Brown: "Non correre sarebbe devastante, ma Liberty ha un piano"
Secondo Zak Brown, le conseguenze economiche che i team di Formula 1 potrebbero avere non correndo nel 2020 sarebbero devastanti, pur confidando nei piani di Liberty Media sul fare gare a porte chiuse.
Foto di: Mark Sutton / Motorsport Images
La pandemia di Coronavirus ha già cancellato o rinviato le prime nove gare della stagione e anche il GP di Francia, che sarebbe il 28 luglio, è in forse viste le restrizioni adottate dal paese opsitante.
La scorsa settimana, l'AD della F1, Chase Carey, ha evidenziato che si potrebbe cominciare in Austria a porte chiuse, per poi proseguire con Silverstone. Brown si augura che si torni al più presto in pista per non incorrere in problemi.
"Penso che lo sport sia sempre stata una grande medicina in tutto il mondo e anche la F1, che sia a porte chiuse o no, può aiutare in modo fantastico nella ripresa - dice l'AD della McLaren - Non correre nel 2020 avrebbe conseguenze economiche devastanti per tutti i team, così come lo sarebbe per ogni settore industriale che resterebbe chiuso per un anno. Dobbiamo ripensare ad altro e trovare soluzioni perché il modello attuale non va bene e le conseguenze sarebbero severe per tutti, F1 compresa".
Brown sottolinea che il problema principale riguarda i diritti, che aggirandosi attorno ad 1 miliardo di dollari crollerebbero a zero con conseguenze pessime.
"Penso che sappiano tutti qual è lo stato di salute attuale, specialmente se parliamo della divisione di 1 miliardo di dollari. Sono un sacco di soldi su cui tutti contano e dipendono, dovesse essere ridotta drasticamente perché non si corre, necessiterebbe di trovare alternative per gli introiti".
Lo statunitense è anche a favore delle gare multiple in uno stesso circuito, anche se a porte chiuse.
"Credo che il piano condiviso da Chase con noi, che ovviamente va valutato in corso d'opera, abbia un senso. Correre senza spettatori, a breve termine è la soluzione più realistica per tornare in azione. E' da ingenui pensare di andare in Austria o a Silverstone con 100.000 persone, infatti non è previsto. E' un programma realistico, stiamo parlando coi vari governi e sono piuttosto ottimista. Per quanto riguarda il Giappone e Singapore, è come camminare sulle uova, ma ne stiamo parlando e vedremo".
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