Caso Mekies: per la Ferrari non c'era alcun gentleman agreement!
La McLaren ha accusato il Cavallino di aver rotto un accordo verbale per non prendere i tecnci FIA prima di un anno dalla loro uscita dalla Federazione, ma a Maranello ritengono che i buoni propositi non erano sfociati in un patto.
Laurent Mekies, Direttore della Sicurezza FIA osserva la Ferrari SF70-H con il dispositivo shield installato
Sutton Motorsport Images
Eric Boullier non l’ha mandata a dire: il racing director francese della McLaren ha accusato la Ferrari di non aver rispettato un gentleman agreement fra le squadre che sarebbe stato raggiunto in occasione dell’ultimo Strategy Group:
"Siamo molto spiaciuti per la FIA che ha perso un’altra pedina chiave della sua organizzazione perché è passata ad un team - ha detto Eric a Motorsport.com - soprattutto dopo che non è stato rispettato il gentleman agreement discusso da tutti i team in un meeting dello Strategy Group: l'accordo raggiunto prevedeva che nessun tecnico della FIA sarebbe stato preso da una squadra prima di un anno dalla sua uscita dalla Federazione".
Un attacco duro nei confronti della Scuderia Ferrari con un’insinuazione di slealtà che non è affatto piaciuta all’interno del Reparto Corse, anche se in effetti la proposta di porre un limite agli uomini in uscita dalla FIA secondo la McLaren sarebbe partita in prima battuta proprio dal presidente Sergio Marchionne.
Ma allora cosa è successo davvero, visto che la McLaren difende la spada tratta la sua posizione? Un altro team principal che ha voluto restare anonimo ha ammesso che la questione non era stata chiusa ed era rimasta insoluta sul tappeto delle trattative. Ci sono stati problemi di comunicazione fra le parti?
Dalla Ferrari non c’è stata alcuna replica ufficiale, ma a Maranello sostengono che non sia stato raggiunto alcun accordo, per cui la squadra diretta da Maurizio Arrivabene non avrebbe commesso alcuna scorrettezza nell’andare a prendere Laurent Mekies, responsabile della sicurezza della FIA e vice direttore di prova di F.1 e F.2.
Il tema è stato discusso e, questo non l’ha negato nessuno, con l’intenzione comune di trovare una base di accordo, dopo che la Renault si era assicurata i servigi di Marcin Budkowski, il responsabile tecnico della F.1, che ha lasciato la Federazione Internazionale su due piedi per accettare un ruolo dirigenziale nella squadra di Enstone in piena fase di rilancio.
Il bravo tecnico polacco, infatti, si è portato dietro tutti i segreti delle squadre di F.1, scatenando un putiferio nel paddock del Circus, con riunioni fra i team principal e proteste ad alta voce perché il gardening dei tecnici FIA è appena di tre mesi, in linea con la legislazione svizzera dove sono stati siglati i contratti.
Cyril Abiteboul, CEO di Renault Sport F1, si era impegnato a non rendere operativo Budkowski sulla R.S.18 fino al 1 aprile, mentre il presidente della FIA, Jean Todt dopo la sommossa delle squadre a inizio dicembre aveva dichiarato a Motorsport.com:
"Se i team non sono contenti, dovrebbero raggiungere un gentleman agreement tra di loro, impegnandosi a non ingaggiare tecnici della FIA senza un periodo di gardening che sia almeno di un anno. Dovrebbe fare un accordo di questo tipo".
"Da parte nostra, cercheremo di fare dei contratti più solidi possibile, in maniera tale da proteggere sia noi che loro. Ma non c'è altro che noi potremo fare".
Dalle parole, quindi, non si sarebbe mai passati ai fatti: non esiste un accordo siglato fra i team e nemmeno ci sarebbe stata alcuna stretta di mano che suggellasse un accordo verbale, ma solo un intento a cui, poi, non si è mai dato seguito. Tanto più che in materia di mobilità del lavoro un gentleman agreement sarebbe visto a come un... cartello e, quindi, non avrebbe valore legale.
La questione è rimasta nel limbo, per cui la Ferrari non ha avuto alcuna remora a chiudere un accordo con Laurent Mekies, quando D’Artagnan, come è stato simpaticamente soprannominato l’ingegnere francese per i suoi baffetti, si è reso disponibile.
L’ambizione del transalpino era quella diventare il nuovo direttore di gara, ma le sue speranze si sono spente quando Charlie Whiting è tornato più in sella che mai nella Federazione, dopo un dissidio piuttosto forte con Marcin Budkowski che aveva tentato di ridimensionare la figura dello storico personaggio inglese.
Con Whiting inamovibile e con la nomina di Nicholas Tombazis a capo dei tecnici FIA in F.1, gli spazi per Mekies si sono chiusi all’improvviso per cui ha cercato un’alternativa alla posizione di commissario tecnico federale.
Dal 20 settembre approderà a Maranello e risponderà direttamente al direttore tecnico Mattia Binotto: Laurent, da specialista della sicurezza (ha curato in prima persona tutto il dossier sull’Halo) è considerato un grande esperto di omologazione dei telai, un ambito intorno al quale si sono riaperti degli interessanti campi di ricerca…
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