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Caso Michelin in MotoGP: una lezione utile anche per la F.1

La delaminazione della gomma Michelin di Redding ieri è avvenuta alla seconda gara in MotoGP dopo un anno di test della Casa francese. E la F.1 vuole adottare pneumatici larghi nel 2017 senza adeguati collaudi in pista?

Test Michelin delle gomme della MotoGP

Test Michelin delle gomme della MotoGP

Michelin Sport

Due gomme posteriori tolte dalla circolazione. Sostituite nella notte da un nuovo pneumatico con costruzione diversa ma con uguale mescola media. La Michelin ha reagito a suo modo nel momento cruciale del weekend di MotoGP a Termas de Rio Hondo in Argentina.

Il precedente del Gp di Indy nel 2005

La Casa francese, lo diciamo subito, ha rimediato un’altra pessima figura planetaria dopo quella collezionata in Formula 1 nel 2005 al Gp degli Stati Uniti, quando costrinse le squadre da lei fornita a rientrare ai box alla conclusione del giro di formazione della griglia per motivi di sicurezza.

I tecnici transalpini non avevano ritenuto affidabili i propri pneumatici nell’affrontare il pezzo di curva sopraelevata del catino di alta velocità di Indianapolis, dopo l'incidente occorso nelle prove libere a Ralf Schumacher che con la Toyota si era capottato per il cedimento di una copertura in appoggio. Un fatto clamoroso che aveva poi spinto la Michelin a uscire dal Circus.

Non è suonato il campanello d'allarme di Baz

Dopo aver raccolto un unanime consenso per il lavoro svolto al debutto in Qatar, la Michelin si è trovata in grave difficoltà in Argentina. Evidentemente il campanello di allarme che era scattato nei test in Malesia sulla Ducati di Loris Baz non è servito perché ieri nella quarta sessione di prove libere si è delaminata la gomma posteriore sulla Desmosedici di Scott Redding.

Vi immaginate cosa sarebbe successo in Formula 1? Il Gp sarebbe stato annullato, perché le squadre non avrebbero trovato l’unanimità per decidere l’adozione della gomma alternativa che la Michelin ha proposto alla MotoGP.

La MotoGP fa sistema, la Formula 1 no

Pneumatico che, invece, è stato accettato nella classe regina del Motomondiale e che sarà provato dai piloti in un warm up straordinario di mezz’ora che si disputerà alle 9 locali. Ulteriori decisioni saranno prese in seguito.

Ma è evidente che il risultato della gara argentina, qualunque esso debba essere, sarà fortemente condizionato da questo cambiamento dettato da motivi di forza maggiore. La real politic della Dorna ha portato la MotoGP a giocare un jolly con un rischio che la Formula 1 non si sarebbe mai presa.

Petrucci sì, Alonso no

Sulle due ruote abbiamo visto Danilo Petrucci cercare di cavalcare la sua Ducati a Losail nonostante la mano malconcia (rifratturata!): nessun dottore ha posto alcun veto alla presenza dell’italiano in pista nelle libere, mentre ad Al Sakhir i medici della FIA hanno vietato a Fernando Alonso di salire sulla McLaren MP4-31 dopo il botto australiano nel quale si era prodotto un pneumotorace e una frattura alle costole.

Ron Dennis, presidente del Gruppo di Woking, ci ha provato a convincere il collegio dei commissari sportivi a riammettere lo spagnolo, ma il verdetto del medico è stato considerato insindacabile e così può debuttare l’ottimo Stoffel Vandoorne.

Che rischi corre la Pirelli con le regole 2017?

Ma cosa sarebbe successo nel Circus se fosse capitato qualcosa di simile a quanto è in corso in MotoGP in Argentina? Sarebbe stato il caos. E pensando ai regolamenti 2017 che sono scritti sulla carta, ma sono ancora labili nella sostanza, viene da chiedersi se il Circus non si stia mettendo a rischio di ripetere con la Pirelli l’anno prossimo, quanto sta accadendo alla Michelin nel Motomondiale.

Siamo ad aprile e la Casa milanese non ha ancora firmato un contratto con FIA e FOM. I team non dispongono delle mini-gomme da montare in galleria del vento, per cui non possono studiare nel wind tunnel gli epocali cambiamenti che regole dovranno imporre l’anno prossimo.

Monoposto più veloci di 5 secondi?

Ricordiamo che le attuali monoposto hanno mostrato un miglioramento medio delle prestazioni che supera i 2”5 al giro rispetto allo scorso anno, mentre le ambizioni dei legislatori sono quelle di schierare in pista nel 2017 macchine capaci di essere ancora più veloci di 5”. Stiamo parlando di limiti che, forse, stanno spostando l’asticella della sicurezza.

La Michelin ha avuto un anno di tempo (e di test) per deliberare le gomme per la MotoGP e i tecnici della Casa francese hanno scoperto sulla loro pelle che, evidentemente, non è stato abbastanza, nonostante le moto siano in vigenza di un regolamento che sostanzialmente non è cambiato (si è limitata l’elettronica con la centralina unica Marelli), mentre la Pirelli non sa nemmeno con quale monoposto iniziare i test a giugno, visto che non esiste una macchina che abbia le caratteristiche che si vogliono cercare nel 2017. Si è parlato della F.1 dotate dei V8 aspirati del 2013, ma anche quelle andrebbero modificate…

Le regole 2017 da deliberare entro il 30 aprile

Il regolamento tecnico dovrà essere deliberato entro il 30 aprile, ma sono molti i responsabili tecnici delle squadre che cominciano ad arricciare il naso pensando alla monoposto più grande dotata delle gomme larghe. Le simulazioni indicano vetture più lente in rettilineo di oltre 15 km/h, ma più veloci di almeno 30 km/h nella percorrenza delle curve generando forze laterali con punte di 5,5/6G e un carico aerodinamico mai visto su una Formula 1.

Forse è già troppo tardi...

Ma siccome il baraccone del Circus ha messo in moto un sistema mediatico che “aspetta” la monoposto 2017 come un’ancora di salvataggio dello spettacolo, nessuno azzarda a dire che forse si sta facendo un passo nel vuoto sul quale varrebbe la pena riflettere. Non lo si è fatto sulle qualifiche, figuriamoci sulle macchine nuove. La speranza di tutti pare sia una sola: che la Pirelli non sia messa nella condizione di produrre le gomme larghe per le Super-F1 e tutto si fermerà di un anno. Perché alla fine, serve sempre un capro espiatorio…

 

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