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Caso Vettel: perché il pallino è nelle mani di Jean Todt

Il pilota ferrarista sarà giudicato lunedì 3 luglio a Parigi dalla Federazione Internazionale: Todt dovrà valutare se il suo comportamento è stato lesivo dell'immagine dello sport, per cui potrebbe deferirlo al Tribunale della FIA, visto che mancano le scuse.

Jean Todt, Presidente FIA, Alejandro Agag, CEO Formula E, Zak Brown, Chairman, Motorsport Network e

Jean Todt, Presidente FIA, Alejandro Agag, CEO Formula E, Zak Brown, Chairman, Motorsport Network e

LAT Images

Sebastian Vettel, Ferrari SF70H
Sebastian Vettel, Ferrari
Sebastian Vettel, Ferrari SF70H
Sebastian Vettel, Ferrari SF70H
Sebastian Vettel, Ferrari SF70H
Sebastian Vettel, Ferrari SF70H
Sebastian Vettel, Ferrari

La notizia giunta ieri l'altro dalla FIA sul caso Vettel-Hamilton, ha scatenato tanti interrogativi in merito alla giurisprudenza che gestisce episodi che avvengono durante i weekend di gara.

Tra gli appassionati più “gettonati” si è insinuato il dubbio relativo all’interesse manifestato dalla Federazione Internazionale a tornare su un episodio già analizzato e sanzionato dal collegio dei Commissari Sportivi presenti a Baku.

In giurisprudenza si utilizza la locuzione latina “Ne bis in idem”, ovvero l’impossibilità per un giudice ad esprimersi per due volte sulla stessa azione. E Vettel, di fatto, è già stato giudicato e punito a Baku. Ma pur essendo tutto sotto l’ala FIA, siamo in presenza di due organi giudicanti diversi.

In Azerbaijan, come in tutti i weekend di gara dei campionati FIA, a regolamentare lo svolgimento dell’evento è un Regolamento sportivo deliberato espressamente per la categoria, in questo caso la Formula 1.

La sanzione inflitta a Vettel è definita dall’articolo 27.4 del Regolamento Sportivo di F.1. I commissari sportivi hanno giudicato la manovra di Vettel potenzialmente pericolosa, e da qui lo stop & go con dieci secondi da scontare.

Questa è stata la decisione presa dal collegio formato da Paul Gutjahr, Enzo Spano,
 Danny Sullivan e Anar Shukurov. Dopo la gara di Baku, complice anche la forte pressione esercitata da un certo numero di media, la FIA è stata chiamata in causa a gran voce perché intervenisse nuovamente sull’accaduto. Cosa non usuale, ma neanche impossibile.

La Federazione Internazionale ha messo Vettel sotto inchiesta e tocca al presidente Jean Todt chiarire la presunta violazione dell’articolo 151 comma c del Codice sportivo internazionale, che si riferisce a eventuali comportamenti che possano causare danni d’immagine allo sport.

Stessa federazione, ma fonti regolamentari differenti, e da qui la possibilità che Vettel possa essere nuovamente giudicato una seconda volta per lo stesso episodio.

La FIA è legittimata a chiamare Vettel, perché il codice integra il regolamento sportivo, e stabilisce i principi generali delle corse automilistiche. Non sarà però Todt a decidere formalmente eventuali ulteriori sanzioni, ma il Presidente potrà suggerire al tribunale sportivo un provvedimento che difficilmente sarebbe rifiutato.

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