuse di incapacità gestionale.

“Gli ultimi tre anni del mio mandato sono stati incredibilmente difficili, ma bisogna considerare anche le circostanze che hanno determinato questi risultati”.

“Spesso ci si dimentica che quando sono subentrata ho ereditato una squadra che aveva finito le tre stagioni precedenti in nona, ottava e daccapo in nona posizione. Dirigevo la squadra da nove mesi, e in meno di un anno sono riuscito a riportarla al terzo posto in campionato ed ho ottenuto questo risultato per due stagioni di seguito”.

“Successivamente abbiamo chiuso in quinta piazza. Direi non  male per una squadra che è sempre stata considerata come la sfavorita, che aveva molto meno personale, molte meno risorse e molti meno soldi rispetto ai team diretti concorrenti”.

Claire ha poi affrontato un argomento per lei doloroso, le critiche relative alla sua gestione del team.

"Abbiamo ricevuto molto sostegno all’inizio, ma quando le cose sono iniziata ad andare male la gente ha iniziato ad accusarmi. Erano critiche meritate, dato che ero il capo,  ma quando prendi certe decisioni pensi sempre che siano quelle giuste”.

“Mi sono piovute addosso molte critiche per i miei sbagli ed ho ricevuto anche molti insulti sui social network. Io, però, non potevo concentrarmi su queste accuse. Dovevo pensare al team e  dimostrare a tutti che avrei potuto risollevare la situazione”.

“Venivo additata di non essere in grado di gestire la squadra perché donna e di essere al comando del team soltanto perché figlia del fondatore”.

“Non mi interessa quello che la gente pensa o scrive in merito. Solo io conosco la verità. Possono gettarmi tutto il fango che vogliono. Se vogliono accusarmi di questo, facciano pure”.

“Siamo una squadra a conduzione familiare e la gente alla Williams voleva che la nuova generazione si prendesse cura del team e mantenesse la famiglia coinvolta. Sono subentrata a mio padre proprio per questo motivo”.

“Chiunque mi critichi per aver preso il posto di mio padre non considera questo aspetto fondamentale”.

L’avventura della famiglia Williams in Formula 1 si è conclusa ufficialmente il 21 agosto 2020. L’augurio è che la nuova proprietà possa consentire al team di tornare a splendere nei prossimi anni così da onorare quel nome che ha scritto pagine indelebili della storia della F1.

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