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Analisi

Ferrari: ora Camilleri ha le chiavi di Maranello, Elkann gli affida una squadra vincente

La nomina del CEO da parte dell'assemblea dei soci del Cavallino rende il manager maltese pienamente operativo. Louis segue i piani che erano stati tracciati da Marchionne e con l'aiuto di Arrivabene cercherà di vincere in F1 riportando il titolo a Maranello dopo un decennio.

Louis Camilleri, Presidente di Philip Morris

Foto di: Sutton Motorsport Images

Louis Camilleri, Ferrari CEO
Sergio Marchionne, CEO FIAT e Louis Camilleri, Presidente di Philip Morris
Sebastian Vettel, Ferrari SF71H
Maurizio Arrivabene, Team Principal Ferrari e Louis Camilleri, Presidente di Philip Morris
Logo Ferrari sull'Halo
John Elkann, Chairman di Fiat Chrysler con sua moglie Lavinia Borromeo
Kimi Raikkonen, Ferrari SF71H
Una bandiera Ferrari in mezzo ai nastri
Logo Ferrari
Kimi Raikkonen, Ferrari SF71H

Louis Camilleri ha ricevuto le chiavi di Maranello. L'assemblea dei soci della Ferrari lo ha ufficialmente nominato CEO ad Amsterdam, sede legale del Cavallino.

"Abbiamo oggi un nuovo amministratore delegato, - ha detto il presidente, John Elkann - persona di grande talento ed esperienza, un responsabile della gestione delle attivitá sportive Maurizio Arrivabene che ha una grande responsabilitá e fa parte, come i piloti e tutti quelli che lavorano in Ferrari, di un'unica squadra".

"Con la nomina di Louis Camilleri sono contento di dare una corretta leadership alla Ferrari, è una persona di grande talento ed esperienza. Sono molto grato che abbia accettato nel momento drammatico che stavamo vivendo. Camilleri è uno straordinario leader che ha saputo affrontare e risolvere questioni di grande complessità".

"E la Ferrari ha un passato glorioso e con Marchionne è tornata a essere una societá indipendente, ha rafforzato le fondamenta e ha un grandissimo futuro da costruire. C'è un enorme senso di squadra. Voglio assicurare che Ferrari è compatta e determinata a costruire un futuro all'altezza del suo glorioso passato".

Per Camilleri, maltese ma egiziano di nascita, è finita la fase dell'apprendimento e inizia quella del fare. Si è presentato a Monza in occasione del GP d'Italia, evitando il paddock della F1 in Ungheria né a Spa.

Il nuovo amministratore delegato della Ferrari ha fatto la sua prima apparizione istituzionale nel “Tempio della velocità” dopo poco più di un mese di full immersion a Maranello, dove ha ripreso a lavorare a tempo pieno, dopo aver chiuso la felice esperienza ai vertici della Philip Morris.

Ha preso un po' di dimestichezza con la nostra lingua per non essere il primo capo del Cavallino a non parlare italiano: ha scelto di presentarsi alla stampa internazionale nella giornata più vuota del weekend tricolore, con un’apparizione a sorpresa nel pomeriggio del venerdì, e l’ha riempita.

Senza dare notizie, senza fare proclami come tanto piaceva a Sergio Marchionne, ma la sensazione è che sebbene i due rappresentino personaggi fra loro caratterialmente opposti, Louis voglia seguire una linea già tracciata, senza dare l’idea di voler prendere iniziative proprie nell’immediato.

L’eredità di Marchionne è molto pesante: l’uomo del maglioncino nero ha lasciato un segno profondo che in poco tempo ha inciso nel rilancio della Ferrari nel mondo della F1. Camilleri si è trovato fra le mani il timone di una squadra che è lanciata verso il titolo mondiale dopo dieci anni di traversie e sofferenze. Potrebbe essere un lascito fortunato: entrare a Maranello dalla porta principale consapevole di disporre di una squadra vincente.

Potrà contare sull'esperienza di Maurizio Arrivabene, il team principal chiamato a sbrogliare l'uscita di Kimi Raikkonen dal team per fare posto a Charles Leclerc, seguendo le linee proprio dettate da Marchionne.

L'operazione è complicata e già ne GP d'Italia la Ferrari ha pagato un tributo di punti importante dopo la prima fila tutta Rossa in qualifica, ma a Maranello sono sicuri che si sia trattato solo di un... incidente di percorso, disponendo i due piloti della SF71H che è certamente la migliore monoposto del momento.

A Monza Camilleri si è presentato in modo quasi informale con jeans e giacca blu. Si è ben districato fra le domande puntute con un sorriso, una battuta, preferendo prendere tempo, consapevole che una parola fuori posto poteva avere immediate conseguenze sui mercati. Ma occhio a non sottovalutare un super-manager smaliziato che nell’emergenza per la scomparsa di Marchionne è stato cooptato a Maranello da John Elkann. Lo stile è certamente diverso da quello di Sergio: l’uomo che parlava con i potenti della terra da presidente Philip Morris è abile tanto nella diplomazia che nella finanza.

Ha scelto l’approccio morbido alla prima uscita, ma non sarà sempre così. Il vero Camilleri lo scopriremo all’Investor Day del 18 settembre dove presenterà ai mercati il piano quinquennale del Cavallino. A Maranello stanno lavorando sodo nei vari dipartimenti Ferrari per “aggiustare” i piani secondo i voleri del nuovo capo. E non è escluso che alla fine ci possa essere qualche sorpresa…

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