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Carey replica a Marchionne: "La F.1 è per i tifosi, non per i team!"

In un'intervista con la Gazzetta dello Sport , Chase Carey, Ceo e presidente di F1 Group, spiega qual è la sua visione sul futuro dei GP: “I top team vorrebbero vincere tutti i GP, ma devono capire la convenienza di avere una gara più aperta".

Chase Carey, Chairman, Formula One, sul palco

Andrew Hone / Motorsport Images

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Il Presidente Sergio Marchionne lo aveva anticipato domenica ad Austin rispondendo a Motorsport.com: “Ci saranno una serie di riunioni (con Liberty Media) da qui alla fine dell’anno per discutere sui motori del futuro. Ho ricordato la nostra posizione, ovvero che la conoscenza e la tradizione tecnica della Ferrari non può essere annullata dall’obiettivo di ridurre i costi. Io sono il primo a riconoscere che stiamo spendendo troppo, ma non possiamo intervenire togliendo quello che è il dna della Ferrari e della Formula 1. E’ un discorso delicato, e vi anticipo che molto probabilmente ci sarà da litigare”.

La data del 31 ottobre, quando a Parigi saranno presentati i piani della Formula 1 del futuro, si avvicina sempre più, e le parti in causa (Squadre, FIA e Liberty Media) stanno affilando le armi.

Chase Carey, Ceo e presidente di F1 Group, è il volto di Libery Media nel paddock, colui che da mesi passeggia tra i motorhome con un bicchiere di caffè americano in mano osservando molto e parlando poco.

Ora si sta avvicinando il tempo per uscire allo scoperto, ed ha anticipato alcuni concetti in un'intervista pubblicata oggi dalla Gazzetta dello Sport.

“L’obiettivo principale per noi è migliorare lo spettacolo in pista – ha chiarito Carey - e per riuscirci bisogna aumentare la competizione. I motori ibridi attuali sono magnifici, ma costano troppo e hanno creato disparità esagerate fra i team".

"Noi vogliamo che la tecnologia resti un fattore importante, senza però risultare decisivo. Perciò i motori del futuro dovranno essere più semplici, più economici, con un suono più attraente e anche più potenti e veloci”.

Il messaggio è rivolto ai motoristi, ma i veri destinatari sono i top-team...
“Le grandi squadre vorrebbero vincere tutte le gare – ha proseguito Carey - ma bisogna che capiscano la convenienza anche per loro di avere una competizione più aperta, con possibilità di successo anche per gli outsider. Se c’è più battaglia in pista la F.1 verrà seguita da più gente, e ci guadagneremo tutti. La F.1 è per i tifosi, non per i team. Non abbiamo nulla da invidiare a Nascar o IndyCar. Semmai prenderei spunto dalla MotoGP, che ha creato le categorie Moto2 e Moto 3 per lanciare giovani stelle”.

E sui piani a breve termine:
“La tv e le piattaforme digitali sono essenziali. Non è fantasia pensare a una app per seguire i GP. C’è qualcosa del genere nei nostri piani per il 2018”.

Infine è arrivata la conferma di un’apertura agli Stati Uniti:
“Fra i posti candidati a ospitare un GP c’è sicuramente una città americana fra New York, Miami e Las Vegas, da affiancare ad Austin, perché questo mercato e la Cina sono fondamentali per noi”.

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