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Caos bandiere gialle: non attivate le segnalazioni elettroniche

La decisione dei commissari sulle investigazioni di Max Verstappen, Valtteri Bottas e Carlos Sainz non sarà semplice: a bordo pista c'erano giustamente le bandiere gialle esposte per l'AlphaTauri di Pierre Gasly, ma non era stato attivato il "Marshalling system" elettronico, quindi non c'erano le segnalazioni elettroniche.

Bandiera gialla

Bandiera gialla

Gold and Goose / Motorsport Images

Il regolamento sportivo FIA si è avvolto su sé stesso. Nel corso degli anni il numero di articoli che compongo il codice che regolamenta il comportamento in pista dei piloti è cresciuto costantemente, a causa del progressivo inserimento di normative mirate a definire le responsabilità nelle singole situazioni che ha finito col perdere di vista il quadro complessivo.

Un esempio chiaro in tal senso è emerso ieri al termine delle qualifiche di Losail, con tre piloti finiti sotto investigazione per una presunta violazione in regime di bandiere gialle. Sulla carta l’operato del collegio dei Commissari sportivi non dovrebbe essere molto complesso: le immagini aiutano a capire se un pilota ha ignorato o meno le segnalazioni di pericolo, e i dati telemetrici possono confermare se è stato o meno alzato il piede dall’acceleratore.

Ciò che emerso ieri è però un quadro più complesso. Inizialmente si intravede una bandiera gialla sventolata sul lato sinistro della pista, in corrispondenza del punto in cui procedeva lentamente la monoposto di Pierre Gasly, ed è un’immagine fornita dalla camera on-board di Carlos Sainz e Valtteri Bottas. Quando pochi istanti è transitato nello stesso punto Max Verstappen, ad essere sventolata è stata una doppia bandiera gialla (nel frattempo Gasly si era arrestato), un avvertimento chiaro che impone ai piloti di essere pronti a fermarsi in qualsiasi momento.

Tutto chiaro? No, perché in realtà mentre a bordo pista veniva sventolata la bandiera gialla, il display sul volante della Red Bull non segnalava la stessa situazione, ed in più sul lato destro della pista si intravede un pannello con luce verde. In realtà quest’ultima indicazione è la segnalazione riservata allo stato della pit-lane, ma ovviamente è diventata strumentale per le squadre chiamate a difendere i piloti convocati dagli stewards.

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Ai fini decisionali a far fede sono le indicazioni che arrivano dai commissari a bordo pista, ma i piloti nel tempo si sono abituati a seguire le segnalazioni che appaiono sul display, di fatto più pratico e più visibile. Questo sistema (Marshalling system, attivo dal 2009) prevede che un commissario in pista attivi attraverso un pulsante i pannelli a led di segnalazione in corrispondenza del tratto di pista in cui è presente una situazione di pericolo.

Il sistema invia anche un segnale alle monoposto, che vedono apparire sul display l’informazione relativa alla presenza di una bandiera gialla, rossa, blu o safety car. Osservando quanto avvenuto ieri, l’impressione è che mentre il commissario addetto alle barriere ha segnalato tempestivamente la presenza della monoposto di Gasly che procedeva lentamente fino ad arrestarsi, la persona che avrebbe dovuto attivare la stessa indicazione sul sistema ‘Marshalling system’ non lo abbia fatto.

Questo ha innescato uno scenario contrastante, che ha visto alcuni piloti rallentare (come Vettel, Ocon e Alonso) mentre altri hanno completato il giro senza ridurre la velocità. Una situazione simile si verificò anche in Messico nel 2019, quando proprio Verstappen ignorò la bandiera gialla esposta all’uscita dell’ultima curva e perse la pole position, venendo retrocesso in quarta posizione. Anche in quel caso il pannello restò spento, e di conseguenza anche la segnalazione sul display della monoposto, confondendo il pilota olandese.

Un’ultima indicazione, emersa ieri nel paddock di Losail, coinvolge anche gli ingegneri di pista. Non è un ruolo facile, ovviamente, ma in questi casi un loro intervento via-radio può essere risolutivo se si riesce ad avvisare il pilota del regime di bandiera gialla. Nella situazione vista ieri, con Bottas transitato sul traguardo con un tempo non sufficiente ad insidiare la seconda posizione di Verstappen, una tempestiva segnalazione a Max (ormai certo della prima fila) lo avrebbe messo al riparo dalla possibilità di commettere l’infrazione che rischia di condizionare il suo weekend in Qatar.

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